I grandi film diventano serie tv: il nuovo linguaggio del cinema!

minority reportIl titolo più atteso del momento è “Minority Report”, tratto dal film del 2002 di Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise. In Italia invece sono in lavorazione “Suspiria”, ispirata al film di Dario Argento del 1977, e “Django”

Il linguaggio cinematografico del Terzo millennio sono senza dubbio le serie tv che, nell’arco degli ultimi anni, sono state in grado di conquistare il consenso non solo del pubblico ma anche della critica, vincendo quella diffidenza che fino a non molto tempo fa le circondava.
Allo stesso modo non si può negare che a contribuire all’affermazione delle serie tv sia stato in buona parte il web.

Ora è molto più facile vedere le migliori serie tv in streaming, a volte basta semplicemente registrarsi e provare uno dei servizi offerti dal web: chiunque abbia a disposizione una connessione può gustarsi la propria serie preferita in qualunque momento della giornata e con qualunque supporto proprio grazie allo streaming, strumento che ha permesso al genere delle serie tv di affrancarsi dalla televisione e allargare i propri orizzonti, raggiungendo così un successo impensabile sino a qualche anno fa.

Ecco dunque che la serie tv si è andata trasformando, riassumendo in un nuovo linguaggio diversi generi, dal film d’autore al romanzo a puntate, aprendo così le porte anche alla sperimentazione. E inevitabilmente la possibilità di sperimentare e osare ha richiamato l’attenzione di registi e attori premi Oscar, che inizialmente guardavano le serie tv con scetticismo e, perché no, anche con un po’ di puzza sotto il naso.

 

A convincerli, naturalmente, sono stati pure i contratti ricchi che le produzioni di serie televisive sono capaci di offrire proprio grazie al grande successo ottenuto dal genere. L’ultimo passo che dimostra l’alta considerazione di cui ormai godono le serie tv è la trasposizione delle pellicole cinematografiche in serie televisive, riscritte per il passaggio e lo “spezzettamento” che il genere impone.
Il titolo più atteso del momento è “Minority Report”, tratto dal film del 2002 di Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise; le vicende narrate sono ambientate nel 2065 e a firmare la sceneggiatura troviamo Max Borenstein – uno dei nomi più altisonanti quando si parla di serie tv – e soprattutto Philip K. Dick, scrittore maestro di fantascienza e autore del romanzo, a dimostrazione dell’importanza data alla serie tv (affidata, appunto, a nomi di spicco). Inoltre il film e la serie condivideranno uno degli attori protagonisti, vale a dire Daniel London.

 

Diventeranno serie tv altri due film di successo, ovvero “Red” e soprattutto “Training Day”, che nel 2002 permise a Denzel Washington di conquistare la statuetta degli Oscar. I dettagli sull’operazione sono ancora sconosciuti, ma si sa già che la Cbs è riuscita ad ottenere l’ok di Antoine Fuqua, regista del film, per dirigere l’episodio pilota della serie tv.

Persino un film ritenuto ormai un cult come “American Gigolò” è destinato a diventare serie tv, anche se di certo non vedremo nei panni dell’attore protagonista Richard Gere (divenuto proprio grazie a quella pellicola un autentico sex symbol oltre trent’anni fa) e il compito di chi si troverà a rimpiazzarlo non sarà di certo semplice. Ad “American Gigolò” si aggiungono anche altri film cult, come “Ghost”, “Grease” e “Terminator” e la curiosità principale riguarda il risultato finale di tali operazioni: sapranno le serie tv essere all’altezza dei film che le hanno precedute?

Per quanto riguarda l’Italia, un esperimento di questo tipo c’è già stato: “Romanzo Criminale”. Dopo il film venne la serie tv, che si dimostrò superiore alla pellicola cinematografica. Il fatto di poter narrare le vicende della Banda della Magliana nell’arco di due stagioni (superando il vincolo temporale di un paio d’ore con cui il film ha dovuto fare i conti) si è rivelato un enorme vantaggio, ma la sceneggiatura incalzante e la cura dei particolari sono meriti che la serie tv ha avuto molto più del film, apparso inoltre in alcuni punti fin troppo vincolato ai volti famosi che interpretavano i diversi personaggi.

Le serie tratte da film celebri in lavorazione nel nostro Paese sono due, al momento: “Suspiria”, ispirata al film di Dario Argento del 1977, e “Django”, che non ha niente a che vedere con il film di Tarantino ma si rifà alla pellicola del genere “spaghetti-western” del 1966 firmata da Sergio Leone.