L’etichetta impone che ci si destreggi in modo elegante, evitando scene imbarazzanti difficili da digerire
Arriva il conto da pagare e c’è chi coglie l’occasione per andare in bagno, chi vuole dividere anche il limoncello, chi arriva sprovvisto di contanti quando sa che dovrà pagare alla romana, chi invece si cimenta in una maratona con lite di fronte alla cassiera per aggiudicarsi il totale barattando la discrezione con lo show off al prezzo di un paio di coperti. Ingrediente comune di questi momenti?
Un drammatico, prevedibilissimo, imbarazzo. I rischi di non sapersi comportare quando si divide un tavolo, ma non sempre il conto, sono spesso in agguato: quando si ha la consuetudine di uscire in pausa pranzo con i colleghi, quando si porta fuori un cliente, in un tête-à-tête o in una rimpatriata per una pizza con gli ex compagni di liceo.
Come cavarsela quindi? Si tratta di stabilire una forma nell’essere chiari e fare in modo da non risultare mai sfacciati. In genere chi paga il conto è colui che fa l’invito. Al momento della prenotazione, specificate che avete uno o più ospiti, concordate prima con il direttore del ristorante o con il cameriere le modalità di pagamento, ed evitate di chiedere il conto risparmiando “il gesto” a chi avete deciso di invitare. Se siete voi ad essere stati invitati, non fate scenate. Meglio un grazie che una trattativa da mercato arabo di fronte al registratore di cassa.
Cena informale tra amici senza particolari ricorrenze?
Ognuno paga per sé, ma con delle regole precise. Se il conto è alla romana, si esce di casa muniti di banconote di vari tagli e spiccioli.
È straziante vedere la scena di chi passa da un angolo del tavolo all’altro per restituirsi i decimali. Altrettanto inelegante è l’atteggiamento di chi paga con carta di credito e si fa dare il cash dai commensali.
Che orrore.