Per il consigliere del presidente De Luca per l’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca, Francesco Alfieri, «nell’attuazione del PSR, le esigenze degli operatori del comparto e dei territori rappresentano il faro che guida ogni scelta»
Consigliere Alfieri, l’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) procede a gonfie vele. Eppure i problemi non sono mancati…
Abbiamo dovuto recuperare il notevole ritardo dovuto alla tardiva approvazione del Programma, avvenuta solo nel novembre 2015 per l’inerzia della precedente Amministrazione. La sfida è stata ardua, ma amo le sfide come il presidente De Luca. Così, già nel maggio 2016, abbiamo pubblicato la prima tornata di bandi, tra cui quello per la selezione di undici GAL. Successivamente abbiamo messo a bando ingenti risorse per sostenere gli investimenti nelle imprese agricole, favorire il ricambio generazionale e l’imprenditorialità giovanile e supportare le aziende del Sannio danneggiate dalle avversità atmosferiche.
Con il nuovo anno, abbiamo aperto il bando per gli investimenti nell’agroindustria, il primo in assoluto di questa Amministrazione dedicato al comparto e, grazie alla revisione del PSR, abbiamo selezionato altri quattro GAL in modo da assicurare rappresentatività a importanti territori rurali. Di recente, l’accelerazione è stata ancora più decisa con la pubblicazione di numerosi bandi, con scadenza a settembre, per un importo di 154,5 milioni di euro e l’approvazione delle graduatorie uniche regionali delle 1.469 domande di sostegno a valere sui bandi ad investimento e che saranno finanziate per complessivi 176,5 milioni di euro. Intanto stiamo lavorando ai nuovi bandi che lanceremo entro l’estate.
La costante attenzione alle esigenze dei territori e degli operatori del comparto ha portato anche alla revisione del PSR.
Raccogliendo l’indirizzo del presidente De Luca, è stato rafforzato il dialogo con il comparto e i territori. Abbiamo attivato il tavolo verde, che coinvolge le associazioni di categoria più rappresentative, e condotto un’intensa campagna di ascolto con l’obiettivo di rendere il PSR più aderente alle esigenze degli agricoltori e alle potenzialità dei territori. Un lavoro culminato, nel febbraio scorso, con l’approvazione, da parte della Commissione Europea, del processo di revisione del PSR. Tra le principali modifiche apportate, l’introduzione dei progetti integrati e collettivi e la possibilità di finanziare fino ad un massimo di 15 GAL nell’ambito della misura 19, che ha visto incrementata la propria dotazione. Alcune di queste importanti novità, come i progetti collettivi di sviluppo rurale, sono già state recepite dai bandi emanati nelle scorse settimane, per i quali, a fine aprile, abbiamo pubblicato le pre-informative. Uno strumento, rivelatosi una buona prassi, che ci ha permesso di consolidare il percorso di condivisione avviato nei mesi scorsi.
I primi bandi pubblicati hanno riguardato, come ha ricordato, gli investimenti nelle aziende agricole e l’imprenditorialità giovanile. C’è voglia di una nuova agricoltura?
Sicuramente c’è un forte bisogno di cambiamento, che noi intendiamo soddisfare favorendo l’innovazione, la cooperazione, la competitività e la capacità di coniugare tradizione e modernità. È questa l’agricoltura che vogliamo per la Campania. Siamo la Patria della Dieta Mediterranea Patrimonio Unesco e vantiamo un comparto primario con produzioni d’eccellenza che tutto il mondo ci invidia e un potenziale di crescita enorme, in grado di fare da traino al PIL regionale.
Sono sempre più i giovani che vogliono cogliere queste opportunità, come ha dimostrato la positiva risposta ai bandi di attuazione delle tipologie 4.1.2 e 6.1.1. Sono state ammesse a finanziamento 410 domande sul bando della 4.1.2, che sostiene gli investimenti finalizzati al ricambio generazionale e l’inserimento di giovani qualificati nelle aziende del comparto, e 417 domande sul bando della 6.1.1, che riconosce un premio ai giovani agricoltori che, per la prima volta, si insediano come capo azienda. Per favorire il processo di rinnovamento, nei prossimi mesi lanceremo il “Pacchetto Integrato Giovani”, introdotto con la revisione, che consentirà ai giovani agricoltori di accedere contestualmente ai benefici previsti dalla 4.1.2 e dalla 6.1.1.
