ATI, da fabbrica di tabacco ad archeologia industriale

Un articolato progetto di recupero, basato su un finanziamento collettivo di privati e aziende, riconverte i sei essiccatoi esistenti a Battipaglia realizzando, su circa 15.000,00 mq complessivi, spazi di co-working destinati ad attività artigianali, studi professionali e startup, un grande market di prodotti tipici e a Km zero e un polo fieristico.
L’ex tabacchificio A.T.I. di Battipaglia, già Farina, fu uno dei più grandi stabilimenti del complesso aziendale della Società Agricola Industriale Meridionale (S.A.I.M.). Ricostruito nelle forme attuali, dopo la distruzione bellica del 1943, sostanzialmente era costituito da grandi capannoni che liofilizzavano e custodivano le foglie di tabacco, coltivate nei campi della Piana del Sele.
Oggi è in condizione di ultra decennale abbandono, ma è di fondamentale importanza per il nuovo assetto urbanistico dell’area, interessata da un generale programma di riorganizzazione urbanistica attuato attraverso la realizzazione del progetto Più Europa, che prevede la realizzazione a breve distanza dalla struttura di un centro modale d’interscambio.
Collocato a ridosso del centro urbano e a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, risulta servito dalle maggiori infrastrutture provinciali, se si considera che dista soli 2 km dall’uscita dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e 7 dall’aeroporto di Salerno Pontecagnano.
Ogni essiccatoio ha una superficie di 1.400 mq e un’altezza di 12 m. Nei tabacchifici della Piana del Sele, erano impiegati molti lavoratori stagionali, soprattutto donne, che migliorarono le loro condizioni di vita e di lavoro, trovando nelle fabbriche di tabacco, il mezzo per raggiungere l’emancipazione femminile e lo sviluppo economico delle proprie famiglie.
L’uso pubblico cui si vogliono destinare, nel progetto, i sei essiccatoi esistenti, costituisce il sigillo della continuità della sua funzione nella comunità.
Il progetto
Il progetto proposto è innovativo soprattutto perchè basato su un finanziamento collettivo di privati e aziende che investono nel recupero della struttura, allo scopo di riservarsi uno spazio all’interno dell’ex tabacchificio recuperato, a un prezzo low cost che varia da un minimo di 35,00 euro a un massimo di 62,50 euro mensili. Di sostegno al bando, sarà realizzata anche una campagna di crowdfunding, dedicata a chi investe nel progetto un budget minimo, finalizzato a sostenere il progetto o anche per simpatia alla proposta progettuale.
Con questa forma di finanziamento, si darebbe vita a una collaborazione tra pubblico e privato, la prima di questo tipo in città, finalizzata al recupero di un bene dalle importanti valenze storico-architettoniche e identitarie, che rappresenterebbe un nuovo modello di gestione comune di spazi recuperati, quale esempio concreto di best practice applicata a beni architettonici. Il progetto di riconversione del Tabacchificio Farina prevede di realizzare, su circa 15.000,00 mq complessivi, spazi comuni e di co-working, destinati ad attività artigianali, studi professionali e startup, un grande market di prodotti tipici e a Km 0 e un polo fieristico.
In un essiccatoio è prevista la cessione a condizioni agevolate, a quanti ne faranno richiesta, di un spazio da dedicare alla propria attività di artigiano o di professionista.
Il progetto è, infatti, anche un’occasione concreta di inserimento lavorativo di giovani e meno giovani del territorio.
A disposizione dei coworker, ci saranno non solo laboratori e uffici singoli, ma open space attrezzati con cura e attenzione, con piante e librerie, utilizzate per suddividere gli ambienti di lavoro e mantenere la privacy di ogni singolo spazioati2.
È previsto l’allestimento di un co–baby, di un bar e di una cucina, aree verdi e di relax che fungono da fulcro di discussione, condivisione di idee, collaborazione, configurandosi quale vero e proprio “incubatore di idee” con un pacchetto, per così dire all inclusive e low cost.
In un altro essiccatoio, il progetto prevede la creazione di un’area market di prodotti tipici e a km0, che riportano sull’etichetta l’indicazione del produttore, in quanto obiettivo fondamentale è quello di dare visibilità e riconoscibilità alle aziende che aderiranno al progetto. Per questo saranno sistemati nello spazio market, totem informativi e display con video illustrativi delle aziende partecipanti, per le quali la struttura si configurerebbe come un punto vendita dove pubblicizzare l’azienda.
Gli ultimi quattro essiccatoi sono destinati a spazio espositivo, per l’organizzazione per ogni singola azienda di una Fiera all’anno per sei anni, con l’obiettivo di rilanciare e permettere l’incontro tra domanda e offerta di beni e servizi, quindi tra imprese e operatori del settore, clienti e giornalisti.
Inoltre la sinergia della struttura con l’aeroporto di Salerno offrirà una evidente possibilità di ampliare da una parte il bacino di utenza dell’aeroporto e, dall’altro, di radicarlo con maggiore forza sul territorio attraverso funzioni più spiccatamente business.
Sarà infatti di servizio al quartiere fieristico, che usufruirà dei collegamenti di volo nazionali e internazionali in partenza e in arrivo nell’aeroporto. Il Nuovo Polo Fieristico si collocherebbe strategicamente lungo l’asse del sistema delle autostrade che da Salerno, importante stazione dell’alta velocità, porta all’aeroporto e alla Piana del Sele.
Il polo fieristico potrebbe essere collegato con l’aeroporto di Salerno anche ferroviariamente, attraverso la realizzazione di una nuova stazione della metropolitana leggera fino a Battipaglia, la cui ferrovia dista poche centinaia di metri dall’ex tabacchificio e dal costruendo centro modale d’interscambio, che dovrebbe servire l’utenza di tutta l’area provinciale a sud e sud-est di Salerno.
L’intero progetto di riconversione dell’ex tabacchificio Farina potrebbe rappresentare, quindi, un’occasione di sviluppo infrastrutturale del territorio, motivando interventi finora auspicati, ma di fatto rimandati o accantonati.