Carlo Michelstaedter, il filosofo che fece di se stesso fiamma

Il suo ”radicalismo” e il suo desiderio di ritrovare lo ”stato originario” dell’esistenza sono solo alcuni dei temi nodali del volume a lui dedicato ”Come una cometa” di Valentina Mascia

 
Ci sono autori che ti attraversano per tutta la vita. Tu cresci, giochi, ami, ti arrabbi, gioisci, lavori, perdi tempo, costruisci relazioni, fai mille cose o non fai nulla, invadi o ti lasci invadere, fai carriera o fallisci…Insomma, mentre tu vivi, loro stanno lì. Dentro quel regno astratto e fondante che è il pensiero. Imperiosi e alteri nella loro forza espressiva. Immersi in quel tempo incantato che chiamiamo lettura. Ecco, Carlo Michelstaedter è uno di quegli autori che se lo hai letto in gioventù (nella ferocia ipersensibile del dirsi giovane) ti resta per sempre dentro. Ti resta dentro quell’estremo vigore di ragazzo-filosofo che deciderà di chiudere i conti con la vita, con un colpo di rivoltella alla tempia il 17 ottobre del 1910 a 23 anni.

Questo sommo goriziano lascia un testo fondamentale per il Novecento (e per il tempo che verrà): ’La persuasione e la rettorica”, ovvero la sua tesi di laurea pubblicata postuma, come postume sono tutte le sue pubblicazioni (l’Epistolario, le poesie e “Il dialogo della salute”).

Il suo è un pensiero fondato sulla filosofia greca, con uno sguardo incessante a Schopenhauer e Leopardi e costantemente proteso verso un orizzonte di volontà metafisica.
La sua “attualità”, la sua visione della vita, il suo “radicalismo”, il suo desiderio di ritrovare lo “stato originario” dell’esistenza sono alcuni dei temi nodali del volume “Come una cometa. Saggio su Carlo Michelstaedter” di Valentina Mascia (nella collana “Vita Nova” diretta da Daniela Calabrò, Rosalia Peluso e Renata Viti Cavaliere per le Edizioni Le Lettere).

La giovane ricercatrice dell’Ateneo salernitano, già autrice di saggi dedicati all’autore goriziano, in questo prezioso volume sistematizza tutte le trame teoriche del filosofo. E lo fa con densa attenzione filologica, analitica e teoretica. La Mascia scava nella storia giovanile di Michelstaedter, scioglie luoghi comuni (quelli che inevitabilmente invadono le biografie dei sucidi), si sofferma su temi nodali (il dolore), ricostruisce il suo guardare all’infinita poesia di Leopardi, ritrova tutti i riferimenti della sua tensione espressiva (Ibsen, Sofocle, logicamente Schopenhauer), propone un vivace cortocircuito con Italo Calvino (“che, per parlar di sé, ha indossato i sandali di Perseo e ha sfidato i mostri incantatori della civiltà moderna”) e largamente si sofferma sull’analisi della “Persuasione” indicandoci il procedere per “scomposizione” di Michelstaedter verso i “territori inesplorati dell’inconscio” e la “difficoltà di connettere il dentro/fuori di ogni esistenza”.

Un libro che entra nel cuore vivo di colui che fece “di se stesso fiamma”. Un libro che, con vigore analitico e tensione scientifica, ci racconta quel filosofo in grado di dire al mondo “a venire” che la sapienza non è nella misurazione della conoscenza o nel dato di una costatazione numerica o nella “logica del fare”. E nell’oggidiana epoca di forsennata “valutazione”, di “logica economica” e di “dato algebrico” come è necessario il suo pensare, la sua ricerca dell’altrove, il suo guardare al volo come dimensione salvifica. Come è tenacemente necessario il suo essere “come una cometa”.