La globalizzazione economica impone a tutte aziende del mondo, per far fronte a una forte competizione, un bisogno costante e progressivo di innovazione e una naturale tendenza verso i mercati internazionali.
Questo significa che ogni azienda è parte di un ambiente globale, in continua evoluzione, che richiede un importante sforzo di analisi e di identificazione dei vantaggi competitivi. L’internazionalizzazione va oltre la commercializzazione dei prodotti e dei servizi in un quadro globale; implica la partecipazione diretta delle aziende in altri paesi e la ricerca di nuovi assetti e di strutture di governance.
È un’opzione strategica che richiede una grande riflessione sul modello attuale, sul futuro dell’azienda e sul ruolo che vuole svolgere nel mercato globale. Spiega a questo proposito Carlo Russo, esperto in governance dell’internazionalizzazione, che “per poter avviare un progetto volto allo sviluppo internazionale è necessario concentrarsi sulla struttura di gestione e, quindi, sulla composizione del consiglio di amministrazione, colonna portante di ogni società”.
Precondizione irrinunciabile, per poter supportare adeguatamente lo sforzo di espansione all’estero di una qualsiasi azienda, è una corretta strutturazione del proprio organo gestorio, che preveda la presenza al suo interno di consiglieri indipendenti (figura professionale introdotta nel sistema italiano di governance a partire dal 1999), che sappiano fornire quel know-how necessario per gestire i molteplici e complessi aspetti che accompagnano ogni processo di internazionalizzazione.
Il processo di approccio ai mercati esteri deve essere accompagnato da tutta una serie di conoscenze specialistiche che investono, ad esempio, l’area finanziaria, legale e fiscale. Un territorio vasto e articolato di competenze, che richiedono la presenza di altrettante figure professionali con un alto profilo di specializzazione, che, in un lavoro di stretta sinergia e di collaborazione con il CEO, contribuiranno all’elaborazione di un programma aziendale sulla base di specifici piani aziendali e strategici.
È interamente in capo al consiglio di amministrazione il processo di espansione aziendale e, sulla base di questo assunto, si comprende il motivo per cui una non adeguata comprensione dei rischi o il mancato supporto al CEO rappresentano, di fatto, le maggiori cause ostacolanti le operazioni internazionali delle aziende, in particolar modo per quelle di natura familiare, dove i manager, anche con profili professionali specialistici, non sempre sono in grado di superare o di mitigare, in maniera efficace e convincente, la scarsa propensione al rischio della proprietà.
Appare del tutto evidente che una, per quanto opportuna e ben articolata, implementazione del consiglio di amministrazione costituisce una condizione necessaria, ma non sufficiente, per portare a termine un percorso di espansione su mercati esteri.
L’investimento strategicamente decisivo diventa il ricorso ad un bagaglio di conoscenze altamente professionalizzato e all’expertise di figure specifiche con un compito ben definito, come lo specialista di internazionalizzazione che con la sua azione è in grado di portare valore e di condurre tutto il processo sulla base di una visione competente e consapevole delle opportunità e dei rischi.
Come spiega lo stesso Carlo Russo, l’esperto in internazionalizzazione è colui che mette al servizio dell’impresa le proprie capacità e la propria preparazione in relazione ai processi, alle risorse ed alla conoscenza dei mercati internazionali e delle loro logiche, indispensabili non solo per migliorare la performance, ma anche per individuare nuove opportunità commerciali.
Gli interventi e le modifiche fin qui suggerite, oltre a favorire una migliore integrazione e collaborazione con i consulenti esterni, rappresentano alcuni dei più importanti fattori di successo per affrontare le sfide della globalizzazione dei mercati e le indubbie problematicità che questo processo comporta.
Come ultimo aspetto facilitatore della competitività delle imprese sui mercati internazionali può essere messo in rilievo l’operato di un consiglio di amministrazione che includa al suo interno amministratori indipendenti, i quali, come sottolinea sempre Carlo Russo, “possano agire, anche, con la loro autorevolezza e la propria reputazione”, collegando l’azienda al mondo esterno e “mettendo in gioco le proprie relazioni per facilitare l’accesso alle risorse necessarie all’internazionalizzazione”.