Industria 4.0 è il termine che indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive atte a migliorare le condizioni di lavoro, aumentando la produttività e la qualità produttiva degli impianti.
Stiamo parlando della quarta rivoluzione industriale che ha investito il mondo del lavoro nell’ultimo decennio a suon di innovazioni tecnologiche come ad esempio dei software di gestione in grado di cambiare radicalmente il concetto di lavoro.
Le aziende hanno abbracciato il concetto di industria 4.0 tanto che gli investimenti verso questo cammino tecnologico garantiranno un aumento del 27% dell’efficienza produttiva in 5 anni, per un valore aggiunto all’economia globale da 500 miliardi di dollari.A sostenerlo la ricerca condotta dal Digital Transformation Institute di Capgemini che mostra piena fiducia nelle smart factory del futuro, capaci tra razionalizzazione di molte voci di costo come quelle delle rimanenze e dei materiali, e il miglioramento di diversi indicatori di qualità di rivoluzionare il futuro dell’industria. Lo studio di Capgemini ha stimato l’impatto di IoT (Internet of Things), big data, intelligenza artificiale e robotica sulla produttività, qualità e flessibilità delle imprese.
Secondo il report entro la fine del 2022 il 21% dei produttori trasformeranno i loro stabilimenti in fabbriche intelligenti. Le aziende più aperte al cambiamento nelle quali i lavoratori già interagiscono con macchine intelligenti sono quelle aerospaziali. Bene anche la difesa, la manifattura e l’automotive.
Le aziende statunitensi, secondo il report di Capgemini, sono le prime ad aver mosso passi verso la quarta rivoluzione industriale.
Buona la risposta anche da parte di Francia, Germania e Regno Unito, le cui aziende sembrano già in cammino verso l’evoluzione digitale. Oltre il 60% delle aziende di manifatturiero, aerospazio e difesa ha intrapreso un percorso verso le smart factory, mentre poco più di un terzo delle aziende farmaceutiche e delle imprese operanti nel mondo life science sfrutta le tecnologie digitali.
Gli effetti dell’industria 4.0 sul mondo del lavoro sono molteplici e positivi, a partire dalla produttività, efficienza e flessibilità, fino ad arrivare a significative riduzioni dei costi operativi. Si prevede, infatti, che le case automobilistiche potranno arrivare a registrare un aumento del margine operativo fino al 36% grazie all’efficientamento della logistica e dei costi dei materiali, a una maggiore funzionalità delle attrezzature e una migliore qualità nella produzione.
Secondo il rapporto condotto dal Digital Transformation Institute di Capgemini oltre la metà degli intervistati ha investito più di 100 milioni di dollari in smart factory negli ultimi 5 anni, mentre il 20% ha dichiarato di aver investito più di 500 milioni di dollari.
Gli investimenti, però, non sempre consentono l’ingresso nell’era 4.0. Secondo Capgemini, infatti, solo un piccolo numero di aziende, il 6%, è in una fase avanzata di digitalizzazione della produzione e solo il 14% degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto del grado di successo raggiunto.
In ogni caso, secondo le previsioni di Capgemini il valore aggiunto delle fabbriche connesse sarà di almeno 500 miliardi in termini di valore aggiunto annuo. E, secondo gli esperti, si tratta di una stima conservativa. Quella ottimistica, infatti, raggiunge i 1500 miliardi di dollari.