Il rilancio degli investimenti previsto dal Decreto del Fare

ANTONIO PILUSO

Sabato 15 giugno, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto del “Fare”, un lungo documento che contiene più di 80 interventi di semplificazione e stimolo per l’economia. Tali misure, secondo il Governo, dovrebbero restituire fiducia all’economia creando le condizioni per riportare il Paese su un sentiero di crescita.

Sul fronte imprese, il principale obiettivo perseguito dal provvedimento in esame è quello di rilanciare gli investimenti. D’altronde, il primo step da implementare per migliorare la competitività del nostro sistema imprenditoriale è senza dubbio quello di creare le condizioni favorevoli perché le imprese, soprattutto le PMI di cui il panorama industriale italiano è costellato, tornino ad investire.

 

Alla luce delle considerazioni appena esposte, il Decreto prevede lo stanziamento di un plafond di 5 miliardi di euro (2 miliardi quest’anno, 1,5 miliardi nel 2014 e un ulteriore miliardo e mezzo del 2015) che la Cassa Depositi e Prestiti metterà a disposizione delle banche convenzionate per l’erogazione, a favore delle PMI, entro il 31 dicembre 2016, di finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo.
I prestiti avranno una durata massima di 5 anni e non potranno eccedere il valore di 2 milioni di euro per ciascuna impresa, anche frazionato in diversi acquisti, senza un limite minimo di spesa.

Sempre con l’intento di dare nuova linfa agli investimenti, il Decreto prevede la riattivazione del circuito del credito attraverso il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia. Tale potenziamento si sostanzia in una revisione dei criteri di accesso per il rilascio della garanzia, volta a consentire l’accesso a una platea molto più ampia di PMI, in vista di un successivo provvedimento governativo che dovrebbe alzare anche il livello massimo di copertura del Fondo fino all’80% dell’operazione nel caso di anticipazioni verso imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica amministrazione e nel caso di prestiti a medio e lungo termine. Con la Legge di stabilità, invece, dovrebbe essere disposto il rifinanziamento del Fondo (3 miliardi in tre anni) che dovrebbe creare un effetto leva di 50 miliardi sui finanziamenti.

Infine, è stata prevista l’estensione dei Contratti di Sviluppo gestiti da Invitalia anche alle regioni del Centro–Nord, con l’obiettivo di avviare in tempi rapidi almeno 20 grandi progetti di investimento ed è stato anche istituito un “Fondo di garanzia per i grandi progetti” con una dotazione di 50 milioni per il 2013 e altrettanti per il 2014.

 

Nonostante i “nobili” intenti, il provvedimento non è esente da critiche: nessuna delle decisioni ha un impatto particolarmente significativo rispetto ai temi più dibattuti nelle ultime settimane (non si accenna all’IMU e all’IVA che a luglio aumenterà dal 21 al 22 per cento).