Prima i Ministeri, le Agenzie fiscali e gli Enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, poi la Pubblica Amministrazione e, infine, le imprese e i privati: passo dopo passo, l’obbligo di fatturazione elettronica si sta estendendo a sempre più soggetti, un processo avviato nel 2014 con il fine di ottimizzare le attività di controllo e prevenzione contro l’evasione fiscale.
Dal 1° luglio 2022, infatti, anche le operazioni transfrontaliere saranno registrate in modalità digitale. Stesso discorso anche per i forfettari, che da inizio luglio saranno costretti a passare alla fatturazione elettronica, nel rispetto di quanto previsto dal PNRR.
I soggetti obbligati all’emissione della e-fattura
Allo stato attuale, i soggetti obbligati all’emissione della e-fattura sono tutti coloro che cedono tra loro beni e prestazioni di servizi mentre risiedono o sono stabiliti nel territorio italiano (art. 1 del Decreto Legislativo 127/2015), ad eccezione di:
• coloro che ricorrono al regime di vantaggio;
• organizzazioni non profit;
• pro-loco;
• società sportive dilettantistiche;
• coloro che hanno esercitato l’opzione prevista dagli articoli 1 e 2 della legge, n. 398/1991 se nel periodo d’imposta precedente hanno ottenuto, dall’esercizio di attività commerciali, ricavi fino a 65.000,00 euro;
• forfettari, per i quali la fatturazione elettronica non è obbligatoria ed è favorita da uno specifico regime premiale;
• coloro che svolgono prestazioni sanitarie, per cui vige l’assoluto divieto di emettere fatture in formato digitale.
Le sanzioni
Ma a quali sanzioni vanno incontro i soggetti tenuti ad emettere le fatture elettroniche? TeamSystem – leader italiano nel mercato delle soluzioni e dei servizi digitali per la gestione del business di imprese, professionisti e associazioni – ha creato la “Guida alla Fattura Elettronica”, un vademecum che racchiude tutti gli elementi fondamentali da conoscere in materia di fatturazione digitale, tra cui appunto le sanzioni.
Ci sono difatti diverse sanzioni in cui si può incorrere, laddove la fattura elettronica venga inviata in ritardo, con errori oppure omessa. In linea generale, si parla di cifre che vanno dai 250 ai 2000 euro, con il rischio di andare incontro a multe più salate in caso di violazioni più gravi, secondo quanto stabilito dai rispettivi articoli 6 dei Decreti Legislativi 471/1997 e 472/1997.
A tal proposito, ci sono anche altri due aspetti molto importanti da considerare. Innanzitutto, se si verificano più violazioni, le sanzioni si applicano una sola volta nel rispetto del principio del cumulo giuridico.
In secondo luogo, vi è la possibilità di ridurre l’entità di queste multe tramite l’istituto del ravvedimento operoso. In particolare, in base ai termini stabiliti dall’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, le sanzioni dovute possono essere ridotte di:
• 1/9: se il conto viene saldato entro 90 giorni dalla data di omissione o dell’errore;
• 1/8: se la sanzione viene pagata entro le scadenze previste per la presentazione della dichiarazione IVA relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione;
• 1/7: se la multa viene liquidata prima che scada il termine di presentazione della dichiarazione IVA relativa all’anno successivo in cui si è verificata la violazione;
• 1/6: se si supera la data limite di presentazione della dichiarazione IVA relativa all’anno successivo in cui è stata commessa la violazione.