L’ARBITRO BANCARIO COMPIE 15 ANNI: UN SISTEMA DI DISPUTE RESOLUTION EFFICACE E VIRTUOSO

Un modello italiano di successo che si affianca alla mediazione e ad altri procedimenti in un panorama tipologico poliedrico che mira a creare un sistema di giustizia sostenibile

 

Costituisce un appuntamento di notevole interesse la presentazione annuale della relazione contenente i dati statistici dell’attività svolta dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) presso la Banca d’Italia. I dati relativi al 2023 sono stati presentati in un evento che si è svolto il 10 giugno 2024 presso il Centro Convegni “Carlo Azeglio Ciampi” di Roma. L’ABF nasce il 15 ottobre 2009 e le prime decisioni dei tre collegi storici (Milano, Napoli, Roma) vengono depositate nel gennaio 2010. L’istituzione di questo innovativo sistema di dispute resolution deve ricondursi alla legge sulla “tutela del risparmio” (l. 262/2005) che ha introdotto l’art. 128-bis del testo unico bancario e alla successiva delibera attuativa del CICR del 29 luglio 2008 n. 275. La regolamentazione è stata poi dettata con il provvedimento del 18 giugno 2009 della Banca d’Italia (poi modificato da successivi provvedimenti sino al più recente aggiornamento del 2020 l’adeguamento alla Direttiva n. 11/2013 sui procedimenti “Adr per i consumatori”).

Occorre precisare a tal fine che l’ABF è un sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari. Le pronunce dell’Arbitro non sono sentenze, non hanno efficacia di titolo esecutivo e non vincolano giuridicamente né il cliente, né l’intermediario, lasciando ferma per entrambi le parti la possibilità di rimettere la controversia all’esame del giudice civile. Al riguardo si deve rilevare però che – e il dato è particolarmente significativo – le decisioni dell’Arbitro vengono quasi sempre adempiute spontaneamente dalle banche. Infatti, deve tenersi presente che – a parte la sanzione reputazionale prevista per il mancato adempimento – gli esiti dei ricorsi forniscono un contributo significativo all’attività di supervisione del sistema bancario e finanziario. Le decisioni ABF infatti integrano “il più ampio quadro informativo di cui la Banca d’Italia dispone nello svolgimento della propria funzione regolatrice e di controllo”.

I “numeri” registrati in questi anni dall’ABF testimoniano il successo di questo strumento ADR che celebra, in questo 2024, il suo quindicesimo anno di attività e la cui storia si incrocia con l’introduzione della condizione di procedibilità della domanda giudiziale per le controversie in materia di contratti bancari. Infatti, il legislatore nel disciplinare la mediazione delle liti civili e commerciali nel 2010 prevedeva che in detta materia la condizione di procedibilità si sarebbe potuta esperire alternativamente alla procedura (preesistente) dinanzi all’Abf. Alternativa che è stata poi N. 2 | 2024 23 consolidata anche con la recente riforma Cartabia. Per il 2023 l’andamento del contenzioso ha risentito dell’evoluzione degli orientamenti della giurisprudenza, soprattutto in materia di estinzione dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio (CQS) e di buoni fruttiferi postali (BFP). In particolare, su oltre 15.800 ricorsi presentati (il 2% in più rispetto al 2022), sono aumentati quelli sulla CQS, la cui quota è tornata a rappresentare una parte significativa del totale, mentre sono risultati in netto calo quelli sui BFP.

I ricorsi in materia di servizi e strumenti di pagamento sono leggermente diminuiti, pur continuando a costituire una quota rilevante del contenzioso. Le decisioni dei Collegi sono state oltre 15.000 e nel 48% dei casi l’esito è stato favorevole ai clienti con l’accoglimento totale o parziale delle richieste (era il 34% nel 2022; l’aumento di questo dato rispetto all’anno precedente è riconducibile prevalentemente al contenzioso relativo alla CQS). Per il 14% dei ricorsi è intervenuta la cessazione della materia del contendere a seguito dell’accordo intervenuto tra le parti; nei restanti casi il Collegio ha respinto le istanze in quanto ritenute infondate.

Nel 2023 sono stati riconosciuti alla clientela 17,3 milioni di euro di cui 12,3 già restituiti (nel 2022 erano stati rispettivamente 19,6 e 17,3 milioni). Il tasso di adesione degli intermediari alle decisioni dell’ABF resta elevato (74%, 81% nel 2022). Sulla sua diminuzione ha inciso l’aumento degli inadempimenti degli intermediari alle decisioni riguardanti la CQS. Gli inadempimenti in materia di BFP sono stati invece più contenuti rispetto all’anno precedente. Al netto di queste materie il tasso di adempimento è stato del 94% (90% nel 2022). Si è ulteriormente ridotta poi la durata media della procedura, arrivata a 118 giorni. Il dato è ampiamente al di sotto dei 180 giorni previsti dalla normativa, termine entro il quale si è concluso il 96% dei procedimenti. Infine, deve segnalarsi che proseguono i lavori per l’utilizzo di tecniche di machine learning e text mining nel procedimento ABF, attraverso il progetto AbefTech, il cui avvio è imminente: AbefTech agevolerà la ricerca di decisioni su casi analoghi, attraverso l’individuazione tempestiva dei precedenti e di eventuali contrasti tra gli orientamenti dell’Arbitro, migliorando così il servizio offerto ai clienti.

La decisione sui ricorsi continuerà a essere presa in piena autonomia dai Collegi. Si tratta di un modello ADR di successo già mutuato dalla Consob (per l’ACF Arbitro Controversie Finanziarie) e pronto per essere mutuato nel settore assicurativo dall’Ivass nei quali la specifica tipologia delle controversie richiede l’intervento di un terzo particolarmente autorevole e competente in grado di rendere una soluzione che possa essere condivisa e perciò stesso accettata dai confliggenti. Peraltro, l’alta specializzazione dei Collegi e la possibilità di pronunciarsi sempre in tempi rapidi e, quindi, sulle questioni interpretative in fase di emersione ha evidenziato come i giudici ordinari in più occasioni non solo abbiano condiviso le decisioni ABF, ma le abbiano riprese esplicitamente facendo propri gli orientamenti arbitrali. Mediante i procedimenti di A.D.R. (Alternative Dispute Resolution) nei rapporti tra imprese e tra imprese e consumatori è possibile, infatti, comporre le liti in maniera efficace ed effettiva.

Un modello italiano di successo che si affianca alla mediazione e ad altri procedimenti in un panorama tipologico poliedrico che mira a creare un sistema di giustizia sostenibile.

* L’autore è Vice Presidente del Collegio ABF di Roma ma le opinioni espresse nell’articolo hanno carattere personale e non rappresentano la posizione del Collegio.