On line la Guida del Ministero dello Sviluppo Economico che le raggruppa in quattro macro-aree di intervento: competitività, innovazione, efficienza energetica e internazionalizzazione
Nelle ultime settimane, il legislatore è intervenuto con diversi provvedimenti attuativi di misure agevolative di estremo interesse per le imprese, perché dirette a favorire la crescita e il rafforzamento della competitività. Di fatto, oggi, nell’ambito della pianificazione delle strategie di investimento, l’imprenditore può contare su un mix di strumenti, alcuni anche cumulabili, in grado di incidere positivamente sull’ottimizzazione dei risultati aziendali.
Con l’obiettivo di fornire una panoramica esaustiva delle opzioni disponibili, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una guida che raggruppa le misure attualmente fruibili dalle imprese in quattro macro-aree di intervento:
• Sostegno alla competitività. Beni strumentali “Nuova Sabatini”, Fondo di Garanzia PMI e relativi sezioni Microcredito – imprese femminili – editoria, Contratti di Sviluppo, Autoimprenditorialità, Assunzione personale altamente qualificato, Fondo Italia Venture.
• Sostegno all’innovazione. Credito d’imposta ricerca e sviluppo, credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno, Super ammortamento beni strumentali, Patent box, Sostegno alle start up innovative, Fondo nazionale innovazione, Disegni+3, Marchi+2.
• Efficienza energetica. Certificati bianchi, conto termico.
• Internazionalizzazione. Inserimento sui mercati esteri extra UE, Crediti all’esportazione, Studi di fattibilità e assistenza tecnica, Fondo di venture capital, Partecipazione al capitale, Patrimonializzazione delle PMI, Prima partecipazione a fiere e mostre.
In questa sede ne analizzeremo alcuni, rinviando alla lettura della Guida e dei documenti normativi di riferimento per tutti i necessari approfondimenti.
CREDITO DI IMPOSTA INVESTIMENTI
Da tempo richiesto da Confindustria per favorire un forte rilancio degli investimenti nel Mezzogiorno, il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi è stato finalmente introdotto dall’ultima Legge di Stabilità e reso operativo con un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, che fissa al 30 giugno 2016 il termine per l’invio della comunicazione relativa all’investimento per il quale si chiede l’agevolazione. Il bonus è riconosciuto per le acquisizione effettuate dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2019 ed è differenziato in relazione alle dimensioni aziendali: 20% per le piccole imprese, 15% per le medie, 10% per le grandi. Possono usufruirne, gli investimenti relativi all’acquisto, anche tramite leasing, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive nuove o già esistenti ubicate in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia e nelle zone assistite del Molise, Abruzzo e Sardegna. L’agevolazione è commisurata alla quota del costo complessivo degli investimenti al netto degli ammortamenti dedotti nel periodo d’imposta e relativi alle stesse categorie di beni, con esclusione di quelli oggetto dell’incentivo. Anche il progetto di investimento agevolabile è soggetto a un limite massimo, distinto per dimensioni aziendali: 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, 5 milioni per le medie,15 milioni per le grandi. Il credito d’imposta non si applica alle imprese in difficoltà finanziaria e a quelle operanti nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia, delle infrastrutture energetiche, del credito, della finanza e delle assicurazioni.
Inoltre, non è cumulabile con gli aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto gli stessi costi, mentre è cumulabile con la misura del “Superammortamento” per beni strumentali nuovi acquisiti dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016. In base a quest’ultima, introdotta dalla stessa legge del bonus, i titolari di redditi di impresa e gli esercenti arti e professione, indipendentemente dalla forma giuridica assunta, dalla dimensione aziendale, dal settore economico di attività, nonché dal regime contabile adottato, possono dedurre un costo figurativo aggiuntivo del 40% rispetto al prezzo di base, in relazione ai beni acquistati nel periodo sopra indicato. In termini pratici, a fronte di un costo di acquisizione effettivo di un bene pari a 100, la deduzione dell’ammortamento fiscale sarà effettuata su un valore figurativo pari a 140 e avverrà in via extracontabile, mediante una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi.
CREDITO D’IMPOSTA R&S
La legge di Stabilità 2015 aveva invece introdotto, in sostituzione di quello mai divenuto operativo del c.d. Piano Destinazione Italia, un credito d’imposta, utilizzabile in compensazione, per la parte incrementale degli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati dall’impresa tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2019, rispetto al costo medio sostenuto nel periodo 2012/2014. Sono ammissibili all’agevolazione le seguenti attività di R&S:
Ricerca di base: lavori sperimentali o teorici svolti, con la principale finalità di acquisire nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette;
Ricerca industriale o applicata: ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permetterne un miglioramento, oppure creare componenti di sistemi complessi, necessaria per la ricerca industriale, a esclusione dei prototipi;
Sviluppo sperimentale: acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica e commerciale al fine di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati; […] realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota, destinati a esperimenti tecnologici o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida;
Produzione e collaudo: di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali. La misura dell’agevolazione è pari al 25% della spesa incrementale relativa alle attività di ricerca ammissibili, mentre aumenta al 50% per i costi di personale e per la c. d. “ricerca contrattuale”.
Per accedere al beneficio, è necessario che il volume minimo di investimenti per ciascun periodo d’imposta sia pari a 30.000 euro, mentre il tetto massimo annuale non può superare i 5 milioni di euro. Importanti precisazioni sull’operatività della misura sono state fornite dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 5/E del 16 marzo scorso. In particolare, con riferimento alla cumulabilità con altri strumenti agevolativi, il provvedimento chiarisce che il credito d’imposta R&S e il regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali (software, brevetti, marchi) – patent box sono sinergici, in quanto diretti ad agevolare l’attività di ricerca e sviluppo nelle fasi di svolgimento della stessa.