Agenda alla mano, quale sarà il timing complessivo del PSR?
Entro l’estate pubblicheremo nuovi bandi grazie ai quali il totale delle risorse impegnate sarà pari a 1,2 miliardi di euro a fronte degli 1,8 miliardi di dotazione complessiva del Programma.
Abbiamo intrapreso un percorso virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi di performance che l’Europa ci ha assegnato e i target di spesa necessari a scongiurare il disimpegno automatico delle risorse. Non possiamo consentirci di sprecare o perdere un solo euro perché l’agricoltura e le aree rurali della Campania richiedono interventi risolutivi per renderle più moderne, più forti e più competitive. Il nostro obiettivo è assicurare non solo la quantità, ma anche la qualità della spesa. In quest’ottica, stiamo valutando la possibilità di sottoporre il PSR ad un’ulteriore revisione, sempre di concerto con le associazioni di categoria e gli attori dei territori, per rendere il Programma ancora più aderente alle complesse esigenze del settore primario e delle aree rurali.
Le risorse messe a bando sono state sempre sufficienti per soddisfare tutti i richiedenti?
Premesso che il plafond delle risorse allocate su una tipologia d’intervento è spalmato su più annualità, per venire incontro al maggior numero possibile di domande pervenute abbiamo provveduto all’aumento della dotazione finanziaria di alcuni bandi. La dotazione del bando per gli investimenti nelle imprese agricole è stata portata da 70 a 115 milioni, mentre quella del bando a favore delle imprese agro-industriali da 35 a 45 milioni. Nell’attuazione del PSR, le esigenze degli operatori del comparto e dei territori rappresentano il faro che guida ogni nostra scelta.
Una nota dolente per le imprese del comparto è da sempre l’accesso al credito, ma anche su questo aspetto pare che il Programma prometta miglioramenti…
Abbiamo adottato una serie di iniziative per agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese agricole e agroindustriali potenzialmente beneficiarie delle tipologie d’intervento a sostegno degli investimenti, ma di piccole dimensioni e con una ridotta disponibilità di mezzi propri. Oltre ad aver rafforzato, in sede di revisione del PSR, il ricorso agli strumenti di ingegneria finanziaria, in particolare al fondo di garanzia del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con la Commissione regionale dell’ABI, cui stanno aderendo numerosi istituti di credito di primaria importanza. In pratica, un beneficiario, già titolare di un decreto di concessione del contributo a valere sul PSR, può chiedere, ad uno degli istituti bancari che ha sottoscritto il protocollo, un finanziamento di importo pari fino ad un massimo del 100% del costo dell’investimento cui il contributo si riferisce.
Attenzione anche per i partenariati pubblico-privato. Lo sviluppo del territorio passa anche da questo strumento?
Se lo sviluppo dell’agricoltura passa anche per una sempre maggiore cooperazione tra gli attori della filiera, che il PSR favorisce con misure ad hoc, la crescita dei territori, in particolare quelli rurali, non può prescindere dall’azione dei partenariati pubblico-privati. Stiamo per finanziare, con oltre 100 milioni di euro, i quindici GAL selezionati affinché possano tradurre in azione concrete le strategie di sviluppo. Con uno dei bandi emanati di recente, abbiamo allocato 42 milioni sui progetti collettivi di sviluppo rurale, grazie ai quali enti locali e soggetti privati hanno la possibilità di lavorare insieme ad iniziative di ampio respiro per uno sviluppo strutturale dei propri territori.
In particolare, il bando prevede l’integrazione tra il sostegno agli enti pubblici per la riqualificazione del patrimonio architettonico dei borghi rurali e la sensibilizzazione ambientale e il sostegno ai privati per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole.