Cannon Artes, un’azienda dalla solida guida

Cuore pulsante della società d’ingegneria il suo Amministratore Delegato Pasquale Punzo, premiato lo scorso febbraio nel corso della cerimonia di consegna degli Italian Reputation Award 2025 presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di New York

Che la reputazione sia uno dei primi asset intangibili in grado di migliorare il business aziendale è un dato, ormai, innegabile. A fare la differenza però non è tanto l’immagine che di noi rimettiamo all’esterno, quanto quella solida credibilità che si costruisce nel tempo e che si nutre di una chiara identità, di scelte ponderate e azioni vincenti.

Un premio proprio alla reputazione è stato tributato lo scorso febbraio all’ingegnere Pasquale Punzo, amministratore delegato della Cannon Artes, nel corso della cerimonia di consegna degli Italian Reputation Award 2025 presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di New York.

Il riconoscimento attribuito all’ingegnere evidenzia il suo ruolo determinante nel promuovere soluzioni sostenibili, in particolare nella progettazione di impianti per il trattamento delle acque e, di rimando, nella lotta per la tutela e il risparmio delle risorse naturali, mettendo in luce l’importanza di un approccio professionale che mira da sempre non solo a ottime performance aziendali, ma soprattutto alla creazione di benessere e valore generale, come lui stesso sottolinea: «Ricevere un premio per la “buona” reputazione, se da un lato è quasi un sigillo al buon agire e alla correttezza professionale e personale, dall’altro è senz’altro uno sprone per il futuro, uno stimolo a superarsi per mantenere l’obiettivo raggiunto. La reputazione si costruisce poco per volta, lavorando in modo serio e mettendo al centro non il proprio ego e le proprie ambizioni personali, ma le necessità e le aspettative di tutti gli stakeholder coinvolti. Per un’azienda è ancora più difficile perché significa non solo tenere nella giusta considerazione il cliente, ma anche il benessere dei propri collaboratori e l’impatto che le proprie attività hanno sulla comunità in cui l’azienda opera. Tutto ciò è possibile solo se l’azienda ha il DNA giusto per sviluppare queste caratteristiche e non un solo uomo; fortunatamente la Cannon Artes ha in sé questi geni, il mio merito è stato quello di non avversarli ma di assecondarli, consentendo anche ad altri talenti di emergere in azienda».

Poche parole che sintetizzano un approccio da vero leader, i cui comportamenti sono perfettamente coerenti con i valori dell’azienda. Una rispondenza autentica, capace di irrobustire la fiducia di cui gode sui mercati internazionali la Cannon Artes dal 1977, da quando – pioniera – ha fatto da apripista ad altre realtà specializzandosi nella progettazione, produzione e installazione di impianti per il trattamento delle acque di processo e delle acque reflue. L’ingegnere Punzo – entrato in azienda nel 1982, subito dopo la laurea in ingegneria – è stato il primo a fare ricerca nel comparto. I primi impianti furono quelli progettati e realizzati in Campania per gli stabilimenti satelliti dell’Alfa Romeo e per l’Ansaldo.

Da lì è stato un crescendo, inizialmente al servizio dell’industria conserviera fino ad arrivare alla produzione di impianti per l’Olivetti di Pozzuoli e per l’Enel con la realizzazione di 25 impianti per le sottostazioni da Roma a Reggio Calabria.

Cresceva l’azienda e, in parallelo, anche le competenze e le responsabilità dell’ingegnere Punzo che, dopo essere diventato a soli 32 anni dirigente, nel 1994 assume la carica di amministratore delegato, compito che svolge tuttora con quella sensibilità che solo l’esperienza e un mind set in continua evoluzione consentono.

Ad oggi la Cannon Artes conta 135 dipendenti diretti, di cui più di 40 rappresentano l’area ingegneristica che, a partire dalla più piccola vite, sforna progetti che dalla sede di Oliveto Citra arrivano sui mercati mondiali.

La clientela della Cannon Artes è infatti ovunque, soprattutto al di fuori dei confini nazionali: in Europa l’azienda fattura in media circa un 10-15%, nel Sud-est asiatico un 20-25% un 10% in America, mentre il restante 50% circa lo assorbe il Golfo Persico. La forza degli impianti targati Cannon Artes è tutta nella loro unicità: non esistono progetti standard ma, dal più piccolo al più grande, sono realizzati sulle esigenze peculiari della committenza.

I settori industriali serviti – Energia, Chimico e Petrolchimico, Cartario, Farmaceutico, Alimentare, Tessile, Minerario e Metallurgico – sono tra i più selettivi a livello mondiale. Eppure Cannon Artes riesce sempre a distinguersi e a prosperare.

Oltre a detenere la conoscenza delle tecnologie più avanzate per il trattamento delle acque, si differenzia dalla concorrenza per il suo approccio al problem solving. Nessuna soluzione immaginata è, dicevamo, buona per qualsivoglia esigenza. Analizzate nel dettaglio le necessità del cliente, la proposta tecnica o “impiantistica” di rimando ha come obiettivo sempre la riduzione delle risorse consumate (energia e acqua), il minimo impatto ambientale tecnicamente possibile, la semplicità di gestione e, non ultimo, un costo di esercizio contenuto. In questo modo la Cannon Artes non investe solo sulla propria sostenibilità ambientale – autoproducendosi circa il 50% della energia elettrica consumata e risparmiando ingenti risorse con i sistemi di recupero e ricircolo delle acque di scarico negli stabilimenti di produzione – ma anche su quella dei propri partner, per cui progetta impianti costitutivamente performanti nella riduzione dei consumi energetici, dei chemicals utilizzati e del basso impatto ambientale.

Se è vero che «gran parte dell’arretratezza economica può essere spiegata come una mancanza di fiducia reciproca», è altrettanto facilmente comprensibile allora il successo duraturo della Cannon Artes, un’azienda esempio di giusto profitto, eccellenza del lavoro, rispetto del territorio e dei suoi dipendenti.