La startup premiata da Banca Sella facilita la precisione delle decisioni cliniche dei medici, migliora l’autonomia e la qualità della vita dei pazienti, riducendo al contempo i costi del sistema socio sanitario. Ce ne parla Luca Romanelli
A quale bisogno concreto risponde la vostra idea e a chi è rivolta?
RiAtlas ha sviluppato un’applicazione per la Salute Digitale, sfruttando le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale per la gestione integrata di percorsi terapeutico-assistenziali, favorendo il rientro del paziente nel proprio ambiente di vita. Attualmente il governo clinico di pazienti complessi che avviano un percorso assistenziale di cura è dispendioso, scarsamente personalizzato e poco adatto alle reali esigenze del paziente. I risultati complessivi sono difficilmente misurabili. Il paziente è quasi del tutto estraneo al percorso di cura. La nostra soluzione offre un ambiente in grado di prendere in carico il paziente e monitorarlo attivamente, utilizzando dei biomarcatori digitali “validati”, grazie anche all’utilizzo di un dispositivo indossabile. I clienti target della soluzione sono gli ospedali/strutture cliniche.
Ad oggi qual è stata la risposta alla vostra innovazione?
La soluzione si posiziona nel mercato del Digital & Mobile Health, un settore in continua crescita ed evoluzione tecnologica, alle prime fasi di introduzione. Attualmente sono in corso delle sperimentazioni dell’applicazione prototipale in strutture cliniche. I feedback ottenuti per ora sono positivi, il prossimo passo sarà portare la soluzione sul mercato.
Su cosa si soffermano più spesso i suoi occhi quando è in giro per il mondo?
Amo viaggiare e sono molto curioso. I miei occhi si soffermano su tutto quello che è nuovo, diverso da ciò che sono abituato a osservare tutti i giorni. Sono attratto dalle persone, dalla natura, dalle bellezze che il nostro patrimonio ci mette a disposizione.
Crede nell’intelligenza (artificiale) al potere?
L’intelligenza artificiale deve migliorare quello che oggi già facciamo, senza sostituirsi alla capacità umana. Non può sostituirsi alla capacità dell’individuo di creare, di dirigere, di pensare. Va dunque vista come un processo di miglioramento continuo, non come un progetto. L’importante è aver chiari gli obiettivi da raggiungere, le tecnologie sono una conseguenza.