A partire dal 7 novembre prossimo le imprese potranno instradare, sulla procedura informatica, la compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni. La richiesta dell’incentivo avviene per il solo tramite della procedura informatica, accessibile nell’apposita sezione “Voucher per consulenza in innovazione” del sito del Ministero dello Sviluppo Economico
La misura per dotarsi di un innovation manager può contare su di una disponibilità di risorse tutt’altro che trascurabile. Sono, infatti, ben cinquanta milioni di euro i fondi messi a disposizione delle PMI interessate a dotarsi di un percorso consulenziale che implementi in azienda i principi cardine di Industria 4.0.
L’incentivo, comunque, va nella direzione di privilegiare alcune casistiche particolari. Il Decreto Dirigenziale MISE del 25 settembre, infatti, precisa che una quota del venticinque percento dei fondi totali sarà ad appannaggio di quelle imprese che, tanto alla data di presentazione della domanda che a quella di ammissione al contributo, risultino di micro o piccola dimensione. Nel plafond dedicato finiscono anche le risorse destinate alle reti d’impresa.
Volendo interpretare il senso di tale priorità, sembra ovvio concludere che il processo di trasformazione digitale sotteso dall’incentivo deve per forza di cose premiare le micro e piccole imprese e, quindi, quelle realtà che dispongono di meno risorse propedeutiche alla realizzazione di tale percorso. Analogamente, la logica di Rete è funzionale ad un’estensione a raggiera, per i diversi soggetti proponenti coinvolti dalla Rete, dei benefici derivanti dalla consulenza ricevuta.
Su altro fronte, il cinque percento delle risorse complessive è destinato alle PMI che, sino alla data di ammissione al contributo, conservino il possesso del c.d. rating di legalità concesso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Si tratta di un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta. Anche in questo caso, non è difficile intuire quali siano state le priorità perseguite dal Legislatore.
Altro particolare interessante è l’attenzione data dal Decreto alle precise tempistiche che dovranno regolare il rapporto di consulenza agevolata. Sono stabiliti i tempi massimi di durata del contratto, ma anche quelli entro i quali il soggetto erogatore dovrà essere remunerato per l’attività resa.
L’accesso al beneficio che interessa l’acquisto di consulenze specialistiche in materia di processi di trasformazione tecnologica e digitale segue un calendario lungo e ben articolato. Secondo un protocollo ormai collaudato, la richiesta dell’incentivo avviene per il solo tramite della procedura informatica, accessibile nell’apposita sezione “Voucher per consulenza in innovazione” del sito del MISE.
Proprio il rapporto con lo sportello telematico segna il passo con un rigido percorso tecnologico che si conclude con l’assegnazione definitiva del voucher. La prima tappa, anche su più livelli, è quella del 31 ottobre prossimo. Entro tale data, infatti, le reti non dotate di soggettività giuridica, ovvero i soggetti proponenti amministrati da una o più persone giuridiche o enti diversi dalle persone fisiche, dovranno garantirsi l’accesso alla procedura telematica attraverso un processo di accreditamento finalizzato alla verifica dei poteri di firma in capo all’Organo comune, ovvero al legale rappresentante. L’accreditamento prevede, a partire dalle ore 10.00 del 31 ottobre, l’invio di una apposita richiesta tramite posta elettronica certificata.
Sempre al 31 ottobre, dalle 10.00, è fissata la fase di verifica preliminare del possesso dei requisiti di accesso alla procedura informatica, durante la quale i soggetti proponenti sono chiamati a verificare il possesso dei requisiti tecnici e delle necessarie autorizzazioni di accesso. In pratica, questi potranno testare la validità della propria Carta nazionale dei servizi – indispensabile per la richiesta – e il corretto funzionamento della posta elettronica certificata. Contestualmente, la procedura di verifica consente di accertare il possesso dei poteri di firma in relazione al soggetto giuridico che intende presentare la domanda di accesso alle agevolazioni.
Si passa così alla tappa successiva, che si avvia dalle 10.00 del 7 novembre e dura fino a tutto il 26 novembre. A partire da tale data le imprese potranno instradare, sulla procedura informatica, la compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni. In sostanza, in questa fase i soggetti proponenti caricano le informazioni e i dati richiesti dal modulo di domanda, allegando l’eventuale documentazione richiesta. Al termine di tale fase potranno, poi, generare il modulo di domanda sotto forma di “pdf” immodificabile, che andrà successivamente firmata digitalmente e caricata sulla piattaforma che, a sua volta, rilascerà un “codice di predisposizione domanda” necessario per la trasmissione definitiva.
Arriviamo così al 3 dicembre quando, dalle ore 10.00, tutti gli istanti avranno accesso alla procedura informatica, immetteranno il “codice di predisposizione domanda” e trametteranno formalmente l’istanza, ottenendo il rilascio dell’attestazione di avvenuta presentazione da parte della procedura informatica.
Da questo momento si apre l’unico termine incerto di tutta la procedura, ossia la date del decreto formale di comunicazione da parte del Mise dell’avvenuto esaurimento delle risorse disponibili, cinquanta milioni di euro. Infatti, per le domande i cui controlli si sono conclusi con esito positivo, il Ministero procede, entro 90 giorni dal termine di chiusura dello sportello, ad adottare, tramite decreto, un provvedimento cumulativo di concessione delle agevolazioni, che pubblicherà sul proprio sito.
Entro 30 giorni da tale data, sarà necessario sottoscrivere formalmente il contratto di consulenza specialistica oggetto di agevolazione. Il titolo di spesa a saldo delle prestazioni previste nel contratto deve essere emesso non oltre 30 giorni dalla data di conclusione delle attività prevista nel contratto (max 15 mesi).
Sarà possibile richiedere l’erogazione di una prima quota, pari al 50% delle agevolazioni concesse, solo successivamente alla realizzazione di almeno il 25% delle attività previste dal contratto e al pagamento delle stesse. Il saldo, di contro, può essere richiesto solo successivamente alla conclusione delle attività previste dal contratto e al pagamento delle relative spese che, però, deve essere eseguito entro 60 giorni dalla data di emissione del titolo di spesa a saldo.