Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania, lancia l’allarme: «La mano lunga della criminalità organizzata si sia spostata dalla terraferma al mare».
Sono, infatti, cifre da capogiro quelle contenute nei due Rapporti di Legambiente. In quello sulle Ecomafie 2013 salgono a 4.777 i reati, con 3428 tra persone denunciate e arrestate e 1153 sequestri.
Sconcertante poi il volume di affari: 4,5 miliardi di euro gestiti da ben 83 clan – numeri che raccontano le storie di veri e propri assalti mafiosi all’ambiente, specie in Campania anche quest’anno maglia nera assoluta sia per il ciclo illegale del cemento che per quello dei rifiuti con 758 infrazioni accertate, 17 persone arrestate, 746 quelle denunciate e 340 sequestri effettuati.
Ma c’è di più: la provincia di Salerno è addirittura prima in Italia per numero di reati con 1809 infrazioni, seguita a ruota da Napoli con 1501 illeciti, anche se la provincia del capoluogo si colloca al primo posto tra tutte le altre italiane per l’illegalità nel ciclo dei rifiuti, con 303 infrazioni e 180 sequestri. Seconda Salerno con 143 infrazioni e 58 sequestri effettuati.
Sale al terzo posto la provincia di Benevento con 114 infrazioni e 107 persone denunciate. Chiudono Caserta e Avellino con 99 infrazioni accertate.
Una bomba ad orologeria che ha subito attirato l’attenzione del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando il quale, tra le priorità legislative del suo ministero, ha scelto proprio i temi della difesa del suolo, dell’acqua come bene comune e della revisione delle sanzioni per i reati contro l’ambiente.
A Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania abbiamo chiesto quali sono le principali responsabilità e cause della crescente aggressione ambientale alle coste, un vero e proprio scempio che da vent’anni si perpetua nei nostri territori.
Presidente, due rapporti di Legambiente – quello sulle Ecomafie e Mare Mostrum – danno inizio all’estate fotografando un mare di illegalità di cui i nostri territori sono vittime…
Non a caso, infatti, i due rapporti sono pubblicati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Mare Mostrum, nello specifico, è un po’ una costola del più generale rapporto sulle Ecomafie poiché ne approfondisce un aspetto particolare: quello relativo alla aggressione alla costa Italiana. Si tratta infatti di un fenomeno in costante crescita, nonostante le azioni di contrasto messe in campo da Forze dell’Ordine, Magistratura e, naturalmente, forze sociali e cittadini.
Nella categoria eterogenea di reati e attentati alla bellezza e alla salubrità dei nostri mari, si va dalla pesca di frodo, alle violazioni del codice di navigazione, dall’abusivismo edilizio al deficit di depurazione di scarichi fognari.
Negli ultimi due anni si è assistito ad un aumento costante del fenomeno, per un numero totale di reati che supera i 13000, vale a dire quasi due reati per km di costa.
La Campania – come per il Rapporto Ecomafie – si conferma tristemente leader, con 2.101 infrazioni, ovvero il 15,2% del totale nazionale, pari a 4, 5 infrazioni per ogni km di costa, con 2.423 persone denunciate e arrestate e 753 sequestri effettuati.
Seguono a ruota le altre regioni interessate dai fenomeni di presenza mafiosa: nell’ordine Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna e Lazio.
Può farci un esempio di delitto contro il nostro patrimonio paesaggistico?
Le riporto uno spiacevole episodio verificatosi nelle scorse settimane e che riguarda la spiaggia di Eboli, dove si era messo in moto uno sbancamento selvaggio dell’area dunale per fare posto a un parcheggio. Fortunatamente, la tempestiva denuncia di cittadini e di Legambiente ha impedito che fosse portato a compimento.
Una testimonianza tangibile di come la mano lunga della criminalità organizzata si sia spostata dalla terraferma al mare.
Ma le responsabilità di questi reati a chi sono ascrivibili? A una non efficiente azione di contrasto o ad una ottima organizzazione criminale?
Guardi, le Forze dell’Ordine si scontrano con difficoltà spicciole, come mettere il carburante nei mezzi…Fondamentale sarebbe che ciascun soggetto a vario titolo coinvolto facesse responsabilmente la propria parte. Lo Stato centrale dovrebbe dare maggiori risorse alle Capitanerie di Porto per le azioni di prevenzione, la Regione dovrebbe vigilare di più sui sistemi di raccolta differenziata e i Comuni non ricordarsi del mare solo due mesi all’anno.
Quali le prossime iniziative di Legambiente Campania?
Nei mesi di luglio e agosto parte Riciclaestate, la campagna di sensibilizzazione e raccolta differenziata giunta al suo ottavo anno nelle località costiere del salernitano, della provincia di Napoli e del casertano realizzata con il contributo del Conai, e si prosegue con l’arrivo della Goletta Verde di Legambiente, la campagna itinerante di analisi e di informazione sullo stato salute delle acque di balneazione con tappe a Sapri, Marina di Camerota, Acciaroli e Castellammare di Stabia.
Quest’anno poi abbiamo esportato Riciclaestate anche in Liguria come esempio di buona pratica, a testimonianza che qualcosa di pulito, trasparente e positivo siamo capaci di farlo anche in Campania.