Per il presidente dei costruttori salernitani, Antonio Lombardi, a peggiorare il quadro – oltre alla burocrazia e tempi lunghi – vi è ancora la stretta creditizia, che frena non solo ogni forma di finanziamento, erogazione e anticipazione, ma finanche la smobilizzazione dei crediti delle pubbliche amministrazioni. Una buona mossa – se realizzata – sarebbe, invece, l’attivazione di “liste bianche”, o altre tipologie di pratiche amministrative, in grado di “premiare” le aziende virtuose del comparto, accelerando adempimenti e procedure sia nell’ambito delle opere pubbliche che di quelle private
Presidente, lei ha proposto liste bianche per l’edilizia per contrastare il fenomeno dell’illegalità che interessa il settore. La logica alla base è premiale più che punitiva…Vuole dettagliarci meglio la sua idea?
È una proposta che abbiamo inoltrato alla Prefettura, alla Regione Campania e ai Comuni: l’idea è quella di avviare anche in Campania un modello sperimentato in Emilia Romagna, che sostanzialmente estende le white list alle imprese edili. La Prefettura di Salerno ha già attivato la “white list”, secondo quanto prevede la legge 190/2012, per le imprese fornitrici della filiera edile: una iniziativa di fondamentale importanza, che si muove nel segno del rafforzamento del principio di legalità e della promozione delle buone pratiche amministrative.
Noi proponiamo di realizzare “liste bianche”, o altre tipologie di pratiche amministrative, in grado di “premiare” le aziende virtuose del comparto edile, accelerando adempimenti e procedure sia nell’ambito delle opere pubbliche che di quelle private.
Quali altre misure sarebbero opportune per risollevare le sorti del settore? La burocrazia resta il nemico numero uno da combattere?
La battaglia più dura per il rilancio dell’economia italiana non si gioca, probabilmente, contro la crisi o contro la congiuntura sfavorevole, ma proprio contro un apparato burocratico che rappresenta ancora un fattore fortemente congestionante per il sistema-Italia: per le imprese che vogliono investire, ma per la stessa pubblica amministrazione che vuole operare per il recupero e la riqualificazione del territorio.
È inconcepibile e improponibile che per realizzare un’opera pubblica si debba attendere, al Sud, 1.200 giorni: un lasso temporale insostenibile che trascorre tra pareri, presentazioni dei medesimi documenti a più istituzioni, enti e uffici che non dialogano tra loro, informatizzazione allo stadio primordiale, tempistiche decisionali al di fuori di ogni logica.
Non si può parlare di rilancio se prima non si semplifica, non si velocizza, non si sburocratizza il sistema. Che senso ha parlare oggi di interventi di rilancio, se vedranno la luce tra quattro anni, quando magari la realtà socioeconomica sarà già mutata? Come si può mai immaginare che qualsivoglia strategia, in un simile contesto, possa mai essere impattante per l’attuale stato recessivo? E allora è su questo che bisogna intervenire, subito, con coraggio ed efficacia: meno burocrazia, meno pareri, meno sovrapposizioni procedurali. E tempi certi, magari garantiti.
Ma qual è lo stato di salute del comparto delle costruzione nel Salernitano? Quali le prospettive?
La situazione è ancora grave e purtroppo ancora non si intravedono segnali di ripresa. A peggiorare il quadro è anche la stretta creditizia, che frena non solo ogni forma di finanziamento, erogazione e anticipazione, ma finanche la smobilizzazione dei crediti delle pubbliche amministrazioni, prevista dal D.L. n. 35/2013.
Il 30 giugno scorso è scaduto il termine entro il quale le pubbliche amministrazioni erano tenute a comunicare ai creditori l’importo e la data entro la quale avrebbero provveduto al pagamento dei debiti maturati al 31 dicembre 2012: abbiamo notizie di una sostanziale, diffusa situazione di stallo, con istituti di credito che non attuano gli accordi stipulati a livello nazionale. Queste risorse potrebbero consentire alle imprese edili della Campania di ottenere immediata liquidità rispetto ai crediti certificati dalle pubbliche amministrazioni. Ma è tutto fermo per le inadempienze del sistema creditizio. Una situazione incresciosa che abbiamo segnalato ad Abi e Prefettura e che, salvo inversioni di tendenza nei prossimi giorni, ci costringerà ad adire le vie legali per il rispetto degli accordi sottoscritti. È in gioco la sopravvivenza di centinaia di imprese edili in provincia di Salerno e in Campania.