Dal prossimo 6 giugno saranno operative le regole tecniche per la gestione dei processi di fatturazione elettronica verso le amministrazioni statali, che saranno le primi a partire, ma che verranno seguite dopo 24 mesi dalle altre amministrazioni incluse nell’elenco Istat, a eccezione delle amministrazioni locali, per le quali la data di decorrenza sarà determinata con decreto successivo del ministro dell’Economia
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale finalmente si è concluso il lungo percorso legislativo partito con la legge finanziaria 2008.
Dal 6 giugno 2014, ministeri, agenzie fiscali, enti di previdenza e assistenza sociale saranno obbligati a ricevere e pagare le fatture solo in formato elettronico. I risparmi derivanti dall’utilizzo della fatturazione elettronica sono stimati pari a oltre 1 miliardo di euro (fonte del Politecnico di Milano).
Con il decreto del 3 aprile 2013, n. 55, sono state finalmente individuate le regole tecniche e le linee guida per la gestione dei processi di fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione.
Questo passaggio rappresenta l’ultimo step del lungo percorso legislativo attivato con la legge finanziaria 2008, ovvero della legge 244 del 2007, articolo 1, commi da 209 a 214 e proseguito con la legge 24 dicembre 2012 n. 228 (legge di stabilità), che ha recepito la direttiva europea 45/2010.
Dal prossimo 6 giugno, quindi, saranno operative le regole tecniche per la gestione dei processi di fatturazione elettronica verso le amministrazioni statali, che saranno le prime a partire, ma che verranno seguite dopo 24 mesi dalle altre amministrazioni incluse nell’elenco Istat, a eccezione delle amministrazioni locali, per le quali la data di decorrenza sarà determinata con decreto successivo del ministro dell’economia.
Le disposizioni di cui alla suddetta legge prevedono che l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le pubbliche amministrazioni debbano essere effettuate esclusivamente in forma elettronica, ovvero deve essere applicato il processo di conservazione sostitutiva, come descritto dal Dmef del 24 gennaio 2004.
Anche i fornitori delle amministrazioni pubbliche, quindi, dovranno gestire il proprio ciclo di fatturazione esclusivamente in modalità elettronica, non solo nelle fasi di emissione e trasmissione ma anche in quella di conservazione. Ed è proprio questa la parte che certifica la volontà di dematerializzare quanto più possibile il sistema di fatturazione italiano, che per alcune realtà aziendali purtroppo vive ancora in analogica (pensiamo a quanti archivi cartacei contabili ci sono in giro nelle aziende di oggi). La trasmissione delle fatture avverrà in formato xml, attraverso il sistema di interscambio (SDI), gestito dall’Agenzia delle entrate e sul quale è possibile avere tutte le informazioni al sito istituzionale: http://www.fatturapa.gov.it/.
Sulle fatture dovranno comparire tutte le indicazioni sul soggetto trasmittente, completo di identificativo fiscale, progressivo di invio e numero di trasmissione.
Per quel che riguarda l’amministrazione destinataria, verrà identificata con un apposito codice che è disponibile individuare tramite lo SDI. Nel sito viene spiegato il flusso e ci sono gli strumenti per realizzare la vostra prima fattura elettronica, e c’è addirittura una simulazione completa per testare il servizio, con la possibilità di delegare a terzi (intermediari economici) tutta la gestione e l’invio della fattura elettronica verso la PA.
Il funzionamento dello SDI è un po’ simile a quello della PEC, con le notifiche e le ricevute rilasciate in tutte le fasi di invio della fattura elettronica verso la PA. È interessante sottolineare come la firma digitale accettata non sia solo il comune standard cades, ma anche il formato di firma in xades. Si ricorda, infatti, che la normativa italiana ed europea accetta come formati di firma digitale, i seguenti:
• firma in pades, ovvero la firma digitale direttamente apposta sul pdf
• firma in cades, ovvero il famosissimo p7m
• firma in xades, ovvero la firma digitale apposta direttamente sul file xml.
Dunque, si parte davvero con la dematerializzazione ed è ufficiale e soprattutto non aspettatevi proroghe o cose di questo tipo perchè il sistema funziona, le PA sono pronte a recepirle e le aziende e i professionisti sono pronti con il digitale da un pezzo, anzi lo attendevamo da molto tempo.
La fatturapa (così descritta dalla stessa Agenzia delle entrate), è una fattura elettronica ai sensi dell’articolo 21, comma 1, del dpr 633/72 con le seguenti caratteristiche:
• il contenuto è rappresentato, in un file xml (extensible markup language), secondo il formato della fatturapa. Questo formato è l’ unico accettato dal sistema di interscambio;
• l’autenticità dell’origine e l’integrità del contenuto sono garantite tramite l’apposizione della firma elettronica qualificata di chi emette la fattura;
• la trasmissione è vincolata alla presenza del codice identificativo univoco dell’ufficio destinatario della fattura riportato nell’indice delle pubbliche amministrazioni. è importante, infine, precisare quanto segue: tutte le aziende o i professionisti che avranno rapporti con le PA, e quindi manderanno tramite il sistema di interscambio le fatture elettroniche, dovranno fare obbligatoriamente anche conservazione sostitutiva. si ricorda, infatti, che secondo quanto definito dal codice dell’amministrazione digitale (cad, d.lgs. 82/2005), è obbligatorio e necessario conservare in digitale un documento nativamente elettronico, al fine di garantirne nel tempo la sua opponibilità a terzi e quindi il suo valore probatorio. ovvio che la fattura rientra proprio in questo obbligo.
La domanda ora che tutti noi imprenditori dovremmo porci è la seguente: sebbene sia possibile, tramite la creazione di opportuni sezionali contabili fare conservazione sostitutiva solo per le fatture elettroniche inviate alla PA lasciando cartacee tutte le altre, ne vale davvero la pena?
O sarebbe meglio (e anzi deve esserlo) approfittare di questo obbligo per digitalizzare completamente la parte amministrativa delle nostre aziende e passare, man mano, alla completa gestione di processi non più analogici ma agili, digitali e con sicuro vantaggio competitivo per il vostro business!? Insomma iniziamo dalle fatture e digitalizziamo tutto il resto!
Anche perchè noi imprenditori siamo e dobbiamo essere i primi ad introdurre il digitale nei nostri processi di business per far crescere il Sistema Paese che, a quanto pare e nonostante tutte le difficoltà, è pronto a digitalizzarsi e innovarsi.