Le modalità di accesso all’incentivo saranno regolate da futuri provvedimenti del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE). La richiesta è circoscritta alle sole PMI, ossia tutte le imprese con un numero di dipendenti inferiore a 250 e un fatturato totale non superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro
L’iter di conversione del Decreto “del fare” porta in dote una versione più organica e strutturata dell’incentivo disciplinato dall’articolo 2 e che ormai va sotto il nome di “Nuova Sabatini”.
Restano intatte le finalità e gli obiettivi della misura che, come precisato nel testo di legge, mira ad accrescere la competitività del nostro tessuto imprenditoriale.
A tal riguardo, il decreto dispone il riconoscimento di un contributo in conto interessi, da concedersi a fronte di finanziamenti accesi per l’acquisto, anche mediante operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo. In sede di conversione della norma, si è trovato opportuno chiarire che la più ampia definizione di beni strumentali d’impresa – di cui all’articolo 43 del Tuir – facesse riferimento anche agli investimenti in hardware, in software e in tecnologie digitali. Proprio questa ultima precisazione deve ritenersi particolarmente apprezzabile. A dispetto dei progressi fatti nel settore della comunicazione e dell’informazione, il nostro tessuto imprenditoriale sembra ancora far fatica a sfruttare appieno le facilitazioni e le possibilità offerte dal pieno utilizzo delle tecnologie digitali, probabilmente anche per l’impegno finanziario necessario ad implementare un sistema interno così orientato.
Passando alla natura delle operazioni agevolate, l’incentivo riguarda i soli prestiti e le operazioni di leasing finanziario che abbiano durata massima fissata in 5 anni. Dette operazioni potranno essere finanziate, a valere sulla apposita provvista di fondi istituita presso Cassa Depositi e prestiti spa:
• dalle banche convenzionate;
• dagli intermediari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing finanziario, purché garantiti da banche convenzionate.
Quanto alle specifiche modalità di erogazione dei prestiti/leasing e dell’incentivo, la norma rinvia all’emanazione di altrettanto specifici provvedimenti del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che dettaglieranno in misura più chiara i soggetti beneficiari, i settori di attività agevolabili, le modalità operative di intervento e l’effettiva misura del beneficio.
Detto che l’aiuto concedibile si sostanzia in un contributo in conto interessi, operante attraverso l’abbattimento del tasso ordinario praticato, è inteso che esso è erogabile nel rispetto delle intensità massime di aiuto fissate dalla normativa comunitaria vigente.
L’accesso ai benefici è, genericamente, garantito alle imprese rientranti nella definizione di piccole e medie imprese, con espressa inclusione anche delle microimprese, così come definite nella Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003. Si tratta, in definitiva, delle imprese con un numero di dipendenti inferiore a 250 e un fatturato totale non superiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro. Qualora l’impresa beneficiaria non fosse autonoma, dovranno essere sommati, al fine della esatta determinazione della dimensione aziendale, anche i valori dei parametri delle imprese associate e/o collegate.
Rimanendo nel novero dei soggetti beneficiari, la norma di conversione del decreto ha previsto l’estensione della misura di aiuto, compatibilmente con la normativa europea vigente in materia, anche alle PMI agricole e del settore della pesca.
Le operazioni finanziarie (prestiti o leasing) agevolabili potranno essere richieste per un importo non superiore a 2 milioni di euro, anche a copertura totale delle spese ammissibili. Tale limite massimo di prestito/leasing concedibile, per ogni singola impresa richiedente, può essere raggiunto anche attraverso più operazioni. In ogni caso, saranno agevolabili solo quelle concesse dal sistema bancario o dagli intermediari finanziari entro il 31 dicembre 2016 e nei limiti dell’autorizzazione di spesa prevista per l’intervento.
Le imprese beneficiarie degli aiuti potranno accedere anche alla garanzia del Fondo di garanzia per le PMI, con una copertura dell’80% dell’importo complessivo del prestito e in base a modalità semplificate che saranno definite, insieme alle priorità, con decreto del MISE.
Le imprese potranno contare su di un pacchetto di risorse finanziarie per niente trascurabile.
In particolare, le risorse per le operazioni di finanziamento/leasing agevolabile sono pari a 2,5 miliardi euro (incrementabili fino al limite di 5 miliardi di euro secondo gli esiti del monitoraggio sull’andamento dei finanziamenti effettuati da Cassa Depositi e prestiti).
Quanto alle risorse stanziate per il riconoscimento dei contributi in conto interessi, esse sono pari a 7,5 milioni di euro per il 2014, 21 milioni di euro per il 2015, 35 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2019, 17 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro per il 2021.