Rispetto ai competitor, l’innovazione di Medical garantisce qualità superiore e maggiore convenienza
La sua idea innovativa in pillole: punti di forza, benefici, mercato.
IMoBra è un tutore modulare innovativo per il trattamento delle fratture, progettato per sostituire le gessature tradizionali e quelle stampate in 3D. La nostra mission è quella di far sentire il malato meno malato ed è per questo che abbiamo ideato la soluzione ad un problema ormai noto a tutti noi. IMoBra abbatte tutti gli svantaggi delle soluzioni oggi presenti sul mercato, che sono: pesanti, ingombranti, antiestetici, causa di emarginazione, hanno eccessivi costi di smaltimento, eccessivi tempi di stampa, richiedono personale e attrezzature specifiche, e molto altro.
Il prodotto inoltre migliora l’iter di guarigione e permette di vivere il trauma con più normalità.
Qual è stato il momento di “svolta” nel percorso dall’idea al prodotto?
La svolta per noi è arrivata con la vittoria dell’UniCaLab (percorso di contaminazione all’interno dell’Unical). Durante il percorso abbiamo prima rifinito il concept iniziale, poi realizzato il nostro prototipo e depositato domanda di brevetto. Un periodo intenso ma che ci ha dato tanta forza e ci ha permesso di capire quanto potenziale avesse la nostra idea.
Idea/prodotto, mercato, partner, team: in che ordine contano questi elementi per la buona riuscita del “suo” progetto?
Team – idea – partner – mercato. Alla base di tutto ci deve essere un ottimo team. Quanti falliscono proprio perché non possono contare su di un team solido? Quante idee banali hanno avuto successo grazie alle persone che ci hanno lavorato? Sicuramente partire da un’ottima idea fa la differenza. I partner, se giusti, ti permettono di bruciare le tappe, ti aprono tante strade e ti spingono a dare sempre di più. Il controllo dell’idea deve però restare al team. Infine il mercato, se ciò che sta prima funziona bene, con i partner giusti probabilmente non ci saranno problemi a gestirlo.
Come vede la crescita della sua impresa?
Ad oggi esponenziale. Ricordo come fosse ieri il giorno in cui ne parlavamo tranquillamente ad un tavolino, forse nemmeno immaginavamo tutto questo. Sicuramente bisogna ancora lavorare tanto e sodo, ma non temiamo il duro lavoro, anzi, lavorare per la nostra startup ci fa sentire bene. Fin qui siamo stati ripagati, di premi e riconoscimenti ne abbiamo accumulati parecchi, costituito la startup, abbiamo esteso la domanda di brevetto su territorio internazionale, e a breve procederemo alla certificazione dei nostri prodotti. Tutto ciò grazie ad un team eccellente.