Il trasporto marittimo traina la Campania: +7% l’interscambio commerciale

ALESSANDRO PANARO WEB Il trasporto via mare è il primo canale attraverso cui viaggia la merce in entrata e in uscita dalla regione

Il settore dello Shipping sta, negli ultimi anni, acquisendo sempre maggiore rilevanza configurandosi come uno degli elementi su cui puntare per lo sviluppo e la crescita del nostro Sistema Paese.

SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Ufficio Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, ndr) ormai da tempo ne studia l’ampiezza, le dinamiche e le principali caratteristiche per fornirne una possibile chiave di lettura anche in relazione alle opportunità connesse ad un incremento delle relazioni economiche e commerciali che l’Italia ha con il resto del mondo.

Parlando di interscambio marittimo, quindi, nel Mezzogiorno – con esclusione delle due isole che per loro natura primeggiano in tale comparto – la Campania fa registrare i flussi maggiori con oltre il 15% del totale della macro area.

L’interscambio via mare tra la Campania e il resto del mondo nei primi 9 mesi del 2013 ammonta, nello specifico, a quasi 6,8 miliardi di euro (pari al 46% del totale regionale) ed è attribuibile per il 56,8% all’import e per la restante quota ai flussi in uscita.

Analogamente a quanto registrato per l’intero territorio nazionale e anche grazie alla presenza di due dei principali porti nazionali, il trasporto via mare è, quindi, il primo canale attraverso cui viaggia la merce in entrata e in uscita dalla regione, seguito (con un peso di circa 20 punti percentuali in meno) dal trasporto su strada.

Un ulteriore dato positivo deriva dall’analisi di trend riferita agli ultimi anni. Se, infatti, da un lato emerge (rispetto all’analogo periodo del 2012) un aumento del 6,9%, dall’altro si evidenzia come il peso del trasporto via mare sul totale dei traffici regionali sia in costante aumento con un valore che passa dal 40,4% del 2011 al 46% del 2013.

Il comparto marittimo, quindi, non solo non risente della contrazione generale degli scambi regionali ma può anche configurarsi come un possibile traino per gli stessi in ottica futura.
Le principali aree con cui la Campania intrattiene rapporti commerciali via mare sono l’Asia Orientale, i paesi dell’UE 28, l’America settentrionale e l’Africa settentrionale. Con l’aria asiatica, in particolare, viene scambiata merce per un valore pari ad oltre 1,5 miliardi di euro (il 22,2% del totale regionale) e si tratta per lo più (il 75,7%) di importazioni campane. Per contro, nei confronti delle altre tre aree sopra citate (che pesano sul totale regionale per il 15,6%, il 14,5% ed il 12,2%) la regione è soprattutto area esportatrice.

Se si escludono i prodotti energetici, le prime tre aree di riferimento restano le stesse, seppur con pesi differenti; i paesi dell’Africa settentrionale, invece, lasciano il posto a quelli dell’America centro-meridionale.

Da un punto di vista qualitativo, infatti, i prodotti energetici non sono tra quelli a maggior impatto sugli introiti regionale con un peso sul totale che, nel loro insieme, è pari al 7% (circa 480 milioni di euro). Le aree di riferimenti principali per tale categoria sono l’Africa settentrionale (con il 53,5% del totale degli scambi regionali di prodotti energetici) e i Paesi dell’UE 28 (23%); in entrambi i casi si tratta quasi esclusivamente di importazioni campane.

Alla base dei flussi commerciali regionali ci sono, per contro, i metalli e i manufatti in metallo (con il 19,6% del valore complessivo), i prodotti alimentari (17,9%), quelli dell’industria tessile (15,6%) e i mezzi di trasporto (10,9%). Per quest’ultima categoria e per i beni alimentari la Campania è soprattutto area di origine, mentre nei due restanti comparti prevalgono i flussi in entrata.

Scendendo ancor più nel dettaglio degli scambi regionali è possibile notare come ogni singola area geografica del mondo sia il punto di riferimento per determinate categorie merceologiche.
Per i rapporti con il Medio Oriente, ad esempio, emerge come circa la metà del valore complessivo della merce scambiata sia attribuibile a due sole categorie, ossia i prodotti alimentari (per lo più esportati) e quelli chimici (per lo più d’importazione). Un’analoga concentrazione si ha con i Paesi dell’UE 28 i cui rapporti sono basati per circa i tre quarti sull’importazione di metalli e manufatti in metallo e sull’esportazione di prodotti alimentari e mezzi di trasporto. Queste ultime due categorie sono le stesse che caratterizzano i rapporti commerciali con i paesi dell’America settentrionale, con un peso sul totale di quasi il 55% e, anche in questo caso, la Campania è per lo più Paese di origine.

L’importanza del trasporto marittimo (tanto merci quanto passeggeri) per l’economia regionale è confermata anche dalla presenza di numerose imprese specificatamente dedicate a tale attività. A fine 2013 si contano, infatti, 232 unità riferite per oltre l’86% alla provincia di Napoli.

Si stima, inoltre, che per un panel di 104 imprese con bilanci disponibili al 2012, il fatturato complessivo è di oltre 980 milioni di euro; per il solo comparto merci, invece, per un panel di 13 imprese tale valore supera i 164 milioni di euro.

Le analisi effettuate da SRM, per concludere, sottolineano tutta l’importanza che il trasporto marittimo riveste per l’economia regionale: esso è non solo una delle principali modalità di trasporto utilizzate per l’ingresso e l’uscita delle merci dal territorio campano, ma è anche, a differenza degli altri settori, in rilevante crescita rispetto al passato. Confrontando i dati al III trimestre del 2013 con quelli dell’analogo periodo del 2010, il commercio via mare registra, infatti, una crescita dell’8,4% a fronte di un calo per tutte le restanti modalità di trasporto (-8,9% per il ferroviario, -8,5% per quello su strada e -1,6% per quello aereo).

Per ulteriori informazioni www.sr-m.it