Responsabilità sociale e ricerca di rendimento: nei Fondi SRI questo matrimonio risulta decisamente ben riuscito, determinando il crescente successo di questi prodotti finanziari anche in Italia. Dove, però, la confusione in materia è ancora parecchia. Ecco allora un utile vademecum per saperne di più, specie sui vantaggi
Scegliere modalità di consumo più responsabili è una tendenza che sempre più spesso interessa anche il mondo della finanza, dove non si cerca più solo l’utile sic et simpliciter ma si opera in direzione di azioni che abbiano un impatto positivo a livello sociale e ambientale. Come conferma la ricerca “Il risparmiatore responsabile”, condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Doxa, la percentuale degli investitori che ha dimostrato un crescente interesse nei confronti della finanza sostenibile è aumentata dal 23% del 2013 al 40% del 2017. Per rispondere a questa esigenza – sempre più sentita – sono stati creati i fondi sostenibili responsabili, meglio conosciuti come Fondi SRI (Sustainable and Responsible Investment).
Si tratta di prodotti finanziari relativamente recenti, pertanto non esistono ancora precisi requisiti applicabili indistintamente a tutti i Fondi SRI; di conseguenza, non è stato colmato nemmeno il lack relativo ai controlli. Per orientarsi meglio, comunque, è bene saperne di più sui criteri di selezione dei Fondi SRI e su come gestirli nel modo corretto.
I Fondi SRI: di cosa si tratta esattamente
I Fondi SRI sono fondi di investimento che mostrano una particolare attenzione nei confronti del sociale e dell’ambiente. I criteri di selezione degli investimenti si basano sugli ESG (Environmental, Social and Governance) cercando quindi qualcosa di più rispetto al mero rendimento. Per definire i Fondi SRI, tuttavia, non è sufficiente considerare solo i loro criteri selettivi: occorre anche prendere in analisi i diversi approcci con i quali vengono trattati.
Strategie di investimento dei fondi socialmente responsabili
Presupponendo che non esistono ancora linee guida dettagliate riguardo alle strategie di investimento dei Fondi SRI, si possono comunque individuare due approcci principali: replicare un indice azionario attraverso l’utilizzo dei fondi da un lato e optare invece per una gestione attiva dell’investimento dall’altro, scegliendo i diversi elementi dello stesso tramite criteri ESG. Nel primo caso, quindi, la strategia prevede l’appoggio a un indice assunto come riferimento, che può essere, per esempio, il Dow Jones Sustainability Index, il Ftse4Good o, ancora, il nuovo indice etico Ftse Ecpi Italia Sri introdotto a Piazza Affari, allo scopo di riprodurre il paniere azionario dell’indice cui ci si riferisce. Nel secondo caso, invece, viene selezionato – magari con l’aiuto di società di consulenza specializzate in materia di sostenibilità e responsabilità sociale – un gruppo di titoli che possono essere investiti perché presentano caratteristiche aderenti ai criteri ESG. Esiste anche un terzo approccio (sebbene meno diffuso), cioè quello dei fondi cosiddetti “tematici” o “settoriali”, che prevede l’investimento in un settore economico caratterizzato però da una forte valenza di responsabilità sociale (per esempio, le energie rinnovabili).
I guadagni dei Fondi SRI
Il carattere “sociale” dei Fondi SRI non preclude comunque le possibilità di guadagno. Anzi: secondo gli osservatori, non esistono sostanziali differenze tra il rendimento dei Fondi SRI e quello derivante dagli investimenti tradizionali; talvolta, addirittura, i guadagni dei fondi a responsabilità sociale sono superiori a quelli delle altre forme di investimento. Un esempio per tutti è quello dell’indice Msci World Sri (che include le aziende con i punteggi più alti in merito all’ESG), che da settembre 2017 a febbraio 2018 ha accumulato 178,10 punti contro i 170,65 dell’indice Msci World tradizionale.
Investimenti sostenibili e responsabili: cosa ci si aspetta per il futuro
I Fondi SRI offrono grandi potenzialità, tuttavia non sono ancora stati definiti dei requisiti validi per tutti. Per ovviare a questo problema, la Commissione Europea, nel 2016, ha incaricato un pool di esperti di stilare le linee guida per una strategia comune e omogenea in materia. Il lavoro dovrebbe essere pronto questa primavera, testimoniando la volontà congiunta di mettere ordine in materia di finanza sostenibile, un fattore sempre più determinante all’interno del mondo del risparmio.
Lo status quo dei fondi SRI in Italia
In Italia, l’interesse nei confronti dei Fondi SRI è sempre più acceso, ponendo il nostro Paese in nona posizione nella classifica stilata nel 2016 dalla società di rating Vigeo-Eiris dei Paesi più ethical-friendly, registrando 5 miliardi di euro di investimenti nel settore (la palma d’oro va alla Francia con 58 miliardi). In ogni caso, in Italia i Fondi SRI costituiscono il prodotto finanziario più scelto dagli investitori privati nell’ambito della finanza etica, contando nel solo 2018 519 fondi e 54 casse di gestione (mappatura realizzata dall’ufficio studi di ETicaNews).