Nonostante le problematiche, il comparto vasto legato alla terra di anno in anno cresce sempre più, rinnovandosi a suon di idee e di nuove tecnologie
Ripartire dalle radici, dalla terra, ricredere nell’agricoltura. Gli ultimi anni, come ben sappiamo, sono stati caratterizzati da un diffuso ritorno verso il settore agricolo.
Uno dei dati più sorprendenti, insieme a quello occupazionale, riguarda anche l’aspetto generazionale. Se un giorno erano soprattutto le famiglie a sforzarsi per tramandare l’attività e le sue tradizioni, oggi sono i più giovani a raccogliere autonomamente la sfida. Si tratta di una rivoluzione culturale: una staffetta che riscopre un patrimonio immenso. Il settore agricolo, nonostante le problematiche, cresce e si innova a suon di idee e di nuove tecnologie.
In tal senso, all’interno della filiera ortofrutticola, c’è un mercato giovane, ma consolidato, con fatturati imponenti, che si definisce quarta gamma e propone da qualche anno un servizio di eccellenza: prodotti freschi e di qualità, raccolti, selezionati, lavati e imbustati per essere consumati direttamente. È un settore che si adatta alla richiesta e viene incontro a ogni tipo di esigenza con soluzioni pratiche e a costi contenuti.
L’auspicio è che il suo ciclo di vita sia infinito, ma c’è l’obbligo della specializzazione.
Stare al passo coi tempi è fondamentale per continuare a garantire risposte al mercato interno e, forse ancor di più, a quello esterno che a sua volta si sta sempre più affinando. Dalla campagna all’industria il passo, oramai, non è solo breve, ma rappresenta una grande soluzione di continuità. Il paesaggio agricolo, dove un tempo sussistevano distese di terreni, oggi si caratterizza per la presenza di aziende moderne, ma intrise di storia e lavoro. La politica, in tutto questo, ha una grande responsabilità. Deve non solo sostenere l’imprenditore e essere autentica interprete della promozione territoriale, ma soprattutto garantire le migliori condizioni possibili. In un mercato globalizzato e in espansione, le attenzioni verso la produzione sono elevate. Ne deriva che anche una strada pubblica curata e ben tenuta possa determinare benefici evidenti.
Indispensabile è, allo stesso tempo, operare nel pieno rispetto dell’ambiente: per un settore che fa della natura il suo punto di forza, non potrebbe essere diversamente. A livello territoriale, inoltre, è indispensabile creare punti di riferimento istituzionali con deleghe amministrative ad hoc e appositi uffici di coordinamento e supporto. Unitamente alla politica e nello stesso ordine di importanza, figura, a mio avviso, anche la responsabilità dei sindacati e delle associazioni di categoria. Oltre all’azione di tutela, è indispensabile implementare nuovi momenti di confronto. Insieme ai giovani, infatti, vi sono anche industriali di altri settori che guardano con rinnovato interesse all’agricoltura.
Di pari passo vi è la ricerca di una sana competitività: imprenditore guarda imprenditore con positività. Immagino anche nella nostra provincia un grande polo produttivo in rete. Lo stesso passaggio generazionale, che spesso sfocia in conflitto, deve in questo caso essere foriero di speranza perché il self-made man di un tempo possa accompagnare i giovani eredi in un percorso di ampia realizzazione e soddisfazione.