La società campana leader mondiale per lo sviluppo di sistemi operativi per microprocessori per smart card di tipo contact-less inanella un successo dopo l’altro. L’ultimo è l’accordo col principe di Johor (Malesia) per uno stadio che implementa la tecnologia del sistema di controllo accessi sperimentata già al mondiale in Qatar. Ne abbiamo parlato con Cesare Paciello, vicepresidente della Business Unit EMS (Events & Mobility Solutions) e Ceo della sede italiana di HID Global
Dottor Paciello, l’HID Global – di cui è ceo – negli ultimi anni è balzata agli onori della cronaca internazionale per essersi aggiudicata, per tre edizioni consecutive della Coppa del Mondo FIFA, l’emissione di smart ticket. Ci racconta dalla “prima volta” come sono cambiate le richieste e, di rimando, come è stata customizzata la vostra offerta tecnologica?
La nostra è un’azienda di ingegneria, leader mondiale per lo sviluppo di sistemi operativi per microprocessori per smart card di tipo contact-less. La Business Unit che gestisco si occupa di sviluppare prodotti e soluzioni in due verticali specifici: eventi e mobility (trasporto pubblico locale).
La prima importante esperienza nel mondo eventi è stata, come lei ricordava, quella della Confederations Cup – seguita dalla World Cup – in Brasile nel 2013. Il buon esito della stessa ci è valso la conferma per i due successivi appuntamenti sportivi. L’adozione del nostro biglietto cartaceo, dotato di una serie di features di sicurezza fisiche e di un chip in cui vengono crittografati i dati (successivamente decriptati quando avviene l’access control allo stadio), ha consentito di fatto l’eliminazione del problema della falsificazione dei biglietti. Lo Smart Ticket ha certamente rappresentato l’elemento trainante della nostra offerta ma non il solo. Al ticket, infatti, accompagniamo una serie di servizi di personalizzazione – stampa, instant issuing con chioschi di emissione – cui va ad aggiungersi la competenza e la disponibilità in loco del nostro team per tutta la preparazione e la durata dell’evento sportivo, garanzia che tutto si svolga senza complicazioni. In Qatar, ci siamo sfidati e superati, ampliando di molto l’offerta: il sistema di controllo degli accessi implementato è stato di gran lunga più impegnativo rispetto al passato. Siamo stati capaci di presidiare l’outer perimeter di tutti e gli otto stadi coinvolti nel mondiale in tempo reale. Un progetto massivo che ci ha visti impegnati sia per la parte software, sia per quella hardware. Un dato che forse plasticamente può restituire la forza del lavoro messo in campo: per il solo mondiale del Qatar abbiamo gestito 35 milioni di credenziali. Lei mi chiedeva cosa fosse cambiato dal primo al terzo mondiale… direi che in questo lasso di tempo è cambiato il mondo, e noi con esso.
Qualche anno fa l’esigenza primaria era evitare la contraffabilità del biglietto per immaginabili motivi di sicurezza interna, oggi – sempre richiamando l’esperienza ultima del Qatar – con l’ideazione, implementazione e gestione del sistema di controllo accessi siamo andati ben oltre il solo biglietto fisico non duplicabile, mostrando con buona evidenza che tecnologia e pensiero creativo sono la nostra forza distintiva. Ma non solo la Fifa ci ha scelti. Nel 2009 siamo stati i fornitori della Champion’s card per la finale disputatasi a Roma tra Barcellona e Manchester United. Il biglietto da noi progettato allora, oltre a consentire l’accesso all’Olimpico, permetteva la visita dei Musei capitolini e l’utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico locale. Lavoriamo per la UEFA con la nostra piattaforma di controllo accessi per le finali di Champions, Europa League, Nations League e Supercup da cinque anni e le nostre soluzioni sono state utilizzate anche nell’ultimo Europeo (Euro 2020). Da allora siamo cresciuti molto e ancora molto vogliamo innanzitutto sfidare noi stessi.
Il vostro sistema quindi garantisce maggiore sicurezza negli stadi?
È evidente che le problematiche relative a biglietti falsi o duplicati con il nostro sistema di ticketing sono bypassate. La sicurezza è un nostro elemento costitutivo e di rimando è insita strutturalmente in ogni nostro prodotto.
Oltre all’ambito sportivo, in quali altri campi sono utilizzati i vostri sistemi?
Come le dicevo, i verticali sono 2: eventi e tpl. Per il trasporto pubblico locale realizziamo tanto le carte fisiche – servendo un numero ragguardevole di città italiane, tra cui Napoli, Bologna, Milano, ma anche internazionali come Parigi, Casablanca, Lione e molte altre – quanto la virtualizzazione delle smart card su device mantenendone inalterata la sicurezza.
Negli ultimi mesi la penuria di chip e materiali semiconduttori ha causato l’interruzione di molte catene di montaggio. Questo fenomeno ha penalizzato anche il vostro segmento?
Sì, ci ha interessato da vicino impattando sulla nostra capacità di produzione. Abbiamo reagito stringendo accordi con i maggiori produttori mondiali di silicio garantendoci quindi uno stock adeguato di materia prima. L’effetto è stato duplice: da un lato ne ha risentito il cashflow, dall’altro il magazzino pieno ci ha consentito di avere le spalle forti per espandere ulteriormente il nostro raggio di azione.
Oggi le aziende sono sempre più sotto attacco. È possibile anticipare e prepararsi rispetto a potenziali minacce come possono esserlo i cyberattacchi e, più in generale, come un’impresa può adeguatamente proteggere il proprio patrimonio digitale?
Investendo e impostando una strategia di sicurezza informatica efficace che comprenda una approfondita valutazione dei rischi, ma anche la pianificazione di interventi di mitigazione dei rischi stessi. La nostra azienda è certificata ISO 27001, lo standard internazionale che descrive le best practices per un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni. Proteggere il patrimonio dei dati è, per una realtà come la nostra, fondamentale.
La sua immagino sia una realtà molto attrattiva per le giovani generazioni. Cosa è necessario che offra oggi un’azienda del Sud per attrarre e trattenere talenti?
Deve, più che offrire, garantire di essere un ambiente in cui è possibile coltivare il proprio talento ed evolvere. La relazione con gli atenei campani, di rimando, è per noi indispensabile per l’elevato valore dei profili formati. Un’azienda come la nostra ha necessità costante di nuove energie per conservare il proprio dinamismo tecnologico, ma ha pure la responsabilità di restituire al talento che ha la fortuna di incontrare opportunità di training continue.
La crescita deve essere reciproca, così come il coinvolgimento e la fiducia.