Horizon 2020, un’opportunità unica

Secondo il professor Pietro Campiglia, delegato al Fund Raising dell’Università di Salerno, il programma unico che riunisce tutti i finanziamenti dell’Ue destinati alla ricerca e all’innovazione offre anche la possibilità di migliorare la qualità della ricerca stessa, rendendo più efficiente ed efficace l’organizzazione e potenziando la cooperazione con imprese e istituzioni del territorio

 

Professore Campiglia, il programma europeo Horizon 2020 mette a disposizione per la ricerca e l’innovazione 77 miliardi di euro: l’Ateneo salernitano come si prepara ad affrontare questa sfida?
La crescente complessità dei progetti europei, sia dal punto di vista strategico che gestionale, necessita lo sviluppo di nuove modalità operative e il coinvolgimento attivo di appositi uffici per tutte le attività che il progetto richiede: dall’individuazione delle opportunità alla rendicontazione e alla diffusione dei risultati. L’Ateneo Salernitano intende istituire un tavolo di lavoro permanente esclusivamente dedicato ai progetti europei. L’obiettivo è creare delle attività periodiche volte ad incentivare la progettualità.
In proposito saranno organizzati incontri mensili con esperti del settore, nazionali e internazionali, per discutere delle opportunità di finanziamenti (in proposito sono già disponibile le date in cui si svolgeranno questi eventi 6 Marzo, 10 Aprile, 8 Maggio, 5 Giugno, 4 Luglio). È in corso la realizzazione, poi, di una pagina web dedicata al fund raising, in cui ci saranno delle notizie aggiornate su i bandi disponibili per tipologie di attività. Inoltre saranno creati tavoli monotematici con aziende locali e nazionali per la presentazioni di iniziative congiunte pubblico-private. Si realizzeranno corsi di formazioni su tematiche specifiche (dal trasferimento Tecnologico alla terza missione nelle università, la brevettazione, gestione delle propietà industriali, licensing, creazione di imprese spin-off).

Il paradigma di H2020 è quello della conoscenza trasferibile. In che modo sarà aumentato l’impatto delle attività di ricerca sulla società e sul lavoro?
L’istituzione universitaria è impegnata nello sviluppo del progresso economico, mediante la formazione di giovani laureati, che rappresentano la principale risorsa per le imprese, nonché mediante la diffusione dei risultati della ricerca tramite la loro pubblicazione. Tale ruolo, nel tempo, si è arricchito di ulteriori elementi di complessità legati alle attività svolte nell’ambito del trasferimento tecnologico verso le imprese. Tale attività impone un orientamento verso un ruolo imprenditoriale dell’Università che diventa, parallelamente, centro nevralgico dell’innovazione e motore di un sistema collettivo in cui la collaborazione sinergica tra imprese e attori istituzionali diventa il vero fattore critico di competitività del territorio. Negli ultimi decenni le università, e nello specifico il nostro Ateneo, hanno investito notevolmente nelle attività di trasferimento tecnologico, riponendo in esse molte ambizioni, nonché significativo impegno e risorse finanziarie. A fronte di tale impegno si rende fondamentale l’elaborazione di una strategia in grado di valorizzare in pieno l’attività di ricerca svolta e l’individuazione di appositi strumenti di valorizzazione dei brevetti attuali e futuri.

L’impatto dell’attività di ricerca sul contesto sarà rafforzato mediante l’implementazione di un’attività di comunicazione e promozione dei brevetti, orientata alla effettiva promozione di una relazione tra le aziende e la ricerca scientifica a partire dai risultati della ricerca maturati all’interno dell’Università.

 

Tale attività si baserà su:
•    l’attivazione di canali comunicazione con associazioni di categoria ed enti pubblici presenti sul territorio;
•    il coinvolgimento delle imprese attraverso i canali di comunicazione sopra descritti;
•    l’aggiornamento costante delle imprese sulle collaborazioni in essere attraverso l’uso dei social network e mediante un’area apposita all’interno del sito istituzionale dell’Ateneo;
•    la pubblicizzazione del portafoglio brevettuale dell’Università attraverso i canali più adeguati allo scopo, nonché alla ricognizione del mercato ai fini dello sfruttamento commerciale dei brevetti stessi, mediante un database online organizzato per settore.

Parallelamente alle attività di comunicazione si andranno a sviluppare quelle di un team dedicato che supporterà i processi di trasferimento tecnologico mediante un’analisi costante delle opportunità di finanziamento per le PMI, individuerà possibili operazioni di Venture Capital nell’ottica di sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto (spin-off) e identificherà di nuovi strumenti di fund raising per favorire l’innovazione e incentivare lo sviluppo di nuovi brevetti e/o l’applicazione industriale di nuove tecnologie.

C’è il rischio che più di una università si concentri sullo stesso lavoro e che quindi si abbiano delle duplicazioni di progetti?
Sicuramente quello delle duplicazioni rappresenta una problematica sentita che in qualche modo ostacola un progresso rapido e un efficace trasferimento della conoscenza alla società, mentre ciò di cui si necessita è un sistema della ricerca sano ed efficiente, non frammentato e privo di duplicazioni, forte, coeso e strategicamente orientato alla generazione di benessere economico e coesione sociale.
In proposito la strategia auspicabile risiede in una specializzazione intelligente volta a eliminare la duplicazione e ridurre la frammentazione attraverso l’istituzione di clusters nazionali forti, efficienti e competitivi a livello globale e riconosciuti, a livello settoriale e territoriale, come aggregati di competenze, in grado di riposizionare il Paese sulla frontiera tecnologica europea e internazionale.
L’unico modo per andare in questa direzione è la condivisione mediante servizi e strumenti efficaci in grado di favorire l’accesso ai risultati della ricerca pubblica da parte delle imprese e la definizione di modelli innovativi di collaborazione. Ancora una volta vengono chiamate a dare un contributo le tecnologie della comunicazione mediante realizzazione di una piattaforma per l’offerta di servizi informativi per la ricerca, che permetta l’individuazione e l’accesso ai risultati dei progetti di ricerca finanziati da fondi pubblici. 

Nel mondo della ricerca universitaria secondo lei cosa andrebbe necessariamente migliorato?
Nell’attuale contesto evolutivo della ricerca, che assegna alle Università un ruolo preminente rispetto alle ricadute sullo sviluppo territoriale, e che vede il moltiplicarsi di visioni e azioni interconnesse, la pianificazione strategica e il coordinamento delle attività assume rilevanza fondamentale.
In proposito sicuramente andrebbe migliorata la qualità della ricerca, rendendo più efficiente ed efficace l’organizzazione, potenziando la cooperazione con imprese e istituzioni del territorio, accedendo a nuove fonti di finanziamento e promuovendo una ricerca di maggior qualità in grado di attrarre i migliori talenti internazionali.
Un intervento importante risiede nel finanziamento della ricerca che richiederebbe una riduzione della frammentazione al fine di aumentare l’efficacia, evitare concentrazioni improprie e salvaguardare il pluralismo della ricerca.