
Da Scafati ai mercati internazionali. Quarant’anni in continuo movimento per l’azienda di Franco Pisacane, attiva nell’etichettatura e confezionamento di prodotti alimentari principalmente in banda stagnata, in conto lavorazione, per diversi e rinomati committenti
1983. Nella pianura del fiume Sarno, tra le aree urbane di Napoli e Salerno in un piccolo stabilimento fatto giusto di un paio di capannoni, comincia a prendere forma il progetto imprenditoriale di Franco Pisacane. Con poco investimento iniziale, tanto coraggio e molto lavoro, nell’area di insediamento tradizionale dell’industria conserviera, si realizzano infatti le prime linee produttive della DEFIAP, azienda che tuttora etichetta e confeziona prodotti alimentari principalmente in banda stagnata, in conto lavorazione, per diversi e rinomati committenti.
Da allora sono passati più di quarant’anni e il piccolo sito produttivo è diventato prima una srl, poi nel tempo una società per azioni, le cui attività sono dislocate in tre stabilimenti per una superficie complessiva di circa 100.000 metri quadri in cui si movimentano circa 100 automezzi al giorno per raggiungere punte massime – nei mesi estivi – di più di 300.
Ottanta i dipendenti in pianta stabile, tutti provenienti dall’ampio territorio limitrofo per cui la Defiap è punto di riferimento sano. Alla guida, ieri come oggi, Franco che ne è l’amministratore, adeguatamente coadiuvato nella gestione dai figli Eduardo e Paolo.
Visione concreta, profondo senso del sacrificio e dinamismo caratterizzano questa realtà produttiva e le danno quella marcia in più necessaria per distinguersi tra le aziende concorrenti. A guardarla bene, somiglia molto a chi l’ha fondata quarant’anni fa e che ancora oggi ne è a capo. Già solo dopo un anno di attività, infatti, la voglia di crescere di Franco ha portato la Defiap a spedire pomodori fino in Giappone, arrivando a servire oggi – oltre al mercato nipponico e, ovviamente, a quello italiano – anche quello tedesco e inglese, garantendo tempi celeri e soprattutto qualità.
L’azienda è infatti certificata bio ma soprattutto BRC, lo standard internazionale che tutela clienti e consumatori finali grazie a rigidi criteri di qualità e applicazione di buone pratiche nelle fasi di produzione, confezionamento, distribuzione e vendita di alimenti e bevande.
Non vuole essere solo una buona impresa, di cui fidarsi, ma una solida realtà in cui operativamente cogliere tutta la chiara forza di una visione strategica in continuo movimento, capace di creare valore per sé ma anche e soprattutto per le persone che vi lavorano e per il territorio circostante.
La visione del futuro di Franco non è infatti sganciata dalla realtà. Per trent’anni si è battuto e speso perché il contesto socioeconomico in cui la sua, ma anche le altre imprese vicine, evolvesse. Ha ingaggiato così una vera e propria battaglia per l’apertura della bretella della 268 per agevolare il flusso degli automezzi per tutto l’hinterland e ce l’ha fatta. Inaugurato poco più di 4 anni fa, il raccordo consente oggi di godere di una viabilità alleata e non nemica.
Di questi tempi, così inclini al pessimismo e all’idea che sia tutto inutile, nonostante i tanti muri di gomma contro, la mala-burocrazia e lo scetticismo di un Paese che forse ha smesso di credere nel futuro, alla Defiap non c’è posto per la paura di mettersi in gioco.
Con orgoglio e un sorriso che la dice lunga sulla sua inarrestabile voglia di crescere, Franco nel 2023 ha ampliato gli stabilimenti già esistenti e, nel 2024, ha ingrandito e riammodernato le linee di confezionamento secondo le logiche di Industria 4.0, per offrire ancora valore, lavoro e opportunità a chi come lui crede innanzitutto che il benessere sia reale solo se condiviso.