750 pagine di sceneggiatura tutta italiana sviluppata da Studio V e pubblicata da VLG Publishing, Leonardo Interactive e WhisperGames
Gli opposti si attraggono, anche nei videogiochi. O, forse, sarebbe meglio dire grazie al videogioco. Uno delle caratteristiche del medium, infatti, è quello di permettere a più stili e generi diversi di convergere in un unico prodotto, dando vita, alle volte, anche alla nascita di nuovi filoni sia narrativi che visivi. Dry Drowning risponde perfettamente a questa connotazione già a partire dal nome, ossimoro che, tradotto letteralmente, significa “annegamento a secco”. Titolo italiano del 2019 sviluppato da Studio V e pubblicato da VLG Publishing, Leonardo Interactive e WhisperGames, è una visual novel che mixa noir e cyberpunk, due stili e generi che, appunto, sono opposti fra loro, ma che si fondono nel contesto distopico in cui è calata la storia.
Siamo nel 2066 e ci troviamo nella città di Nova Polemos: futuristica e ipertecnologica, ma allo stesso tempo dominata da corporazioni e da un partito totalitario. Manipolazioni, insabbiamenti, opinione pubblica ridotta al silenzio, libertà d’espressione quasi inesistente, tranne per una persona: il serial killer Pandora. Dopo un periodo di “inattività”, Pandora ritorna a seminare terrore fra la popolazione attraverso una personale libertà di parola che esprime con efferati omicidi, richiamando l’attenzione del nostro protagonista: il detective privato Mordred Foley.
La città incarna il genere cyberpunk quanto Mordred il noir. Su sfondi notturni con grattacieli pregni di luci accese e insegne al neon, si muove un detective in bianco e nero, dalle mille sigarette accese e mai finite, dall’animo cupo e da un passato tormentato. Anni prima, infatti, fece condannare due persone alla pena di morte, scoprendo solo in seguito dell’innocenza dei due e subì la conseguente accusa di aver falsificato le prove. Perseguitato da questo errore, nonché da una reputazione rovinata, il ritorno del killer Pandora sarà per lui una possibilità di riscatto morale e professionale, che non lo fermerà finché non avrà fermato l’altro con l’aiuto della sua assistente Hera Kairis.
Mordred, Pandora, Hera, non sono nomi tipici di una società del futuro bensì del passato: il primo è legato al ciclo arturiano, i secondi alla mitologia greca e, non a caso, il killer effettua i suoi omicidi ispirandosi proprio ai miti greci. Questo è uno dei tanti opposti che si attraggono all’interno di Dry Drowning, come ad esempio la “tecnofobia” di Mordred. Nonostante una società ipertecnologica, il detective ha un approccio “vecchio stile” per le sue indagini, proprio come un investigatore tipico degli Anni Venti. Analizzare gli oggetti raccolti, l’osservazione sul campo, parlare con le persone sono aspetti classici dell’investigazione che però non possono evitare l’ausilio dell’avanzata tecnologia, in particolare di un sistema operativo chiamato AquaOS che costituisce in realtà l’interfaccia utilizzata dal videogiocatore/trice.
Il noir di Dry Drowning è nello specifico un noir metropolitano. Così come per il genere letterario e cinematografico, la città diventa protagonista della storia assieme alla distopia in cui è immersa ed è qui che avviene l’incontro con il Cyberpunk. Le luci, i neon e la tecnologia vengono utilizzati dal partito xenofobo chiamato Bande Nere come abbaglianti per nascondere il degrado morale di Nova Polemos, il tutto riassumibile in una frase che si legge su uno degli sfondi cittadini del videogioco: “Your utopia, my distopia”. Degrado che Pandora vuole portare a galla seminando paura e caos attraverso i suoi omicidi. La politica, la criminalità e la storia personale di Mordred sono i tre punti interconnessi fra loro con cui il videogiocatore/trice dovrà confrontarsi, soprattutto in vista delle scelte che dovrà fare.
La trama è influenzata dalle decisioni cruciali da prendere che possono cambiare l’andamento degli eventi; sono presenti infatti più di 150 rami della storia che hanno portato gli sviluppatori a scrivere ben 750 pagine di sceneggiatura.
Inoltre, Mordred ha una naturale inclinazione a capire se una persona sta mentendo e per poterlo smascherare bisogna scegliere accuratamente l’opzione di dialogo giusta altrimenti non si arriverà alla verità. Come detto, Dry Drowning fa parte del genere videoludico delle visual novel che riprende un altro prodotto culturale, quello delle graphic novel, e anche qui si vede la capacità del medium videoludico di far coesistere le peculiarità e l’essenza di un altro medium che può sembrare un opposto. In Dry Drowning, infatti, non è presente il doppiaggio, dialoghi e didascalie vanno letti e si accompagnano a disegni e illustrazioni, proprio come per una graphic novel.
Tutto ciò viene rilocato nei linguaggi del videogioco che, grazie alle sue peculiarità, rende interattive le illustrazioni e le scelte di dialogo del protagonista. Tra le fonti di ispirazione degli sviluppatori abbiamo Blade Runner per il cyberpunk distopico e i videogiochi L.A. Noire e Heavy Rain rispettivamente per il noir metropolitano e l’elemento thriller psicologico.
Questi sono una prova definitiva di come il medium videoludico possa accogliere differenti stili, generi e linguaggi mediatici che dialogano fra loro e come, anche in questo, il panorama videoludico italiano sia riuscito a non “annegare a secco”, ma anzi a dimostrare le sue potenzialità.