Il legame “eretico” tra il maestro napoletano e due grandi sperimentatori italiani del secondo Novecento: Carmelo Bene e Leo de Berardinis
Detriti della storia
Per un museo della polvere, progetto di Gian Maria Tosatti, sarà visitabile fino al 10 ottobre tutti i giorni dalle 9 alle 19.30 presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Omaggio a Carmelo Bene, maestro della “sovrapposizione”
Ovunque vada, la “macchina attoriale” chiamata Carmelo Bene mostra sempre una “consapevolezza” degli strumenti che scorrerà parallela al suo “stare in scena”: cinema, radio, televisione, spettacoli teatrali, “letture” poetiche per Dante, Leopardi, Campana. Ancora oggi resta un caso unico nella storia della comunicazione creativa
L’ego cum di Elena Bellantoni
L’esposizione “Dunque siamo”, visitabile fino al 6 settembre 2014 negli spazi del Museo Archeologico Provinciale di Salerno, si presenta come un percorso luminoso che attraversa Salerno per costruire dialoghi e chiare emersioni del pensiero
Virginia Woolf, una vera, totale scrittrice
Una donna riconosciuta, adorata da pubblico e critica e con uno sguardo talmente lungimirante da far sembrare il futuro già accaduto. Il suo “scavar caverne” nell’umano è uno stile. Il suo linguaggio radicale giammai dimentica la bellezza, la ricercatezza e il dialogo con il figurativo
Piccoli racconti dal Novecento: omaggio a Manlio Sgalambro
Che uomo straordinario è stato Manlio Sgalambro (scomparso a 90 anni lo scorso 6 marzo). Straordinario per la scuderia densissima delle sue scritture (una saggistica rigorosamente Adelphiana), per la sua sicilianità vissuta con aristocratico orgoglio, per le sue adorazioni verso Nietzsche e Cioran, per l’amicizia produttiva con Franco Battiato (con cui dal 1994 creerà un magnifico sodalizio artistico), per la sua formazione parigina tra “biblioteche e bordelli” (apprendistato giovanile raccontato nel 2009 con il suo “Del delitto”), per la sua notorietà franco/ispanico/tedesca.
There is a light that never goes out
Piccoli racconti dal Novecento: dopo il tributo al regista francese Truffaut, un omaggio a The Smiths! Nati nel 1982 nella periferia di Manchester dall’incontro tra Marr e Morrissey (rispettivamente chitarrista e cantante del gruppo). Immediatamente, “come un innamoramento”, i due trovano una sintonia estetica, culturale e produttiva che (seppur non li terrà uniti per molto tempo, in fondo il gruppo dopo appena cinque anni già si scioglie) saranno il nevralgico racconto di un’epoca e di un territorio davvero potente
Piccoli racconti dal Novecento, omaggio a François Truffaut
C’è stato un tempo (tra il 1948 e il 1949) che alla Cinémathéque di Avenue de Messine e al Cineclub del Quartiere Latino del Cluny-Palace, andavano a cinema assieme Eric Rohmer, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard, FrançoisTruffaut e André Bazin…così come se niente fosse. E proprio in quell’andare giovanile teso a divorarsi tutti i film (gli americani, gli italiani, i giapponesi, gli “altri” francesi, gli amici, i maestri) si formava lo sguardo di una generazione di critici e “auteurs” (la prima “nata nelle cineteche”) che saranno base e linfa di tutto il cinema contemporaneo.
Una poesia muta
Percorsa da una grammatica visiva fitta di segni e di oggetti, di affetti e di cose, la parabola visiva messa in campo da Pierpaolo Lista (Salerno, 1977) presenta un discorso che fa i conti con il quotidiano per costruire una prosa fatta di piccoli dettagli, di accenni e accenti preziosi.
Gli spazi della critica
Il dibattito teorico attraverso le mostre 1980-2010 – Anni Novanta #7.
A modellare il paesaggio degli anni Novanta del XX secolo, una costellazione di mostre – legate dal filo riflessivo di un titolo cartografico, Punti cardinali dell’arte, più precisamente – rappresenta (accanto a Post-Human e Where? L’identité ailleurs que dans l’identification) un progetto teorico che, sulla via lattea dell’interdisciplinarità, mira a coniugare le forze più vitali del circuito internazionale dell’arte attraverso alcune parole d’ordine (multiculturalismo, transnazionalità e multimedialità) volte a costruire una mostra diffusa, «rivolta ad un pubblico che ricerca un contatto contraddittorio e complesso con l’opera d’arte, un confronto serrato sul piano delle relazioni multiple tra l’opera e l’orizzonte entro cui si colloca».