Questa l’esperienza della UniPlan Software srl di Scafati. A raccontarcela, il suo Amministratore Salvatore Prete:
<<Abbiamo presentato e ricevuto approvato un progetto di ricerca e sviluppo nell’anno 2003. Ad oggi manca ancora la liquidazione dell’ultima somma relativa al collaudo del progetto. Proprio in relazione al collaudo, vorrei testimoniare come si sono svolte le cose: l’esperto scientifico nominato dal Ministero ha impiegato “appena” 12 mesi per inviare la sua relazione conclusiva a seguito della verifica fatta presso di noi, avvenuta nel maggio del 2011.
Successivamente, nel giugno del 2012 dopo numerosi solleciti sullo stato della nostra pratica, abbiamo appreso che due uffici del Ministero della Ricerca stavano dibattendo su chi dovesse richiedere il certificato antimafia in capo alla nostra azienda. Intanto che si decidevano, è scaduta la rata semestrale che la nostra azienda paga al Ministero per la restituzione delle quote di credito agevolato già ricevute per lo stesso progetto. La rata ammonta a circa 30.000 euro.
Allora, visto che aspettavamo la liquidazione dell’ultima somma del progetto, abbiamo chiesto ai dirigenti di poter fare una compensazione tra quanto dovevamo restituire e quello che dovevamo ancora ricevere.
Ci è stato risposto che avrebbero chiesto informazioni ad Equitalia. La risposta non è mai arrivata ma, intanto, visto che di fatto risultavamo morosi, non ci avrebbero erogato il saldo del progetto.
Ci siamo quindi svenati per pagare la rata.
Credete forse che, a questo punto, ci sia stato pagato il saldo?
Ebbene, se lo credete siete in clamoroso errore, perché a settembre 2012 stavano ancora litigando su chi dovesse fare questa richiesta di antimafia a nome nostro (giacché dall’anno scorso non è più possibile fare da soli queste richieste: rientra nello snellimento della Pubblica Amministrazione!).
Alla fine, dopo la nostra ennesima lettera hanno deciso che l’antimafia doveva richiederlo la banca, ente gestore della pratica. A novembre 2012 la decisione, a dicembre la richiesta a noi di informazioni per procedere, a gennaio 2013 la richiesta di antimafia alla prefettura di Salerno. Il certificato antimafia è arrivato la settimana scorsa alla banca che lo ha a sua volta inviato a mezzo mail al Ministero. Ora staremo a vedere.
In generale, poiché lavoriamo prevalentemente con la Pubblica Amministrazione abbiamo oggi un credito di almeno 100.000 euro.
Se avessimo questi soldi nelle nostre casse non avremmo alcuna difficoltà. Ogni mese, invece, dobbiamo combattere per pagare stipendi e contributi. Guai, infatti, a non avere il DURC in regola: la PA non ci pagherebbe!
Noi dobbiamo pagare ogni mese, mentre – giusto per fare qualche esempio – il Comune di Eboli solo ora sta pagando le fatture vecchie di 18 mesi, mentre quello di Caserta non ci paga oltre 30.000 euro perché è in dissesto finanziario.