Le esperienze di Geox, Gucci, Versace, Zalando e tante altre dimostrano come al giorno d’oggi glamour possa diventare sinonimo di solidale
Una vecchia citazione di John Fitzgerald Kennedy – 35° Presidente degli Stati Uniti d’America – invitava i cittadini, tutti, a non chiedersi cosa lo Stato potesse fare per loro ma cosa loro potessero fare per lo Stato.
Questo adagio, fatto proprio in seguito da diversi altri politici e attivisti, rappresenta un vero cambio di prospettiva nelle democrazie occidentali in cui si accentua il concetto di partecipazione in luogo di quello di delega.
Un concetto che se applicato all’economia può essere poi declinato in diverse salse, non ultima quella di immaginare una sorta di contribuzione volontaria e inevitabile, da parte di quelle aziende che in questi anni di crisi stanno comunque mantenendo alti guadagni, a favore iniziative che abbiamo come fine primario il supporto di soggetti o popolazione svantaggiate, e non per forza solo in senso strettamente economico.
Pensiamo ad esempio all’iniziativa del marchio Geox in partnership con l’Unicef, o anche alla straordinaria campagna “Chime for Change”, un progetto diretto e voluto da Frida Giannini di Gucci, che mira a portare un sostegno reale per l’istruzione e la difesa della dignità femminile in Pakistan attraverso una piattaforma di crowd-funding appositamente implementata per quelle raccolte fondi indispensabili per il sostentamento economico di diversi progetti locali.
L’esperienza di Gucci con il crowd-funding via internet ha portato alla luce la strategicità del web nel connubio tra moda e mondo del no profit.
Il web è infatti uno straordinario strumento di comunicazione a buon mercato che permette di far arrivare, teoricamente in tutto il mondo, il messaggio di ogni singola campagna, sfruttando peraltro gli elementi della multimedialità per arricchire il messaggio stesso e renderlo più efficace e diretto.
Pensiamo anche all’iniziativa di Zalando, marchio leader in Europa nell’e-commerce per il settore abbigliamento, e Funky Mamas a favore di Casa Fata, una struttura ricettiva di Milano gestita dall’omonima associazione che si occupa di accogliere quei minori che il Tribunale toglie per periodi più o meno lunghi alla tutela dei genitori.
Ebbene, Zalando ha scelto di presentare questo suo progetto sociale attraverso una apposita pagina web, in cui vengono spiegati gli estremi del progetto tramite contenuti testuali, mentre viene affidata ad un video la conoscenza di alcune protagoniste attive del progetto stesso.
L’idea di questa collaborazione tra Zalando, Funky Mamas e Casa Fata è quella di creare un circuito virtuoso a favore della struttura milanese; all’interno di questo circuito uno degli impegni presi da Zalando è quello di rifornire periodicamente di calzature nuove i giovani ospiti di Casa Fata, oltre a contribuire grazie alla propria esposizione mediatica, a far conoscere cosa è Casa Fata, cosa fa e, soprattutto, come ognuno di noi può aiutarla.
Le esperienze di Gucci e di Zalando dimostrano quindi come al giorno d’oggi glamour possa diventare sinonimo di solidale. E su questa falsariga è nata un’altra importante iniziativa organizzata l’11 di Giugno nel complesso Mediceo di Artimino in Toscana. Qui è andata in scena una sfilata con alcune delle più belle creazioni del marchio Versace, non ultima la mitica giacca indossata dalla popstar Lady Gaga nel corso del suo ultimo tour. 900 vestiti e 35 abiti che andranno ad allietare una serata durante la quale è anche prevista l’esposizione di diversi “corner luxury”, piccole boutique del lusso sparse per la struttura; serata che si concluderà con una cena placèe in villa.
L’ingresso all’evento era aperto al pubblico che ha acquistato un biglietto simbolico distribuito attraverso un circuito locale messo a punto dall’organizzazione; parte del ricavato della serata sarà quindi devoluto ai progetti di ricerca della Fondazione Telethon che da anni è una delle principali finanziatrici in Italia dei progetti di ricerca sulle malattie genetiche.
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