Dietro l’appello firmato dalle Confindustrie italiana, francese e tedesca una precisa idea di società, aperta e inclusiva, e alcune questioni da affrontare con urgenza come la riduzione dei divari tra territori, imprese e persone puntando sul lavoro, innanzitutto giovanile, e riattivando l’ascensore sociale facendo leva sulla formazione
La voce delle imprese
La migliore risposta alla precarietà sta in una vera e propria politica per il lavoro e nella formazione umana e professionale dei nostri giovani che non chiedono di essere assistiti ma di avere un’opportunità per dimostrare quanto valgono senza essere costretti a cercare fortuna altrove
Lavoro ai giovani e crescita, è il momento della responsabilità
Alla vitalità del settore privato, occorre aggiungere un più incisivo contributo del comparto pubblico cui chiediamo di attivare gli investimenti previsti per realizzare quelle infrastrutture materiali e immateriali di cui il Paese ha bisogno per competere
L’industria prima di tutto, in Italia e in Europa
Bisogna capire che la sfida non è al proprio interno ma tra l’Unione tutta e il mondo esterno. La crescita va considerata non come fine, ma come precondizione per ridurre ed eliminare diseguaglianze e povertà