Israele: il settore portuale e le potenzialità logistiche

haifaNel 2005 il Paese ha avviato un programma di riforma portuale con l’obiettivo di incoraggiare il libero mercato, favorire la partecipazione di capitali privati e migliorare la competitività a livello globale.
SRM sta conducendo una ricerca, che sarà presentata a breve, rivolta a illustrare il profilo dell’economia di Israele e le sue grandi potenzialità in termini marittimi e logistici, oltre che tecnologici.
Il trasporto marittimo per l’economia locale rappresenta un settore di grande rilevanza considerato che il 99% in volume e l’80% in valore dell’import–export del Paese passa attraverso i suoi porti.
Il commercio per Israele è importante perché il Paese ha l’esigenza di esportare la sua particolare produzione ad alto contenuto tecnologico e innovativo e di importare fonti energetiche dato che, sotto questo punto di vista, non è autosufficiente: questa rilevanza si traduce nel dato secondo cui il 63% del Pil dipende dal commercio.
Israele inoltre ha un vantaggioso posizionamento geografico sul Mediterraneo che gli offre le potenzialità per essere un gateway tra oriente e occidente. Questo spiega perché la crescita economica sia legata strettamente ad un sistema portuale moderno e competitivo e perché dunque la strategia e la politica di sviluppo di questo settore rientrino nelle priorità del governo. Israeliana è inoltre un’azienda protagonista dello shipping mondiale, la ZIM, che opera nel business del trasporto dei container. L’economia e il commercio internazionale del Paese hanno conosciuto una crescita importante negli ultimi due decenni e anche i porti hanno registrato performance significative avvantaggiandosi dei considerevoli miglioramenti infrastrutturali. Il trasporto via mare in Israele è amministrato dal Ministero dei Trasporti che è responsabile anche della policy.
Nel 2005 il Paese ha avviato un programma di riforma portuale con l’obiettivo di incoraggiare il libero mercato, favorire la partecipazione di capitali privati, sostenere la competizione per migliorare la competitività a livello globale. La riforma ha introdotto una nuova struttura organizzativa che ha portato alla sostituzione della Israel Port Authority (che ha operato dal 1961 al 2005) con 5 nuove società governative.
Il governo ha scelto di adeguare il sistema portuale del Paese al landlord model, in base al quale le entità pubbliche possiedono e si occupano delle infrastrutture e del loro sviluppo, mentre le aziende private sono responsabili dei servizi di trasporto attraverso le loro sovrastrutture e attrezzature.
Governance dei porti israeliani
L’Administration of Shipping and Ports (ASP) è un organismo ministeriale che regola il traffico marittimo, le infrastrutture e gli operatori.
È stato poi introdotto l’IPC – Israel Ports Development & Assets Company Ltd., l’organismo governativo proprietario dell’infrastruttura e responsabile per lo sviluppo dei 3 porti commerciali: Haifa, Ashdod e Eilat e per garantire l’efficienza e la competitività degli scali nella gestione del commercio marittimo israeliano. Parallelamente alla gestione e allo sviluppo delle infrastrutture fisiche e tecnologiche del porto, l’IPC è attiva nella promozione di altre soluzioni in grado di migliorare la competitività commerciale della nazione, soprattutto per quanto riguarda la catena logistica e di approvvigionamento. Infine le 3 società che, sotto il mandato dell’IPC, gestiscono i porti commerciali e sono responsabili della loro operatività: Haifa Port Company, Ashdod Port Company, Eilat Port Company.

 

In relazione alla spinta a favorire la partecipazione di capitali privati nel settore portuale introdotta dalla riforma, Israel Shipyards, un’azienda che da 50 anni si occupava di costruzione, di riparazione e di riqualificazione delle navi militari e civili, ha fondato nel 2008 il primo porto privato in Israele, l’Israel Shipyards Port, a sud di Haifa. Come premesso, il governo pone molta attenzione allo sviluppo dei suoi porti, che ha formalizzato nel Master Plan Strategico al 2055 approvato nel 2007 in cui sono esplicitati 2 principali obiettivi: lo sviluppo degli investimenti privati e il miglioramento della competitività. Esso è stato elaborato da IPC e contiene un programma di sviluppo ambizioso che intende migliorare la posizione competitiva dei porti di Israele nel contesto del Mediterraneo. Negli ultimi 25 anni il traffico merci negli scali israeliani è aumentato in media del 4% all’anno e nel 2016 esso ha raggiunto 57 milioni di tonnellate (+6%).

 

L’attività dei porti commerciali è suddivisa in 3 principali settori:
1. il settore dei container che garantisce circa il 67% delle entrate dei due principali scali;
2. general cargo, inclusi i veicoli;
3. le rinfuse.
Riguardo alle caratteristiche dei principali porti israeliani, di seguito se ne danno alcune indicazioni:
Ashdod: gestito dalla Ashdod Port Company, si affaccia sul Mediterraneo, a sud di Tel Aviv. Movimenta circa 24 milioni di tonnellate di cargo (il 42% del totale Israele), tra cui rinfuse solide, veicoli, prodotti in metallo e legno, grano, zolfo, general cargo, container; in questo segmento è diventato il principale scalo della nazione quando nel 2014 ha superato Haifa. Ashdod è anche un porto passeggeri e crocieristi. Dispone di banchine per una lunghezza complessiva di 5 Km con fondali fino a 15,5 metri.
Eilat: localizzato sul Mar Rosso rappresenta il gateway d’Israele con il Far East ed è completamente privatizzato dal 2012. La Eilat port Company gestisce circa 2,1 milioni di tonnellate sui suoi 530 m di banchine (circa il 3% del totale del Paese), in particolare minerali e veicoli.
Haifa: gestito dalla Haifa Port Company, si affaccia sul Mediterraneo, a nord di Tel Aviv ed è il principale porto del Paese. Movimenta circa 28 milioni di tonnellate di cargo (51% del totale), principalmente container, grano, prodotti chimici; come Ashdod ha anche un terminal crociere. Dispone di banchine lunghe complessivamente 6,7 Km e fondali fino a 15,5 m.
Israeli Shipyards: è stato il primo porto privato del paese, fondato e gestito dalla Israeli Shipyards Co. ed è situato sul Mediterraneo a sud di Haifa. Movimenta circa 2,8 milioni di tonnellate (il 5% del totale) su una superficie di 330 mila m2 e banchine lunghe 1 km. In sintesi, Eilat e Israeli Shipyards sono privati, mentre Ashdod e Haifa sono gestiti da società ancora a controllo pubblico. Oltre ai 4 porti commerciali, in Israele sono presenti altri 2 scali energetici ad Hadera e Ashkelon.
Il sistema portuale è dunque un asset strategico per il Governo che sta potenziando i suoi terminal anche con il supporto di forti investimenti provenienti dalla Cina. Altri dati molto interessanti saranno presentati quando la ricerca sarà ultimata in un apposito seminario organizzato da SRM.