L’interscambio via mare tra la regione e il resto del mondo al primo semestre 2013 ammonta, nello specifico, ad oltre 4,5 miliardi di euro – pari al 46% del totale regionale – ed è attribuibile per il 56,2% all’import e per la restante quota ai flussi in uscita
Tra i settore core per lo sviluppo e la crescita del Sistema Italia non può mancare il trasporto marittimo, soprattutto se si considerano le opportunità connesse ad un incremento delle relazioni economiche e commerciali che il nostro Paese ha con il resto del mondo. Ormai da tempo le analisi di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno concentrano la loro attenzione su di esso, in quanto segmento di primaria importanza nel più ampio ambito del filone di ricerca indirizzato al settore dei trasporti e della logistica.
Tra i diversi aspetti monitorati da SRM figura quello delle relazioni commerciali, utile non solo per valutare l’ampiezza del fenomeno ma anche per valutare la capacità del nostro Paese di cogliere e gestire i flussi esistenti e quelli futuri che potranno essere l’origine di una nuova domanda e di una nuova competitività delle imprese e delle infrastrutture del territorio.
Parlando di interscambio marittimo del Mezzogiorno – ed escludendo le due isole che per loro natura primeggiano in tale comparto – la Campania fa registrare i flussi maggiori con oltre il 15% del totale della macro area.
L’interscambio via mare tra la Campania e il resto del mondo al primo semestre 2013 ammonta, nello specifico, ad oltre 4,5 miliardi di euro – pari al 46% del totale regionale – ed è attribuibile per il 56,2% all’import e per la restante quota ai flussi in uscita.
Analogamente a quanto registrato per l’intero territorio nazionale e anche grazie alla presenza di due dei principali porti nazionali, il trasporto via mare è, quindi, il primo canale attraverso cui viaggia la merce in entrata e in uscita dalla regione, seguito (con un peso di circa 20 punti percentuali in meno) dal trasporto su strada.
Un ulteriore dato positivo deriva dall’analisi di trend riferita agli ultimi anni. Se, infatti, da un lato emerge come, rispetto all’analogo periodo del 2012, si registra un aumento del 5,7% a fronte di un calo del 3,3% del commercio complessivo della regione, dall’altro si evidenzia come il peso del trasporto via mare sul totale dei traffici regionali sia in costante aumento con un valore che passa dal 40,7% del 2010 al 46% del 2013.
Il comparto marittimo, quindi, non solo non risente della contrazione generale degli scambi regionali ma può anche configurarsi come un possibile traino per gli stessi in ottica futura.
Nel grafico viene esemplificato l’interscambio commerciale marittimo della Campania: peso sul totale regionale e variazione annua (I sem. 2010 – I sem. 2013), FONTE: elaborazione SRM su dati ISTAT Coeweb, 2013
Le principali aree con cui la Campania intrattiene rapporti commerciali via mare sono l’Asia Orientale, i paesi dell’UE 28, l’America settentrionale e l’Africa settentrionale. Con l’aria asiatica, in particolare, viene scambiata merce per un valore pari a 915,8 milioni di euro (il 20,2% del totale regionale) e si tratta per lo più (il 77%) di importazioni campane. Per contro, nei confronti delle altre tre aree sopra citate (che pesano sul totale regionale per il 15,3%, il 14,1% ed il 13,2%) la regione è soprattutto area esportatrice.
Se si escludono i prodotti energetici, la situazione non cambia per le prime tre aree di riferimento; i paesi dell’Africa settentrionale, invece, lasciano il posto a quelli dell’America centro-meridionale.
Da un punto di vista qualitativo, infatti, i prodotti energetici non sono tra quelli a maggior impatto sugli introiti regionali con un peso sul totale che, nel loro insieme, è pari al 6,3% (circa 287,6 milioni di euro). Le aree di riferimenti principali per tale categoria sono l’Africa settentrionale (con il 59,4% del totale degli scambi regionali di prodotti energetici) ed i paesi dell’UE 28 (18,2%); in entrambi i casi si tratta quasi esclusivamente di importazioni campane.
Alla base dei flussi commerciali regionali ci sono, per contro, i metalli ed i manufatti in metallo (con il 21,6% del valore complessivo), i prodotti alimentari (18,8%), quelli dell’industria tessile (14,3%) ed i mezzi di trasporto (10,8%). Per quest’ultima categoria e per i beni alimentari la Campania è soprattutto area di origine, mentre nei due restanti comparti prevalgono i flussi in entrata.
Scendendo ancor più nel dettaglio degli scambi regionali è possibile notare come ogni singola area geografica del mondo sia il punto di riferimento per determinate categorie merceologiche.
Per i rapporti con l’Asia Orientale, ad esempio, emerge come circa la metà del valore complessivo della merce scambiata sia attribuibile a due sole categorie, ossia i prodotti alimentari (per lo più esportati) e quelli dell’industria tessile (quasi esclusivamente d’importazione). Un’analoga concentrazione si ha con i Paesi dell’UE28 i cui rapporti sono basati per oltre i tre quarti sull’importazione di metalli e manufatti in metallo e sull’esportazione di prodotti alimentari e mezzi di trasporto. Queste ultime due categorie sono le stesse che caratterizzano i rapporti commerciali con i paesi dell’America settentrionale, con un peso sul totale di quasi il 60% e, anche in questo caso, la Campania è per lo più paese di origine dei flussi commerciali.
L’importanza del trasporto marittimo (tanto merci quanto passeggeri) per l’economia regionale è confermata anche dalla presenza di numerose imprese specificatamente dedicate a tale attività. Si tratta, in particolare, di 235 unità riferite per oltre l’85% alla provincia di Napoli.
Si stima, inoltre, che per un panel di 84 imprese con bilanci disponibili al 2012, il fatturato complessivo è di oltre 790 milioni di euro; per il solo comparto merci, invece, per un panel di 13 imprese tale valore supera i 164 milioni di euro.
Le analisi effettuate da SRM, per concludere, sottolineano tutta l’importanza che il trasporto marittimo riveste per l’economia regionale: esso è non solo una delle principali modalità di trasporto utilizzate per l’ingresso e l’uscita delle merci dal territorio campano, ma è anche, a differenza degli altri settori, in rilevante crescita rispetto al passato. Confrontando i dati del primo semestre del 2013 con quelli dell’analogo periodo del 2010, il commercio via mare registra, infatti, una crescita del 18,1% a fronte di un trasporto aereo pressoché stabile e di un trasporto terrestre in calo (-26,2% per il ferroviario e -8,3% quello stradale).
Per approfondire questa tematica è possibile scaricare le ricerche di SRM su www.sr-m.it così da poter apprendere anche quali sono le possibili strategie da seguire per il rilancio del comparto.