Sulla capacità di fare rete l’iniziativa di Confindustria Salerno ha costruito la sua fortuna dando vita a un ecosistema via via sempre più vivace e integrato. «Proseguiremo in questa direzione» la promessa di Francesco Serravalle, project leader Premio BPI e presidente SIT Confindustria Salerno
Presidente, la macchina organizzativa del Premio Best Practices per l’Innovazione è già all’opera per l’edizione numero 17. Cosa di certo non mancherà?
Di sicuro, alcuni pillar dello scorso anno troveranno il rilievo che meritano anche il prossimo. Penso, in primis, all’hackathon, al coinvolgimento diretto dei più giovani e delle scuole. La generazione che è già dentro le grandi trasformazioni in atto rientra di diritto nell’orizzonte cognitivo del Premio BPI: abbiamo il dovere di indicare loro una strada, avvicinandoli al mondo delle imprese. L’anno scorso – come mostrato dalle statistiche Eurostat – circa quattro giovani su 10 in Campania erano senza lavoro.
Avere un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 38%, tra i 10 più alti dell’Unione Europea, è un problema collettivo di cui ciascuno per la sua parte deve farsi carico. Il nostro è solo un tassello della più ampia visione della nostra Associazione, da tempo impegnata nel rimarcare la necessità di una formazione scolastica e accademica più in linea con le mutate esigenze del mercato del lavoro. Il coinvolgimento delle persone è e resterà la chiave del nostro fare innovazione.
Anche la collaborazione resterà un elemento fondamentale della prossima edizione?
Certo, nella sua accezione più ampia. La collaboration è una delle condizioni indispensabili per dare vita a innovazioni solide e dai risultati misurabili in termini di velocità, efficienza e risparmio.
Del resto, poi, sulla capacità di fare rete il Premio BPI ha costruito la sua fortuna, allargando negli anni le partnership e irrobustendo un ecosistema che si fa via via sempre più vivace, integrato. Nella scorsa edizione pregevoli sono state le new entries. Mi riferisco al ponte creato con la Luiss – Guido Carli, con Terna, Unina e Talentis. Il Premio che vogliamo è infatti nativamente inclusivo e le connessioni ne sono le fondamenta. Anche per questo abbiamo aperto un dialogo con la Fondazione con il Sud, per provare – attraverso la promozione di progetti di innovazione sociale – a rimuovere quegli ostacoli che rendono complesso il proliferare di buone idee andando a incidere sulle infrastrutture sociali e culturali. Per quanto possibile, il Premio BPI lavorerà proprio in questa direzione, per dare risalto e favorire idee e progetti di innovazione sociale capaci di rispondere a nuovi bisogni, generando un concreto impatto sociale ed economico sulle nostre comunità.