L’Italia e la sua imprescindibile vocazione europea

Dietro l’appello firmato dalle Confindustrie italiana, francese e tedesca una precisa idea di società, aperta e inclusiva, e alcune questioni da affrontare con urgenza come la riduzione dei divari tra territori, imprese e persone puntando sul lavoro, innanzitutto giovanile, e riattivando l’ascensore sociale facendo leva sulla formazione

Il 4 e 5 dicembre abbiamo ospitato a Roma il trilaterale tra le Confindustrie d’Italia, Francia e Germania. Insieme abbiamo stabilito la data della prossima edizione che si terrà a Berlino. Poi verrà la volta di Parigi.
Le tre associazioni che rappresentano il mondo dell’industria dei tre Paesi più industrializzati d’Europa hanno voluto dare un messaggio. E lanciare un Appello composto da 5 punti che possiamo così sintetizzare:

  • avviare un massivo programma d’investimenti infrastrutturali comuni per una dotazione di 300/400 miliardi l’anno;
  • dare impulso all’economia verde puntando a una maggiore efficienza energetica;
  • sostenere la leadership digitale dell’Unione garantendo la connettività a tutte le aziende, grandi e piccole;
  • puntare sul potenziamento del mercato unico europeo superando l’attuale frammentazione;
  • promuovere scambi e investimenti internazionali contrastando il crescente protezionismo.

L’incontro si è tenuto a Villa Blanc, sede della Business School della Luiss. La dichiarazione congiunta è stata firmata a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata francese. Il 5 mattina, insieme, abbiamo consegnato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi, la prima copia del documento.

In Confindustria abbiamo convocato la conferenza stampa di chiusura dei lavori. Al di là dei contenuti del documento e dell’idea di collaborare per un percorso comune di proposte da sottoporre ai rispettivi governi e alla Commissione europea, un ruolo particolare possiamo attribuirlo alla simbolicità dei luoghi: l’università, l’ambasciata francese, Palazzo Chigi, Confindustria. Tutto per affermare, in un linguaggio condiviso, la nostra imprescindibile visione e vocazione europea, il senso e lo spirito di comunità, l’impegno del mondo dell’industria che invita a unirsi per vincere le sfide tra l’Europa e il Mondo esterno.
Messaggi, invocazioni e impegni già emersi in occasione dell’assemblea di Confindustria Salerno in occasione dei suoi 100 anni.

Dietro il nostro pensiero economico c’è una precisa idea di società, aperta e inclusiva, e ci sono alcune questioni che dobbiamo affrontare con urgenza come la riduzione dei divari tra territori, imprese e persone puntando sul lavoro, innanzitutto giovanile, e riattivando l’ascensore sociale facendo leva sulla formazione.

Dobbiamo tornare ad avere una visione strategica di medio e lungo periodo che superi l’orizzonte del giorno per giorno per inaugurare una stagione di riforme che abbia nella sostenibilità la sua stella cometa.

Una sostenibilità che incorpori la complessità dei nostri giorni e sappia dunque coniugarsi in senso ambientale, sociale ed economico come aspetti di un’unica realtà.

L’Italia, in particolare, non dev’essere – né tantomeno sentirsi – periferia d’Europa ma deve esaltare la sua posizione geografica – centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a est e a ovest, ponte verso l’Africa – per costruire una centralità politica da mettere al servizio del sogno comune di un’Europa migliore.