Nei giorni scorsi Sergio Mattarella ha affermato ancora una volta che l’Italia ha “risorse straordinarie” per potersi costruire un “ponte verso il futuro”. Questa dichiarazione è stata fatta nel corso della cerimonia di consegna al Quirinale dei premi Leonardo di fronte al fior fiore della imprenditoria italiana.
In particolare, il Capo dello Stato ha nuovamente invitato le aziende e le istituzioni a compiere “uno sforzo congiunto” per rilanciare la competitività. Al centro del modello di sviluppo da lui auspicato ci dovranno essere le conoscenze e l’alta qualità per le quali il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo. Tuttavia bisogna non dimenticare anche l’importanza che l’impegno sociale e i valori etici hanno nella società odierna.
Sulla stessa linea di pensiero l’intervento del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che si augura un’impresa sempre più innovativa che apra la strada a un “nuovo umanesimo del lavoro” in un periodo sempre più dominato dalla tecnologia e dalle scienze.
Come già detto, altro fattore cruciale per il rilancio dell’Italia è la qualità, argomento cardine per l’assegnazione dei premi Leonardo. Mattarella ha anche ribadito le condizioni ideali per continuare a creare qualità: la ricerca e sviluppo, la cultura di impresa, l’intelligenza e il valore sociale ma anche un’amministrazione più efficace, snella e moderna. Inoltre gli investimenti pubblici ma soprattutto quelli privati che devono essere incoraggiati in momenti di difficoltà per le casse statali. Sotto questo punto di vista in effetti siamo ancora indietro rispetto alla maggior parte degli altri maggiori paesi europei. Perciò occorre puntare sulla formazione e sul capitale umano a partire dalle scuole e dalle università.
Inoltre, in un contesto sempre più integrato con gli altri paesi, diventa indispensabile la costruzione di reti per le imprese ad incominciare da quelle più votate all’export. Infatti, come fa notare Mattarella, «il nostro interesse e il nostro futuro risiedono nella capacità di andare oltre le frontiere».
È notizia recente la pubblicazione dei dati Istat sul PIL trimestrale: l’anno corrente non è iniziato sotto i migliori auspici con una crescita economica più debole di quella che molti si aspettavano fino a qualche mese fa (+0,1%). La maggior parte degli addetti ai lavori attribuiscono questo rallentamento più al mancato consolidamento delle altre economie partner che a nostri demeriti. Tra tutti il recente aumento del prezzo del petrolio che ormai viene quotato da molti broker, IG su tutti, intorno ai 40 dollari al barile.
Nonostante questi imprevisti gli operatori sono fiduciosi sul futuro dell’Italia proprio grazie alla nostra capacità di saper ancora offrire al mercato prodotti e servizi di alta qualità apprezzati in tutto il mondo.