Cava de’ Tirreni e Boston insieme per progettare una città smart

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La lecture di Walter Nicolino al Mediterranean FabLab attraverso l’esperienza del Sensible City LAB del MIT, e dell’approccio progettuale dello studio CARLORATTIASSOCIATI

 

Si terrà venerdì 26 luglio, alle ore 19:30 presso la Mediateca MARTE di Cava de’ Tirreni (Sa), la lecture magistralis dell’architetto Walter Nicolino dal titolo “Augmented visions / Responsive spaces”, un viaggio culturale che, attraversando gli studi progettuali a diverse scale condotti tra la sede torinese e il centro ricerca di Boston, mette in luce una attitudine nell’indagare e nel dar forma alle interazioni tra le persone, gli oggetti e gli spazi, al fine di fornire possibili risposte alle nuove istanze poste dalla rivoluzione digitale.

In apertura i saluti istituzionali del sindaco Marco Galdi, mentre a introdurre la lecture l’architetto Amleto Picerno, promotore del Mediterranean FabLab di Cava de’ Tirreni e tutor della Summer School digitalMed, il laboratorio progettuale che da quattro anni a questa parte, indaga temi, pratiche e tecniche dell’attuale panorama architettonico internazionale.

È la smart city al centro della IV edizione di Summer School Digitalmed 2013, partita il 22 luglio e in corso fino al 28, con l’obiettivo di creare un sistema di relazioni e di interazioni continue tra la città, le persone e l’ambiente in cui queste si rapportano in un continuo scambio di informazioni.

Ad esprimere la critic ai prototipi di progetto che emergeranno dal workshop digitalMed, sarà proprio Walter Nicolino, architetto di spicco del panorama italiano, coinvolto in numerosi progetti di ricerca al Senseable City Lab del MIT di Boston, insieme all’architetto Carlo Ratti con cui è fondatore e socio dello studio torinese Carlorattiassociati.

Il 26 luglio lo space 1.0 della Mediateca MARTE di Cava de’ Tirreni si farà, dunque, arena d’avanguardia per un interessante dibattito durante il quale, a proposito della Summer School digitalMed, si ragionerà anche sul modo in cui le tecnologie digitali influenzano l’architettura.

«Da qualche tempo a questa parte possiamo scegliere se orientarci alla perfezione tramite navigatori GPS o perderci come sognanti flâneur metropolitani; possiamo associare in un batter d’occhio infiniti layers di dati a un luogo, oppure contemplarne in silenzio il paesaggio; possiamo anticipare la realtà con sofisticate rappresentazioni virtuali, oppure esercitarci in giocose autocostruzioni partecipate. Possiamo avere l’una e l’altra cosa: non si tratta di una scelta tra il mondo reale e quello virtuale, come predetto da parte della letteratura agli albori dell’era digitale, ma si tratta di capire come il nostro ambiente costruito e gli spazi in cui viviamo stiano imparando a parlare un nuovo linguaggio e ad interagire in modo sempre maggiore con le persone – afferma Walter Nicolino che parafrasando Le Corbusier “La civilisation digitale cherche et trouvera son expression architecturale”, sottolinea l’importanza di integrare le nuove tecnologie e radici locali senza perdere la visione e la dimensione umana della città: All’architettura è richiesta una revisione dei propri strumenti per creare spazi flessibili, inclusivi, in grado di adattarsi ai nuovi modi di vivere e lavorare e di rispondere in modo interattivo alle nostre esigenze».