Diretto, co-scritto e prodotto da Todd Phillips, “Joker” è l’originale visione del regista del famigerato villain DC. L’esplorazione narrativa di Phillips su Arthur Fleck, interpretato da un magnetico Joaquin Phoenix, giustamente premiato con l’Oscar per questa prova superba, racconta di un uomo che lotta per trovare un posto nella società fratturata di Gotham.

Mentre cammina per le strade fuligginose di Gotham City e attraversa le rotaie dei trasporti pubblici pieni di graffiti di una città ostile e brulicante di divisioni e insoddisfazioni, Arthur indossa due maschere.

Una la dipinge per svolgere il suo lavoro come pagliaccio durante il giorno.

L’altra non può essere tolta: è la maschera che mostra nell’inutile tentativo di sentirsi parte del mondo che lo circonda, che nasconde l’uomo incompreso che la vita sta ripetutamente abbattendo.

Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck cerca un contatto.

JOKER – Una scena del film

Senza un padre, Arthur ha una madre fragile, probabilmente la sua migliore amica, che lo ha soprannominato “Felice”, un appellativo che ha scaturito in lui un sorriso beffardo che nasconde un’angoscia interiore.

Ma, da quando è stato vittima di bullismo da parte di adolescenti per le strade, o deriso per i suoi abiti in metropolitana, o semplicemente preso in giro dai suoi compagni pagliacci al lavoro, quest’uomo solitario si è distaccato ancor di più dalla gente che lo circonda.

Decide anche di cimentarsi come comico di cabaret, nella speranza che la luce possa brillare su di lui, per scoprire che lo zimbello finisce per essere proprio lui.

Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi, che restituiranno una cruda analisi di questo personaggio allegorico.