L’avvalimento, come previsto dal Codice degli Appalti, non va bene. Secondo i giudici europei il cumulo delle capacità di più imprese per soddisfare i requisiti richiesti dalla stazione appaltante è possibile sempre a patto che il candidato abbia effettivamente disponibili mezzi e maestranze delle imprese ausiliare di cui si avvale, e che il tutto non sia invece solo un contratto vuoto
Per chiunque si occupi di lavori pubblici, e certo molti dei lettori di questa rubrica, l’istituto dell’avvalimento è senz’altro conosciuto. Si tratta di un contratto con il quale un’impresa non qualificata, si avvale di un’altra impresa (cosiddetta ausiliaria) che ha invece i requisiti per svolgere quel determinato lavoro, utilizzando mezzi e maestranze.
É istituto comunitario, di origine giurisprudenziale, che all’inizio ha dato origine a non poche discussioni, ma che pare oggi si stia a poco a poco assestando anche in Italia, vista la quantità di contratti di tale fatta che si riscontrano nelle procedure di gara.
Il Codice degli Appalti , agli artt. 49 e 50, disciplina tale istituto e tra i paletti vi è, però, il divieto di avvalimento plurimo, e cioè la possibilità per un unico appalto di avvalersi di più imprese.
Orbene, la Corte di Giustizia Europea con la sentenza del 10.10.2013 sul ricorso C94/12 ha giudicato illegittime tale limitazione. Chiamata a pronunciarsi dal TAR delle Marche, doveva decidere proprio in merito all’esclusione di un raggruppamento temporaneo di imprese per essersi avvalso, appunto, di più imprese ausiliarie per dimostrare i requisiti di un’unica categoria di qualificazione.
La Corte di Giustizia Europea con la citata sentenza ha giudicato illegittimo l’art. 49 comma VI del Codice degli Appalti che vieta, appunto, tale forma di avvalimento. Secondo i giudici europei il cumulo delle capacità di più imprese per soddisfare i requisiti richiesti dalla stazione appaltante è possibile sempre a patto che il candidato abbia effettivamente disponibili mezzi e maestranze delle imprese ausiliare di cui si avvale, e che il tutto non sia invece solo un contratto vuoto.
L’intervento della Corte Europea è verso la massima apertura alla concorrenza, alla partecipazione agli appalti e indubbiamente ciò favorirà le piccole e medie imprese che potranno cumulare i propri requisiti e partecipare ad appalti più importanti in ausilio ad imprese già da tempo presenti nel mercato. Considerando che ciò comporta anche l’aumento della propria qualificazione, ciò permetterà ai piccoli operatori nuove e importanti possibilità di crescita.