Il Chief Innovation Officer è una figura che si occupa di innovazione nelle aziende, nello specifico della gestione del cambiamento, una questione centrale, nell’epoca attuale, per la crescita, lo sviluppo e persino la stessa sopravvivenza delle imprese.
È noto anche dagli addetti ai lavori come CIO o CInO. È bene prestare attenzione alla denominazione CIO perché può indicare un’altra figura, ben diversa da quella del Chief Innovation Officer: il Chief Information Officer, ovvero il responsabile delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, colui che si interessa principalmente della gestione strategica dei sistemi informativi in azienda.
Il Chief Innovation Officer è un ruolo di recente introduzione e in costante crescita, tra i più ricercati dalle aziende internazionali. In Italia, stando a una ricerca dell’Università di Pavia, risulta presente nel 2,2% delle aziende, dati che però necessitano di essere aggiornati e che prevedono una crescita esponenziale del 12,8% entro il 2025. Un numero che fa riflettere sul come le competenze di un CInO siano sempre più ricercate e di importanza essenziale.
Pertanto, per figure come quelle di executive, manager, consulenti, imprenditori, responsabili engineering e R&D si rivela sempre più importante investire sulla formazione con corsi ad hoc, ad esempio seguendo un Master in Innovation Management. Un Master che presenta un taglio manageriale e che consente di acquisire i molteplici strumenti manageriali e operativi in modo da guidare le imprese con piena sicurezza e professionalità, in maniera da trasformare i cambiamenti attuali in opportunità concrete. Un po’ quello che dovrebbe assicurare per il business dell’azienda un buon Chief Innovation Officer.
Cosa fa il Chief Innovation Officer
Trattandosi di un ruolo la cui definizione è piuttosto recente, non è presente una specifica definizione. In linea generale, il CIO si occupa di guidare il processo di innovazione, di costruire l’ecosistema di innovazione aziendale e di guidare le iniziative interne di cambiamento culturale.
È necessario abbia importanti capacità di valutazione, leadership e pensiero critico, in modo da fornire analisi puntuali sull’organizzazione aziendale e allo stesso tempo promuovere nuove idee, così da rendere la società pronta a innovarsi e rinnovarsi per risultare competitiva nel suo presente. Inutile dire che il suo ruolo è essenziale in un’epoca come quella odierna che vede dominare i paradigmi della Digital Transformation.
Il ruolo del Chief Innovation Officer può essere svolto da diverse figure, come il manager, l’imprenditore, il consulente, per fare degli esempi, fortemente preparate rispetto alla gestione dell’innovazione con uno sguardo a 360° e un’importante esperienza nell’ambito di riferimento, in grado di conferire una vision ad ampio raggio.
Il valore aggiunto del Chief Innovation Officer per l’azienda
Il Chief Innovation Officer è stato spesso anche definito come l’evangelista dell’innovazione, per la sua funzione di portare la “buona novella” in più di un’occasione, anche scontrandosi con governance meno propense al cambiamento. Il suo valore aggiunto è proprio questo: capire e riuscire a comunicare quando è il momento di cambiare.
Questo perché si trova alla giusta distanza tra le dinamiche produttive interne e le relative problematiche, secondo uno sguardo omnidirezionale, capace di cogliere sia le voci interne sia esterne e mediare tra loro. Come si può intuire, non bastano skills tecniche acquisite nel corso degli anni. Un buon Chief Innovation Officer presenta skills trasversali e importanti doti personali che lo rendono adatto al ruolo.