Italiani e stranieri, il Cilento convince

Buone le performance della ricettività turistica del territorio, sempre più affermato come meta estiva slow e di gusto

 

 

Dottor Pagano, come è andata la stagione estiva 2021 per la ricettività cilentana?

La stagione estiva 2021 è stata carica di grandi soddisfazioni per la ricettività cilentana. Sono nati tanti nuovi servizi e le realtà già esistenti hanno apportato importanti migliorie. Basti pensare che, nella sola Paestum, sono stati realizzati cambiamenti di grande impatto, primo fra tutti la creazione di un lungomare. In generale credo che il Cilento stia vivendo un periodo di grande visibilità e crescita, cosa che ha accresciuto di molto le aspettative della clientela che personalmente non abbiamo mancato di soddisfare. Tante le novità offerte, dall’apertura di una piccola Spa all’interno del Beach Club 93 passando per importanti investimenti dedicati al ristorante Tre Olivi, il nostro fine dining guidato dallo chef stellato Giovanni Solofra, fino alla progettazione di una grande spa all’interno del Savoy Beach Hotel, che sarà inaugurata a dicembre.

Oltre al turismo italiano, quali mercati internazionali vi hanno scelti? Paesi già appassionati del Cilento o ci sono stati nuovi arrivi sorprendenti?

Anche quest’anno siamo stati scelti in misura preponderante da clienti italiani, alla ricerca di comfort e tranquillità. E ci riempie di orgoglio sapere che tanti italiani che ci hanno scoperto l’anno scorso, ovvero quando per la prima volta sono stati “costretti” a viaggiare in Italia, hanno deciso di tornare quest’anno. Ai repeaters italiani si sono poi affiancati i repeaters tedeschi e la clientela di base a Londra che ci sceglie anche per il wedding. In larga misura si tratta di ragazzi indiani di seconda generazione, che hanno visitato le nostre strutture in estate e ci hanno scelti per il loro giorno più importante. Secondo lei all’estero è cambiata la percezione dell’Italia con la pandemia? Credo che la percezione dell’Italia all’estero sia cambiata in positivo. In un momento così difficile abbiamo dimostrato rigore, senso di responsabilità e voglia di accogliere in sicurezza. Ed è molto probabile che, in un’ottica di new normal, questi aspetti ci renderanno sempre più interessanti agli occhi della clientela estera.

Il Covid ha ridisegnato con termini nuovi l’offerta turistica. Quali cambiamenti sono destinati, secondo lei, a durare sia nella fruizione, sia nella proposta da parte degli operatori?

Credo che molti dei cambiamenti siano destinati a durare nel tempo. Primo fra tutti una proposta sempre maggiore di spazi da vivere all’aperto. In più credo che rimarrà l’attenzione a privacy e distanze garantite.

Per compensare le perdite avute nelle ultime due stagioni le strutture ricettive allungheranno i tempi di attività?

È molto probabile. Nel nostro caso, già in fase prepandemica avevamo progettato di allungare i tempi di attività anche attraverso la realizzazione al Savoy Beach Hotel di quella che sarà una delle più grandi spa del Meridione. Il progetto nasce da una concezione che qui nel Cilento abbiamo ereditato dai nostri antenati greci e che si traduce nell’idea per cui il vero benessere riguardi insieme, armonicamente, corpo, mente e spirito. Tutto ciò si concretizzerà in spazi di grande ricercatezza, in cui poter usufruire di trattamenti estetici a base di vino e latte di bufala, di protocolli alimentari pensati da grandi professionisti del settore e realizzati dal nostro chef stellato Giovanni Solofra e dell’utilizzo del vigneto, della spiaggia e della pineta per percorsi di mindfullness e yoga.

E per il futuro? Quali iniziative, come operatori del settore, avete in programma e quali azioni, invece, ritenete debba mettere in campo il governo per sostenere il settore?

Per il futuro stiamo progettando il rinnovo e l’ampliamento delle camere per rispondere alle nuove necessità degli ospiti internazionali. Per quanto riguarda invece le azioni di governo, ci aiuterebbero sgravi sulla contribuzione, bonus sulla ristrutturazione simili a quelli proposti ai privati (Ecobonus e similari) e poi anche importanti investimenti nelle infrastrutture e nelle scuole di categoria.