Negli anni a venire saremo sempre più connessi con il resto della società e con il mondo che ci circonda. La nostra qualità della vita potrà beneficiarne ma siamo disposti a cedere parte delle nostre libertà personali?
Regolare la temperatura all’interno della nostra abitazione quando ci troviamo ancora in ufficio, accendere la lavatrice mentre stiamo facendo la spesa e tenere sempre sotto controllo i consumi di elettricità, acqua e gas: non si tratta di fantascienza ma di tecnologie sempre più diffuse e accessibili che, nel corso dei prossimi anni, entreranno a far parte delle vite di tutti noi.
Questa incredibile rivoluzione viene spesso indicata con il nome “Internet of Things” in riferimento al fatto che il controllo, ad esempio, degli elettrodomestici possa avvenire anche da remoto, sfruttando la capacità della versione “smart” di questi dispositivi di connettersi alla rete. Così, con un computer, un tablet o un semplice smartphone e delle applicazioni sviluppate appositamente diventa possibile interagire con oggetti che fanno parte del nostro vivere quotidiano esattamente come se si trattasse di persone alle quali impartire ordini telefonicamente.
Le applicazione dell’Internet of Things (IoT in breve) non si limitano alla domotica, ovvero ai sistemi automatizzati pensati per semplificare la gestione della casa, ma si estendono anche a contesti ben più ambiziosi, come quello urbanistico e cittadino: ne sono un esempio l’integrazione dei sistemi di videosorveglianza, la regolazione dei semafori o l’accensione o lo spegnimento dell’illuminazione stradale.
I principi dell’IoT sono stati applicati con successo anche presso strutture industriali e centrali elettriche, ottenendo la possibilità di gestire da remoto i processi produttivi, le normali attività di manutenzione e i sistemi di sicurezza.
L’Internet of Things potrebbe rivoluzionare anche il campo della sanità pubblica: già oggi smartwatch e altri dispositivi indossabili sono in grado di rilevare molti dati utili per valutare le condizioni di salute della persona. In futuro, questi dispositivi potrebbero essere integrati con appositi software per consentire a medico e paziente di mantenere un filo diretto e rendere verificabili in qualunque momento importanti parametri come frequenza cardiaca o pressione arteriosa.
Il crescente interesse nei confronti dei sistemi IoT ha portato ad un boom della progettazione e creazione di applicazioni realizzate ad hoc.
Oggi, per tradurre in realtà un proprio progetto è sufficiente sfruttare il know how di esperti nel campo della programmazione e dello sviluppo di app mobile e dotarsi di strumenti hardware in grado di connettersi alla rete.
Lo sviluppo di reti sempre più complesse di persone e oggetti connessi tra di loro rappresenta un percorso intrapreso già da tempo, che nei prossimi anni sarà finalmente portato a compimento con la produzione e il rilascio di device con costi accessibili a tutti.
Se è vero che i vantaggi che deriveranno da questa rivoluzione saranno innegabilmente molti, va pur sempre detto che altrettanti saranno i pericoli con i quali occorrerà fare i conti.
Connettere un dispositivo alla rete internet per renderne possibile il controllo a distanza equivale ad esporlo al rischio di attacchi informatici: di fatto, utilizzare un’applicazione dello smartphone per l’apertura e la chiusura della porta di casa e delle finestre o per l’attivazione del sistema di allarme comporta il pericolo che un hacker in possesso delle giuste competenze tecniche possa violare il sistema e approfittarne per introdursi agevolmente nell’abitazione.
Lo stesso discorso si applica anche a situazioni ben più delicate, come ad esempio la gestione dei sistemi di sicurezza di un’azienda o addirittura il controllo delle apparecchiature di uno stabilimento industriale.
I dati recentemente stimati da Gartner parlano chiaro: entro il 2020, gli investimenti destinati allo sviluppo di adeguati sistemi di protezione per i dispositivi e le reti IoT passerà dagli attuali 348 milioni di dollari a ben 840, a testimonianza dell’impegno che sarà richiesto per garantire l’affidabilità e la sicurezza di questa tecnologia.
Negli anni a venire saremo sempre più connessi con il resto della società e con il mondo che ci circonda e la nostra qualità della vita non potrà che beneficiarne.
Tuttavia, questo processo avverrà inevitabilmente a scapito della nostra privacy e di parte delle nostre libertà personali. Siamo certi di essere pronti a questo compromesso?