Per chi è interessato a vendere il proprio appartamento, sono numerosi gli aspetti – anche di carattere burocratico – che è opportuno tenere in considerazione. Prima di consultare il miglior portale per gli annunci di case, quindi, vale la pena di informarsi in modo meticoloso a proposito degli adempimenti che occorre rispettare. Di solito, quando un potenziale acquirente manifesta un certo interesse nei confronti di un immobile, il primo passo che viene compiuto è rappresentato da un assegno di acconto che viene fornito come prima garanzia con l’intento di bloccare l’immobile.
Va detto che tale procedura non è un obbligo di legge, ma ormai rientra nella prassi: si tratta di un passaggio che deriva da un accordo sancito dalle parti in causa, magari frutto di una scrittura privata. La restituzione o il deposito dell’assegno, a seconda dei casi, sono determinati dalla reciproca soddisfazione delle garanzie che i soggetti hanno messo a disposizione.
Che cosa succede dopo la proposta di acquisto
Lo step successivo rispetto alla proposta di acquisto va individuato nel preliminare, che è un contratto a tutti gli effetti. Nel caso in cui le garanzie non siano verificate, l’accordo può essere rotto, mentre si corre il rischio di andare incontro a una sanzione giuridica se il venditore non è in grado di dimostrare che le caratteristiche dell’immobile presentate corrispondono a quelle effettive.
Nella maggior parte dei casi, per fortuna, non si verificano inconvenienti, e a quel punto subentra il notaio, che ha il compito di verificare la documentazione e di validare la registrazione; quindi l’atto di vendita finale può essere trascritto nei registri immobiliari.
Tra documenti e pratiche
Destreggiarsi tra i vari annunci di case, insomma, è solo una delle tante incombenze a cui si è costretti a far fronte quando si ha in mente di vendere casa. Una volta individuato un acquirente potenziale, è necessario raccogliere e conservare tutti i documenti del caso per poi gestire le fasi pratiche che hanno a che fare prima con la proposta di acquisto e poi con il rogito.
Se si vende un bene immobile da privato, non ci sono tappe obbligatorie che devono essere seguite: si tratta di rispettare, invece, dei comportamenti di prassi, come quello relativo al reciproco scambio di garanzie tra chi acquista e chi vende. La situazione più classica è quella della stipula di una offerta irrevocabile di acquisto, che precede il cosiddetto compromesso e il rogito: il primo non è altro che un preliminare, mentre il secondo consiste nell’atto di compravendita definitivo.
Quali documenti servono?
A seconda del tipo di abitazione, ci può essere bisogno di documenti specifici, non richiesti in tutte le circostanze: l’atto di matrimonio, per esempio, serve nel caso in cui sia una coppia sposata a vendere l’immobile, a prescindere dal fatto che sia prevista la separazione o la comunione dei beni. La coppia è tenuta a fornire sia l’atto di matrimonio che la dicitura legale associata.
Quando, invece, il proprietario dell’appartamento è un soggetto divorziato, occorre fornire la documentazione che attesti il regime di proprietà della casa. La notifica del vincolo delle Belle Arti, invece, è fondamentale per gli edifici che sono stati considerati di interesse storico o di valore artistico dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Imprescindibile resta la verifica del notaio mediatore.
La documentazione catastale
Per evitare che un appartamento trovato tra gli annunci di case si trasformi in un incubo, gli acquirenti devono sempre preoccuparsi di richiedere la documentazione urbanistica e catastale. C’è bisogno, in particolare, della visura storica catastale e della planimetria, che possono essere richieste al catasto di competenza e che consentono di certificare la valutazione fiscale.
Rivolgendosi al Comune, invece, si può ottenere l’attestazione della destinazione di piano regolatore del terreno.