I numeri non sono certi. Secondo i calcoli di Confindustria sarebbero 50 i miliardi di credito da parte della Pubblica Amministrazione venuti drammaticamente a mancare alle imprese negli ultimi cinque anni, mentre stando alle cifre del Ministro dello Sviluppo Zanonato ammonterebbero a 60 miliardi.
Alza e di molto il tiro, invece, la Cgia di Mestre, secondo cui il debito delle pubbliche amministrazioni verso le imprese fornitrici private si aggirerebbe tra i 120 e 130 miliardi di euro.
Al di là dei numeri controversi che potrebbero restituire l’esatta dimensione del problema, ciò che è certo è che i ritardati pagamenti alle imprese fornitrici da parte della PA sono oggi una delle principali cause del dissesto e delle casse vuote delle aziende.
Delle proporzioni del fenomeno, ne abbiamo discusso con Ottavio Coriglioni, Presidente del Raggruppamento Sanità di Confindustria Salerno.
Presidente Coriglioni, uno dei problemi più gravosi e datati per la sanità privata campana rimane quello del ritardato pagamento da parte della Pubblica Amministrazione. Qual è ad oggi il punto della situazione?
Relativamente al ritardo nei pagamenti della Pubblica Amministrazione, va premesso che circa il 60% del debito della P.A. è per la “Sanità”.
In Campania, regione commissariata per la Sanità, il problema dei pagamenti nei confronti delle imprese, affrontati sin dal 2004, è ancora drammaticamente irrisolto.
Come noto, nella nostra regione vige la norma sull’impignorabilità dei fondi delle ASL , (il 27.03.2013 era attesa la sentenza della Corte Costituzionale, sentenza che ad oggi non è stata ancora emanata), pertanto i soggetti non possono agire per la tutela dei propri crediti.
É dal 2005 che noi creditori stiamo cercando di giungere ad accordi con la Regione per il pagamento o, quantomeno, per la certificazione dei crediti pregressi.
Tale certificazione consentirebbe alla Regione di non dover pagare immediatamente le imprese e alle aziende di poter vendere tali crediti agli istituti finanziari per smobilizzare debiti nei confronti degli istituti stessi, migliorando la performance di bilancio e permettendo (alle imprese) di presentare migliori situazioni finanziarie sul mercato.
É evidente che tale operazione presenta costi non indifferenti, che vanno a sommarsi alla rinuncia agli interessi per ritardato pagamento e alle spese legali necessarie per l’accertamento del credito stesso.
Nonostante però la disponibilità delle imprese che hanno accettato di sobbarcarsi costi aggiuntivi – disponibilità magari forzata al fine di non soccombere – la Regione e il Commissario continuano a procedere con tempi troppo lunghi.
Al momento, malgrado i protocolli d’intesa sottoscritti (finalmente) dalle associazioni di categoria tra Giugno e Agosto 2012 – fatta eccezione per le case di cura dove la definizione dei crediti pregressi è più avanzata – ancora non emergono risvolti pratici e le certificazioni vanno sempre più a rilento.
Il territorio della provincia di Salerno rappresenta per i pagamenti una eccezione positiva rispetto alle altre ASL della Campania: grazie infatti al decisivo intervento del commissario per la ASL Salerno dottor Maurizio Bortoletti e agli accordi Imprese-ASL con lui siglati, e che hanno visto il loro compimento anche per il 2013 dall’attuale Direttore Generale dott. Squillante, stiamo ricevendo i pagamenti correnti con regolarità e quelli pregressi secondo gli accordi che, come detto, risentono dei ritardi di matrice regionale.
Eppure la situazione è tutt’altro che rosea, anzi. Le definizioni di cui parlavo non tengono in alcun conto del contenzioso tra ASL e imprese, anche se spesso si tratta di Decreti ingiuntivi passati in giudicato e quindi certi. In merito, infatti, nessuna iniziativa concreta è stata assunta dalla Regione-Commissario e/o dalle ASL .
La delicata situazione finanziaria, cui si aggiungono non chiare disposizioni normative, mette in difficoltà le imprese del settore che saranno costrette o alla chiusura o, nel migliore dei casi, ad un ridimensionamento del personale.
Come noto in questa tipologia di impresa il costo del personale costituisce il 60-70% dei costi.
L’altro aspetto che va considerato rispetto al debito delle ASL nei confronti dei soggetti erogatori è che le stesse hanno accumulato questa mole di debiti pur ricevendo regolarmente le rimesse dai Ministeri. Viene da chiedersi allora come siano state utilizzate le risorse nel tempo…una domanda che ad oggi rimane ancora senza risposta.