Attività fisica e prevenzione: evidenze scientifiche/prima parte

L’OMS ribadisce che una vita attiva è un ottimo investimento per la salute

 

L’Istituto Superiore di Sanità ci ricorda che svolgere attività fisica regolare significa fare una scelta a favore della propria salute. L’attività fisica non è un concetto astratto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce attività fisica (AF) qualsiasi movimento prodotto dall’apparato muscolo-scheletrico che richiede dispendio energetico e include le attività praticate quotidianamente.

Il nostro peso rappresenta l’espressione tangibile del bilancio energetico tra entrate e uscite. L’energia viene introdotta con gli alimenti e utilizzata dall’organismo sia durante il riposo sia durante l’AF. Quando si introduce più energia di quanta se ne consuma, l’eccesso si accumula sotto forma di grasso, determinando un aumento di peso. Valori troppo bassi di dispendio energetico rendono difficile mantenere l’equilibrio tra entrate e uscite. Quantità eccessive di grasso corporeo (obesità) costituiscono un pericolo per la salute. Nel 2021 la Commissione Europea ha definito l’obesità una malattia cronica, progressiva, recidivante che a sua volta funge da porta d’accesso a una serie di malattie croniche non trasmissibili (NCD). Le NCD causano nel nostro Paese il 92% di morti e più dell’85% degli anni persi per disabilità. Un obeso grave ha una aspettativa di vita ridotta di circa 10 anni e ne passa 20 in condizioni di disabilità. La vita moderna promuove stili di vita estremamente sedentari: stare seduti molte ore predispone all’obesità indipendentemente dall’età. Sappiamo che (ISTAT 2020) solo il 36,6% della popolazione pratica almeno uno sport, il 27,1% lo fa in maniera continuativa e il 9,5% saltuariamente; i soggetti che svolgono qualche attività fisica sono il 28,1%. I sedentari sono il 35,2%, quota che sale al 39,4% fra le donne. Praticano sport in modo continuativo il 58% dei giovani tra i 6 e i 10 anni, il 60,6% di quelli tra gli 11 e i 14 e il 50,1% dei 15-17enni, con valori più alti tra i maschi. L’abitudine a fare sport si riduce con il crescere dell’età. Quasi il 50% degli adulti ha uno stile di vita francamente sedentario e sicuramente attivo solo il 13%. La maggioranza dei bambini trascorre, all’età di 6 anni, oltre 2 ore al giorno di fronte alla televisione, pratica giochi passivi e trascura i giochi all’aperto. Anche per questo quote crescenti della popolazione infantile sono in sovrappeso o francamente obese.

L’OMS ribadisce che l’attività fisica è un ottimo investimento per la salute ricordando che esiste una riduzione di circa il 30% nella mortalità per tutte le cause negli individui attivi, sia uomini sia donne. Tale riduzione aumenta all’aumentare della quantità di esercizio svolto.

Per quanto riguarda le patologie metaboliche, l’AF protegge nei confronti del diabete tipo 2; favorisce inoltre la riduzione delle fratture dell’anca e della colonna vertebrale e riduce di circa il 30% il rischio di sviluppare limitazioni funzionali negli anziani, sia uomini sia donne. In quelli che hanno già limitazioni l’attività fisica ha effetti positivi sulle abilità funzionali, mentre in quelli a rischio di caduta ne riduce il rischio. Infine è dimostrato un rapporto positivo tra attività fisica e prevenzione delle neoplasie.