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Recentemente il Garante della Privacy ha accolto il ricorso di un cittadino italiano residente negli Stati Uniti, ordinando a Google di deindicizzare gli url allo stesso riconducibili e risultanti dalla ricerca associata al suo nominativo, sia nelle versioni europee, che in quelle extraeuropee del motore di ricerca perché contenenti informazioni non più attuali e lesive della sua reputazione