Anche quest’anno brillanti giovani provenienti da tutta Italia hanno dominato la scena con il loro sapere digitale, unito a talento e vis imprenditoriale, confermando Salerno come territorio fertile e aperto al futuro
I giovani come risposta alla crisi, alle incognite del futuro, all’adattamento necessario del sistema produttivo all’economia della conoscenza. Se generalmente si parla di loro più come un’assenza che una presenza energica da valorizzare, il Premio Best Practices per l’Innovazione, anche quest’anno, ha rovesciato la prospettiva. Brillanti giovani provenienti da tutta Italia hanno dominato la scena con il loro sapere digitale, unito a talento e vis imprenditoriale.
Sul podio Medere, giovanissima startup romana fondata da tre ingegneri biomedici che – in collaborazione con la multinazionale Novartis – ha messo a punto una soluzione innovativa, che utilizza l’Intelligenza Artificiale e la stampa in 3D ed è pensata attorno all’utente finale, alle sue esigenze e ai suoi bisogni. Attraverso dei sensori, infatti, i plantari progettati consentono il monitoraggio dell’andamento di un numero significativo di parametri fondamentali per una corretta interpretazione della deambulazione in soggetti affetti da patologie muscoloscheletriche, neurologiche e non.
Per due giorni, industria, startup, accademia, mondo della ricerca e investitori hanno dialogato intensamente per favorire l’incontro tra domanda e offerta di innovazione, confermando Salerno come territorio fertile, aperto ai giovani e al futuro. La buona riuscita dell’evento non è solo merito della creatività delle idee in gara, ma anche dell’impegno di tutti gli attori della solida filiera costruita nel tempo dal Premio BPI.
Oltre alle categorie digitalizzazione e tecnologie applicate ai beni culturali e al turismo, settore quest’ultimo messo a dura prova dai mesi di pandemia, il Premio Best Practices per l’Innovazione nell’edizione 2021 ha scommesso anche sulle nuove idee emerse nel mercato agrotech. Presentati tanti progetti concreti, dai risultati misurabili, grazie ai quali sarà possibile procedere a passo spedito verso il futuro del settore agroalimentare e dell’industria di trasformazione. Attraverso il digitale, ancora una volta saranno proprio le giovani generazioni, con la loro aumentata visione di un’agricoltura più sostenibile ed equa, a rendere maggiormente efficienti i processi, migliorando al contempo la qualità di quei prodotti da sempre vanto del nostro Made in Italy.
Lunga vita dunque al Premio BPI, capace, anno dopo anno, di creare le giuste opportunità per quanti hanno voglia di contribuire allo sviluppo e alla ricchezza, economica e sociale, del nostro territorio e del Paese.
E buon coraggio a tutti gli innovatori. L’Italia tutta ha bisogno di seguire grandi idee per tornare a credere in se stessa e a crescere.