Con centocinquanta referenze, molte lavorate dal fresco, l’azienda è prima sul mercato nella conservazione degli ortaggi, dei funghi e delle olive
Nei primi anni del Novecento il geografo francese Jean Brunhes scriveva che «mangiare, è incorporare un territorio». Dovevano averla innata in sé questa filosofia i due fratelli, Mario e Francesco D’Amico, quando nel 1967 decisero di avviare la produzione di conserve ittiche, chiudendo in barattolo il profumo e il gusto salino delle alici della Divina Costiera perché in molti ne potessero godere.
Dal mare, poi, qualche anno dopo i due D’Amico deciso di toccare anche terra, dedicandosi, a partire dal 1971, alla conservazione degli ortaggi, dei funghi e delle olive, fino ad arrivare alle ben 150 referenze di oggi, molte delle quali lavorate dal fresco.
A primeggiare sugli scaffali alimentari vi sono i loro sottoli, i sottaceti, le olive, i condimenti per riso, i sughi pronti, i pesti, i vegetali al naturale, la linea del biologico. L’esperienza D’Amico racchiude in vetro o latta, con tecniche tra le più avanzate e certificate, tutto il buono che c’è in natura.
L’azienda alla terza generazione, attualmente con 96 collaboratori di cui il 60% donna, ha due siti produttivi, uno a Pontecagnano Faiano e uno a Rovereto, con una produzione di 34.500 pezzi. Sul mercato è presente con i marchi D’Amico, Logrò e Montello. Quella dei D’Amico è una realtà concreta di come si possa ben bilanciare una solida storia aziendale, di famiglia, con la propensione verso l’innovazione tecnologica e creativa sia nell’organizzazione dei processi, sia nei prodotti. Spesso, il nuovo che avanza è, infatti, un richiamo al passato. Metodi di lavorazione improntati a elevati standard di qualità, applicati a ricette di un tempo lontano, danno vita a moderne referenze dal sapore antico, come la scarola napoletana, un contorno pronto come se l’intervento di macchine o procedure, dal raccolto alla conserva, quasi non ci fosse stato.
Ogni passaggio produttivo, come in qualsiasi industria che funzioni, è studiato e regolato al secondo eppure nella fabbrica dei D’Amico, ovunque, questa ricerca per l’eccellenza sembra predisposizione naturale. Stretto è, poi, il legame con l’ambiente circostante, visibile in molti segni tra cui il colore verde, distintivo degli ambienti di lavoro e delle capsule dei prodotti, così come nella scelta di installare un grande impianto fotovoltaico sui tetti dello stabilimento salernitano utile a coprire un terzo del fabbisogno energetico. Questa sensibilità ha inoltre una dimensione artistica, ben visibile nelle tante opere d’arte di maestri campani e non solo che vestono uffici e pareti in modo insolito per uno stabilimento di conserve, senza sembrare però fuori contesto. Opere d’arte sono diventate infatti anche le quattro capsule della linea “Vasi D’Autore”, firmata da Sergio Fermariello e ideata per i barattoli in vetro da 700 grammi. I Vasi D’Autore sono dei veri e propri pezzi di arredo, pensati per un nuovo uso creativo e/o una nuova vita anche da vuoti. Un’idea anche questa che strizza l’occhio alla natura, alla sostenibilità, alla genuinità, a quelli che sono i valori di sempre dell’azienda D’Amico. Dai tempi in cui Mario e Francesco custodivano in piccoli barattoli di vetro un pezzo di mare della Costiera Amalfitana insieme al loro sogno.