Non si tratta solamente di un problema estetico, ma di una vera e propria malattia cutanea che necessita di trattamenti specialistici appropriati
L’acne è una delle più comuni malattie dermatologiche. Si tratta di un disordine che interessa le ghiandole pilosebacee e dipende dalle variazioni del sebo a livello qualitativo e quantitativo. L’acne colpisce quasi 9 adolescenti su 10 e dal 10 al 20% degli adulti, non risparmiando bambini molto piccoli e neonati. Ma a prescindere dall’età in cui si presenta, l’acne ha importanti risvolti psicologici e il trattamento richiede pazienza per arrivare a vederne i risultati. L’acne non è solamente un problema estetico, ma una vera e propria malattia cutanea che necessita di trattamenti specialistici appropriati. Si può presentare o in forma lieve o in forma moderata, acne comedonica e papulo-pustolosa.
È una patologia cronica e recidivante, cioè alterna momenti di malessere ad altri di apparente normalità per questo i medicinali in crema non vanno applicati solo sulle lesioni evidenti, ma su tutto il viso, in piccole quantità. I dermocosmetici, cioè detergente, crema idratante, crema solare, vanno usati sempre: contrastano l’eccesso di sebo, uniformano la grana cutanea, opacizzano le zone untuose e minimizzano le imperfezioni. In più compensano l’effetto disseccante dei farmaci e ripristinano il film protettivo della pelle. I più importanti fattori che influenzano lo sviluppo dell’acne sono l’iperseborrea delle ghiandole sebacee, iper-cheratinizzazione e l’infiammazione dei follicoli da parte del Propionibacterium acnes. l primo consiste in una produzione anomala di sebo (una miscela di sostanze grasse che, come una pellicola invisibile, riveste la superficie della pelle mantenendola idratata e protetta) che fuoriesce da piccoli canalini, i follicoli pilosebacei. Si suppone che ciò accada in individui che per natura presentano ghiandole sebacee di quantità e dimensioni maggiori del normale.
L’ipercheratosi è una conseguenza; si tratta della formazione di un “tappo” nella parte superiore del follicolo, che impedisce l’eliminazione del sebo e favorisce la comparsa di un piccolo rilievo biancastro, il comedone, che può essere chiuso (“punto bianco”) o aperto (“punto nero”). Le cause non sono del tutto note: alcuni studi indicano una maggiore sensibilità delle cellule sebacee all’influenza degli ormoni androgeni.
Terzo: nei follicoli sebacei è normalmente presente un batterio, il Propionibacterium acnes, che nella pelle sana non crea problemi mentre, quando il sebo è prodotto in eccesso, prolifera liberando sostanze che favoriscono la formazione di comedoni e irritano l’epitelio del follicolo, scatenando la produzione di citochine, i mediatori dell’infiammazione. Il ruolo del dermatologo è fondamentale per una corretta diagnosi e l’impostazione della terapia più adatta e nel supporto al paziente. Il trattamento deve essere personalizzato in base a diversi fattori: non solo età, ma tipo di pelle, stile di vita, forma e stadio dell’acne.
Gli antibiotici per il trattamento dell’acne devono essere impiegati con cautela e solo in casi di estrema gravità della patologia. I dati sull’antibiotico resistenza sono infatti preoccupanti: +40% in vent’anni e molti degli antibiotici incriminati sono proprio quelli per il trattamento dell’acne. Ad esempio per il Propionibacterium acnes, batterio responsabile dell’insorgenza di alcuni tipi di acne, la resistenza ai due antibiotici maggiormente impiegati per la cura di questa malattia, quali eritromicina e clindamicina, raggiunge il 50% dei pazienti in Italia. Gli antibiotici per uso orale sono la prima scelta per il trattamento delle forme di acne più severe, tuttavia va evitato l’utilizzo concomitante di antibiotici orali e topici, in particolar modo se chimicamente differenti e l’utilizzo di antibiotici per terapie prolungate. Ottimi risultati si possono ottenere utilizzando creme contenenti argento in microspugne e alukina, soprattutto nella fase iniziale degli adolescenti.