Flex Packaging, l’evoluzione costante di un’azienda di “carattere”

Gianfranco Del Percio, amministratore delegato della PMI cavese selezionata dal Comitato Piccola Industria come testimonial d’eccezione di impresa innovativa al Forum nazionale tenutosi a Napoli il 3 e 4 ottobre, ne ripercorre in questa intervista la storia flessibile ma tenace: «Ancor prima di raggiungere un traguardo – dichiara – pensiamo a quello successivo»

 

Dottor Del Percio, la Flex Packaging – attiva nel settore della produzione di imballaggi flessibili – è stata selezionata dal Comitato nazionale Piccola Industria come testimonial d’eccezione di impresa innovativa. Un riconoscimento che premia la vostra crescita costante, lunga ormai più di 15 anni… come è cominciata la vostra avventura imprenditoriale? Quali sono attualmente i numeri, i clienti e i mercati serviti dalla Flex Packaging?

Il mio progetto, sin da quando ero ragazzo, era di realizzare una miaGIANFRANCO DELPERCIO iniziativa autonoma. Questa ambizione fu rafforzata dall’onore di aver conosciuto il Cavaliere del Lavoro Armando Di Mauro che,
con il suo esempio e i suoi insegnamenti, anche se purtroppo per solo qualche anno, fece nascere in me l’amore per l’attività industriale. Condivisi poi quest’idea sia con mio fratello che con l’amico fraterno Franco D’Amico e ciò determino la nascita, operativamente dal 05 maggio 1988, della Flex Sud S.r.l. sulla base della determinazione di avviare un’iniziativa aziendale maturata dalla pregresse
esperienze. Oggi la Flex Packaging conta circa 1.100 clienti attivi, circa 5.000 commesse annue, è presente in tutte le regioni in ambito nazionale e sta crescendo in ambito internazionale a buon ritmo. Insomma, abbiamo fatto un bel po’ di strada.

 

Oggi produrre non basta più. Occorre innovare, differenziare, evolvere ed innalzare le merci. La Flex Packaging lo fa: quali i principali brevetti?
Nell’anno 2013 la società ha investito in nuovi impianti, macchinari ed attrezzature 1.423.724 euro e 148.623 euro in ricerca sviluppo. Se consideriamo l’ultimo triennio gli importi sono, invece, rispettivamente 3.704.204 euro e 395.271 euro. Il nostro programma di investimenti per il biennio 2014/2015 prevede investimenti per complessivi 5.000.000 euro. Credo che questi numeri si commentino da soli. Nell’ambito dell’active packaging abbiamo già conseguito un brevetto europeo e un altro è in fase di redazione. Entrambi
si rivolgono al settore food e possono riassumersi nella dichiarata intenzione di far interagire l’imballaggio con l’alimento ai fini, ma non solo, di un incremento della shelf life del medesimo. Le applicazioni potenziali di questa tecnologia sono state efficacemente spiegate nella puntata dello scorso 14 agosto della trasmissione televisiva Superquark che, avuta cognizione della nostra innovazione, ha effettuato anche delle riprese, all’interno del nostro sito produttivo, del ciclo di produzione.
 

 

Vi avvalete di un laboratorio interno o e “migliorate” anche grazie a partnership con il mondo accademico?
Abbiamo dall’anno 1994 un laboratorio interno che è costantemente aggiornato per ciò che concerne le attrezzature interne in dotazione. La rilevanza delle stesse è tale che per alcune siamo noi a fare da supporto agli Istituti universitari campani piuttosto che il contrario. Questo laboratorio è retto da un ingegnere chimico, specializzato in tecnologie dei materiali che collabora con noi sin dalla sua immediata fase post laurea. Con lo stesso collaborano costantemente, oltre a nostri dipendenti, stagisti provenienti dal mondo
universitario. La nostra collaborazione con il mondo universitario parte da lontano ancorché sia divenuta continua e costante dal 2003; abbiamo al momento tre convenzioni con università campane con rapporti frequentissimi e sinergici sia per ciò che concerne il mondo dell’innovazione sulla base sia delle nostre ricerche di mercato, sia sugli input che riceviamo dal costante scambio di informazioni da clienti e fornitori. Perseguiamo con tenacia l’incremento dell’efficienza e la piena soddisfazione del cliente; ciò è stato ed è possibile conseguirlo grazie alla coesione, alla professionalità e all’impegno dei nostri collaboratori.

Come è possibile dare valore alla filiera dell’innovazione?
Credo, a mio modesto avviso, che affinché l’innovazione possa essere sempre meno un concetto astratto e sempre più una strategia corrente, occorra innanzitutto un approccio di carattere mentale che non dia nulla per scontato, che sappia accettare il confronto e che non privilegi l’arroccamento, sin troppo frequente nel nostro Paese, su rendite di posizione. É particolarmente efficace al riguardo
una frase di Steve Jobs che recita “penso che se fai qualcosa che risulti essere molto buono, allora devi metterti a fare qualcos’altro di magnifico, non fermarti per troppo tempo. Pensa solo a cosa fare dopo”. Nel concreto occorre incentivare, anche defiscalizzando in via puntuale al riguardo, chi investe in innovazione, in tecnologia, in collaborazioni con università o centri di ricerca, in formazione, chi favorisce stage o, ancor più assume personale. Va incentivata altresì la costituzione di reti di Impresa in quanto, sovente, il nanismo industriale del nostro tessuto imprenditoriale mal si concilia con innovazioni di prodotto tant’è che le attività delle imprese sono sempre
più orientate verso l’innovazione di processo. Occorre anche prevedere semplificazioni e certezze temporali per ciò che concerne i risvolti delle attività innovative nei rapporti con la pubblica amministrazione e il presidio di concetti fondamentali quali, a solo titolo
esemplificativo, la tutela del copyright. Ritengo infine che, anche per i lavoratori, vadano previsti dei veri e proprio crediti formativi per evitare che il dipendente ritenga di essere “arrivato” di non dover più investire nella propria formazione personale e professionale al conseguimento del contratto a tempo indeterminato sul proprio posto di lavoro.

Come valuta l’esperienza consortile in relazione al piano di investimenti recentemente cofinanziato dalla Regione Campania?
Ci sono alcune luce e molte ombre. La Flex Packaging AL S.p.a. si è molto battuta per portar avanti un progetto su cui anche una parte
rilevante dei nostri partner consorziati era, per oggettivi motivi, scettica atteso che stiamo parlando di un’attività avviata nell’estate dell’anno 2008 ove il decreto di concessione regionale è avvenuto solo il 30 Giugno 2014. Il rilevantissimo tempo intercorso fra le due date di cui sopra credo si commenti da solo anche se va dato atto alla struttura della Regione Campania di aver effettuato, nell’ultimo anno, un lavoro intensissimo e qualitativamente elevato per non privare il tessuto imprenditoriale campano delle possibilità offerte, in termini di agevolazioni finanziarie, dalla legge regionale 12/2007. Per ciò che concerne invece i rapporti fra le Aziende facenti parte della
compagine consortile è sicuramente un pregio aver rafforzato una serie di rapporti soprattutto personali che, in origine, erano minimi e/o inesistenti. Ciò al momento, però, non ha ancora determinato il fiorire di strategie comuni che non fossero strettamente legate al piano di investimenti di cui trattasi.