Autore: Giuseppe Fatati

Presidente Italian Obesity Network

Obesità e comportamenti alimentari (1° parte)

[caption id="attachment_1222" align="alignleft"]una foto dell’autore[/caption]

Il Ministero della Salute britannico ha recentemente stimato che, se continueranno le attuali curve di crescita dell’obesità, entro il 2050 ci sarà un’aspettativa di vita media inferiore di 5 anni per gli uomini.

 

Le patologie croniche non comunicabili rappresentano una delle sfide più difficili per i sistemi sanitari, sia nei paesi industrializzati, sia in quelli in via di sviluppo: gli esempi più evidenti sono l’obesità e il diabete.

Come il gusto influenza le scelte alimentari 2°parte

giovanni fatatiAbbiamo affermato che ogni essere umano ha un proprio gusto e un proprio modo di rapportarsi con il cibo seppur all’interno di tradizioni, mode e tendenze.
Quello che ci differenzia maggiormente dagli altri esseri viventi è il disporre di una mente in grado di riconoscere e di farsi riconoscere, cioè di una coscienza.
Cervello e mente non sono la stessa cosa, si tratta di due livelli diversi, reciprocamente necessari e interdipendenti e il loro rapporto è una concretizzazione delle modalità più generali dell’autorganizzazione che caratterizza la vita dell’uomo.
Il sé, soggetto della conoscenza, affiora per gradi: dapprima il proto sé con i suoi sentimenti primordiali, poi il sé nucleare guidato dall’azione e poi il sé autobiografico.
Il proto sé è un insieme integrato di configurazioni neurali separate che mappano, istante per istante, gli aspetti più stabili della struttura fisica dell’organismo.
Il profilo mentale del proto sé deve poi connettersi con gli eventi nei quali è coinvolto e dare origine alla sensazione di conoscere e differenziare l’oggetto.
Il sé nucleare è in grado di legare l’immagine agli oggetti e ai sentimenti.